Tenerife, una delle realtà più multiculturali d’Europa

A Tenerife si respira un’aria di multiculturalità che non ha eguali in Europa. Oltre ai numerosi turisti che affollano le spiagge e le strade dell’isola dodici mesi all’anno, sono numerosi gli stranieri che si sono trasferiti a viverci stabilmente, e che in molti casi hanno intrapreso attività imprenditoriali. Mentre in quasi tutti i paesi europei l’immigrazione è prevalentemente extracomunitaria, Tenerife e anche le altre isole dell’Arcipelago si caratterizzano per una preminenza di stranieri di origine comunitaria. Vediamo quali sono le principali nazionalità di origine e per cosa si caratterizzano.

La comunità inglese

Gli inglesi sono di gran lunga la comunità straniera che va per la maggiore a Tenerife, sia per quanto concerne il numero di turisti che per quanto riguarda la quantità di residenti sull’isola. La maggioranza degli inglesi vive tra Los Cristianos, Las Americas e la zona costiera di Adeje. Sono una comunità piuttosto chiusa, ovvero frequentano prevalentemente loro connazionali e sono soliti riunirsi in locali dove quasi tutti i clienti sono inglesi. Sono decine e decine i bar dove la birra scorre a fiumi e dove ogni sera c’è musica dal vivo. Locali in cui difficilmente potrete trovare canari o italiani. Più probabile incontrarci qualche tedesco o altri nord europei, a cui piacciono quel genere di locali. Gli inglesi inoltre fanno la parte del leone anche nella zona della movida di Las Veronicas.

Per i pensionati inglesi, che percepiscono un assegno mediamente molto più sostanzioso dei nostri pensionati, vivere a Tenerife è una pacchia. Possono permettersi un tenore di vita elevato, molto più di quello che potrebbero avere in patria. Inoltre gli inverni anglosassoni sono molto freddi, fattore che indubbiamente li incentiva a trascorrere almeno sei mesi all’anno a Tenerife.

La comunità italiana

Fino a qualche anno fa la maggioranza degli italiani si insediava a Los Cristianos. Ora che i prezzi degli affitti sono alle stelle si sono sparsi in tutte le località del sud, anche se a Los Cristianos la presenza di italiani è ancora massiccia. Una discreta percentuale di italiani gestisce attività commerciali, in primis ristoranti e pizzerie. Ma anche – in tono minore – bar e gelaterie. Molti anche i lavoratori italiani del settore, che vengono assunti anche da canari e inglesi, in quanto nel settore Horeca gli italiani ci sanno fare. C’è anche da dire che l’isola attira persone con esperienza nel settore, che qui hanno ampie possibilità di trovare lavoro.

Moltissimi connazionali si caratterizzano per spalare fango sugli italiani stessi. “Non ti fidare degli italiani” – “lascia perdere i connazionali” – “molti italiani sono truffatori” etc. salvo poi frequentare solo connazionali. Questo comportamento ha contribuito e contribuisce non poco nel creare diffidenza rispetto alla nostra comunità. Che ci siano molti connazionali che si dedicano a truffe e che si comportano in modo poco edificante è una realtà. Ma in termini assoluti si tratta di una percentuale risibile. Lo stesso problema esiste inoltre anche nelle altre comunità – come quella inglese – basta entrare nei loro gruppi Facebook per capirlo. Questo perché tra chi espatria, indipendentemente dalla nazionalità, ci sono diversi personaggi che hanno avuto problemi in patria. Fallimenti, debiti, precedenti penali etc.

Tedeschi e nordeuropei

Anche la presenza di tedeschi, olandesi e scandinavi è massiccia. I tedeschi prediligono insediarsi nella fascia costiera che va da Adeje a Los Gigantes, con una certa predilezione per le zone più rurali e tranquille. Agli scandinavi piace molto anche Los Cristianos, dove sono presenti anche una Chiesa norvegese e una svedese. Nonostante il numero dei tedeschi sia elevato, questi sono meno “evidenti” in quanto gestiscono un numero nettamente inferiore di locali rispetto a inglesi e italiani.

Venezuelani e altri latini

A Tenerife c’è anche un’ampia comunità venezuelana, un discreto numero di cubani, argentini ed in tono minore provenienti da altri paesi sudamericani. In quasi tutte le località c’è qualche bar che propone “arepas” e altre pietanze tipiche del Venezuela, e ovviamente in questi locali i latinos sono i principali clienti.

Gli indiani ed i cinesi

A Tenerife vive una nutrita comunità indiana, spesso dedita al commercio. Gli “Indian Tandoori” (i ristoranti indiani) sono molto diffusi, e lavorano con clientela prevalentemente inglese. Ma sono frequenti anche negozi di elettronica e abbigliamento gestiti da indiani. Anche i cinesi sono numerosi, e anche loro sono altrettanto attivi nel commercio. Ristoranti ma anche negozi e grandi magazzini di merce a basso costo proveniente dalla Cina.

La comunità africana

Sull’isola vive anche una nutrita comunità africana. In località come El Fraile e Guaza la loro presenza è massiccia. Gestiscono e frequentano la maggioranza dei “phone center”, degli internet point dove è possibile telefonare in tutto il mondo con tariffa vantaggiosa e fare fotocopie. Alcune centinaia di africani lavorano come venditori ambulanti nelle zone turistiche. Anche gli africani sono soliti frequentare dei bar dove sono africani la maggioranza dei clienti.

Il razzismo è limitato

Ovviamente ci sono persone di tutti i tipi, e generalizzare non è mai corretto. Ma se mi chiedete di descrivere i canari, mi sento di dire che sono un popolo accogliente e generoso. Sono persone semplici, che sanno accontentarsi di poco per essere felici, e anche se sono un po’ “chiusi”, come tutti gli isolani del resto, nei confronti dello straniero sono amichevoli e disponibili.

Nonostante la folta presenza di stranieri, e nonostante come avviene in molte realtà, buona parte dei reati commessi sull’isola siano a loro attribuibili, a Tenerife non si respira un clima razzista e ostile nei confronti del “forestiero”. Verso alcune nazionalità ci può essere una certa diffidenza, e questo negli ultimi anni ha iniziato a riguardare anche noi italiani purtroppo. Diversi connazionali hanno minato la reputazione degli italiani rendendosi protagonisti di truffe, occupazioni abusive di immobili, morosità nel pagare l’affitto e altro. Ma episodi di discriminazione sono veramente rari.

Come i canari considerano gli stranieri

Molti canari si rendono conto che gli stranieri, sia turisti che nuovi residenti, hanno dato un grosso contributo allo sviluppo dell’arcipelago. I tanti stranieri che si sono trasferiti qui hanno dato impulso all’economia ed ai consumi. Nuovi clienti per imprese e le attività commerciali. Poi c’è il rovescio della medaglia. Se c’è chi beneficia dell’aumento degli stranieri, c’è anche chi li accusa di avere fatto lievitare il mercato immobiliare (ed è vero) e di sottrarre posti di lavoro ai canari. Ma chi ha un atteggiamento ostile è decisamente in minoranza. La maggioranza dei canari sono aperti nei confronti degli stranieri onesti che vengono qui per vivere dignitosamente. Giustamente però spesso vengono invocati controlli sui nuovi arrivati, per evitare di importare pregiudicati e criminali. Anche qui purtroppo, come in Italia, non ci sono “filtri” e nella massa dei nuovi arrivi ci sono anche delinquenti.