Testimonianze expat: “vi racconto la mia partenza per Tenerife”

Inauguriamo la rubrica gli expat si raccontano dedicata alle testimonianze expat con il racconto di M.Z. un ragazzo italiano che ho avuto il piacere di conoscere personalmente sull’isola, e che ha accettato di “raccontarsi” a patto di mantenere la privacy  🙂 

Sei sei un expat, raccontaci la tua esperienza anche tu.

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Arcobaleno a Los Gigantes, Tenerife

Perché trasferirsi proprio a Tenerife?

Ti racconto come mi sono trasferito a Tenerife io. Ho scelto di venire qua perché per me la natura, il mare, il clima di eterna primavera, già bastano per vivere bene ed essere felice. Per qualcuno forse è poco ma per me è davvero molto, adoro la natura in tutte le forme. Poi che la vita qua costa meno, senza bisogno dei riscaldamenti e tutto il resto è una cosa in più non da poco conto.

Via da Roma, che non mi offriva un futuro

Io sono di Roma e se restavo li a parte che non trovi lavoro e se lo trovi è sottopagato non potevo nemmeno prendere casa e andare a vivere da solo che i costi sono assurdi, un monolocale costa 700, 750 euro a mese in zone non centralissime tipo Conca D’Oro, Prenestino. Ci vanno le coppiette che da soli non lo puoi pagare l’affitto e anche in coppia per la casa con le bollette ti parte uno stipendio e vivi chiuso in un buco di monolocale. O te ne vai da Roma e vai ai Castelli o comunque fuori e tutti i giorni viaggi con i trenini per andare a Roma. Che poi già sai come funzionano i mezzi a Roma. L’inverno italiano quando fa freddo e alle 5.00 è già buio e in giro non c’è nessuno mi metteva una tristezza che qua non ho più avuto. La gente ormai sta a casa sui social. Non si trovano più fuori ma su Facebook e personalmente ce l’ho ma ci passo 10 minuti al giorno, preferisco camminare nella natura, spiagge, ma anche montagna, ci sono sentieri bellissimi qua a Tenerife, incontaminati e una vastità di paesaggi dall’arido al verde. Tenerife è un posto che ad alcune persone le fa innamorare e io credo che sono tra queste. Se non fosse lontano da dove lavoro, mi sarebbe piaciuto vivere in zone come Vilaflor o Santiago del Teide in una casa rurale, nella natura. 

La partenza per Tenerife

Sono partito con 3500€ in tasca, ma se avessi avuto noie avrei potuto contare sull’aiuto della famiglia. Ma alla fine non ne ho avuto bisogno. Ero molto determinato a riuscire senza dover ricorrere all’aiuto a casa. Ho prenotato il viaggio di sola andata Sabato 9 marzo 2013. La data non la dimenticherò mai. Sbarcato all’aeroporto Reina Sofia ho recuperato i 20kg di bagaglio che rappresentavano il mio intero trasloco, insieme al bagaglio a mano, e con il bus sono arrivato alla parada della guagua di Los Cristianos. (la stazione del Bus, ndr) I primi 8 giorni ho vissuto in Hostel, avevo deciso di minimizzare le spese, forse a posteriori dico che è stato un eccesso di prudenza, ma avevo paura che se non trovavo casa velocemente e si prolungava il soggiorno in hotel avrei speso molto.

Testimonianze expat: trovare la casa a Tenerife

Cercare la casa con la fretta addosso non è consigliabile poi non avendo trovato lavoro non sai dove conviene prenderla, e quindi se potete fate il contratto trimestrale, la offrono spesso questa possibilità. Ci ho messo 8 giorni a trovare un monolocale in una comunidad (residence, ndr) a Los Cristianos 400€ al mese todo incluido, contratto di 3 mesi che poi ho rinnovato tre volte, sempre per 3 mesi. Il giorno seguente al mio arrivo ho subito fatto il NIE e ho sistemato il discorso casa. Mi recai alla Policia alle 9.00, mi consegnarono i moduli da compilare e quello da pagare. Andai a piedi a fare il pagamento, tornai con quello e i figli riempiti dalla Policia ed ecco fatto il NIE. Nei giorni seguenti ho iniziato la ricerca di lavoro. I primi tempi bazzicavo molti locali italiani, e infatti trovai lavoro li. Poi però appena dopo poco masticavo già uno spagnolo accettabile, cercavo anche in locali non italiani. Preciso che io parlo un buon inglese, e arrivato a Tenerife me la cavavo già un po’ con lo spagnolo, che avevo iniziato già in Italia a studiare privatamente. Dopo 2-3 mesi comunque già parlavo abbastanza bene, una volta qua volevo fare un corso, ma poi alla fine non l’ho fatto e ho imparato parlando con le persone e guardando la tv. Aiutano molto i video sottotitolati su youtube. I primi tempi qua non è facile per molti italiani trovare spagnoli con cui fare pratica, io invece ho avuto la fortuna di conoscere da subito alcuni ragazzi locali e iniziare a frequentarli e uscire. Non vi ghettizzate, cercate di fare amicizie. Se avessi voluto potevo lavorare già dopo pochi giorni qua come PR dei locali di Las Americas, che come ti dissi sono alla costante ricerca perché i PR vanno e vengono, ma i guadagni sono magri. Se la sera dopo cena hai piacere di stare nelle zone di Las Veronicas, tra la gente, arrivi a fine mese racimoli qualche centinaia di euro, sempre meglio che niente, specialmente per i ventenni. Ma io non ci sono per questi lavori qua, ho preferito aspettare altre occasioni. Il primo lavoro degno di questo nome ad un locale italiano a Las Americas (mi tengo volutamente sul generico) lo ho trovato dopo 3 settimane, e sono durato 4 mesi, ovvero quando ho trovato di meglio me ne sono andato, perché li si lavorava ben più di 8 ore al giorno, 6 giorni su 7 e gli straordinari non erano segnati. In seguito sono andato a lavorare da un locale cinese, e qua sfatiamo il mito: alcuni pensano che i cinesi siano sfruttatori, invece almeno nel mio caso, mentre dall’italiano si faceva più ore, dal chino ero assunto regolare a 8 ore al giorno e facevo esattamente l’orario che dovevo fare. Sui turni non si sgarrava di 5 minuti, e se capitavano extra, si recuperavano o erano remunerati regolarmente. Dell’italiano comunque non me la sento di criticarlo, perché c’è da dire che gli affari non gli andavano più di tanto, e lui non tirava fuori dal locale più di quanto prendevamo noi dipendenti. Se avesse pagato di più non gli rimaneva nulla, ma i locali devono avere un orario ampio di apertura.

Molta concorrenza, cercare lavoro a Tenerife non è facile

Negli ultimi anni sono arrivati tanti stranieri, tra cui molti italiani, e ora cercare lavoro è più difficile rispetto a qualche anno fa. Io credo che ora sia più dura iniziare, quando arrivi qua, verso i nuovi arrivi c’è più diffidenza, invece dopo che lavori qua per qualche anno, fai curriculum e ti fai conoscere per uno serio, poi trovi lavoro anche con il passaparola. Los Cristianos, Las Americas, sono cittadine piccole, la gente si conosce e parla, se uno è poco serio dopo un paio di lavori non trova più nulla se non cambia la zona. Tornando al lavoro, ho lavorato dal chino fino a Giugno 2015 quando sono stato assunto da una struttura alberghiera di buon livello, in zona Los Gigantes. Dal chino mi trovavo bene, ma non ho mai smesso di cercare opportunità migliori, ho fatto domanda a molte grandi strutture alberghiere e alla fine sono stato preso. Anche oggi che ho un lavoro che mi soddisfa in un hotel con molti dipendenti, contratto regolare e tutto, sempre mi informo sulle possibilità di lavoro e invio curriculum dove reputo che lavorarci sarebbe andare in migliorando. Il curriculum che portate dall’Italia e le esperienze di lavoro in Italia valgono, ma sono pesate meno di quelle del posto, dove magari possono anche informarsi su di voi, sulla vostra serietà. Per uno che arriva qua senza esperienza qua, è difficile essere assunto in grandis strutture, a meno che non sia uno chef piuttosto titolato e una struttura di livello cerchi quello. In Italia sono tornato sempre due volte all’anno, a seconda della disponibilità di ferie. Torno per la famiglia, per gli amici, per la mia città, che mi mancano, ma sinceramente non vorrei tornare a viverci. Casa mia ormai la sento nell’isola. Per il futuro non lo so, non escludo niente, ma tornare in Italia la vedo molto dura se non cambiano le cose.

M.Z.

Sei uno degli oltre 4 milioni di italiani che vive all’estero? Raccontaci la tua esperienza, per la rubrica “testimonianze expat”, anche in “forma anonima”, se non gradisci la pubblicazione del tuo nome. Puoi rispondere alle nostre 10 domande, oppure un testo libero, come preferisci. 

Diario di Tenerife