Troppi italiani a beneficiare di sussidi: Gran Bretagna e Germania hanno detto stop!

Regno Unito e Germania, i due paesi più solidi d’Europa, e che hanno risentito meno della crisi, negli ultimi anni sono stati interessati da un massiccio arrivo di migranti provenienti dai paesi dell’Unione Europea, tra cui numerosi italiani. Persone in cerca di un’occupazione e di un futuro migliore che spesso si sono trovate a fare i conti con una realtà dove trovare un buon impiego non è facile come si crede, e si sono trovati dopo poco a vivere di sussidi pubblici. E non manca una minoranza che sceglie dove trasferirsi proprio in base alla possibilità di beneficiare del welfare. Ora Regno Unito e Germania hanno chiuso i rubinetti. Gli inglesi con la brexit si apprestano addirittura a chiudere le frontiere anche ai cittadini UE, mentre i tedeschi pur lasciandole aperte hanno dato un giro di vite al sistema del welfare, escludendo chi si è trasferito in Germania da meno di 5 anni.

Il nodo brexit

Il processo che porterà la Gran Bretagna all’uscita dell’Unione Europea (brexit) sta per iniziare, e dal 15 Marzo il governo di Londra chiuderà le frontiere anche ai cittadini provenienti da altri paesi UE. La situazione è calda, con la Scozia – dove la maggioranza delle persone non vede di buon occhio la brexit – si dice pronta a ripetere il referendum sulla permanenza nel Regno Unito, in quanto rispetto a quando c’è stato il referendum secessionista i presupposti sono cambiati, proprio alla luce dell’uscita dall’Europa unita.

Trasferirsi in Inghilterra diventerà più difficile

Trasferirsi in Regno Unito diventerà più difficile, i cittadini UE se non ci saranno accordi differenti (la cui stipula non è ad oggi prevista, ma non è da escludere) e gli europei saranno trattati come chi proviene da paesi extra UE. Fino ad oggi un cittadino comunitario poteva trasferire la propria residenza in Inghilterra (come in Spagna ed in tutti i paesi UE) senza necessitare di un “permesso di soggiorno” o niente di simile. Era sufficiente trasferirsi, conseguire i documenti locali (nel caso della Spagna il NIE) e affittare una casa per registrare la residenza. In futuro ci saranno dei requisiti a cui sottostare, simili a quelli a cui sono sottoposti gli extracomunitari nei paesi europei.

Che fine faranno gli expat italiani a Londra?

Gli expat che attualmente soggiornano regolarmente in Inghilterra e hanno un lavoro sicuramente potranno restare, ma se perderanno il lavoro o si troveranno in situazioni di difficoltà il rischio è quello che siano rimpatriati, come avviene per i cittadini extra-UE. Negli ultimi 5 anni il numero di italiani residenti nel paese della Regina Elisabetta sono aumentati di oltre 50mila unità, e buona parte di questi sono andati a Londra. Si tratta in prevalenza di un’immigrazione giovanile, ventenni che vogliono fare un’esperienza all’estero o giovani, laureati e non, in cerca di lavoro e fortuna.

Da tempo l’Inghilterra si era posta il problema dei costi del welfare – che in Inghilterra è forte – offerto a centinaia di migliaia di cittadini europei, arrivando a lamentarsi con le autorità europee per il massiccio arrivo di cittadini italiani registrato in Regno Unito negli ultimi anni. Persone che spesso non conseguivano un lavoro, o alternano periodi di lavoro a periodi di disoccupazione, facendo ricorso alle misure di sostegno al reddito.

Il governo inglese contro i “turisti del welfare”

Per approfondire la questione dei malumori inglesi per i troppi connazionali che si trasferivano per beneficiare del welfare inglese, potete dare un’occhiata ai seguenti articoli, risalenti a ben prima del referendum per la brexit.

A Londra troppi italiani, fermateli o lasceremo la UE http://www.ilgiornale.it/news/mondo/londra-troppi-italiani-fermateli-o-lasceremo-lue-1056130.html – del 01/10/2014 iniziano i malumori…

Migranti, ora Regno Unito vuol chiudere porte a italiani: “No ai turisti del welfare” – http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08/30/migranti-ora-regno-unito-vuol-chiudere-porte-a-italiani-no-ai-turisti-del-welfare/1994558/ – del 30 Agosto 2015 iniziano a pensare a misure per chiudere le porte.

Quei 165mila italiani in Inghilterra con il welfare tagliato da Cameron http://www.corriere.it/economia/15_novembre_29/quei-165-mila-italiani-inghilterra-il-welfare-tagliato-cameron-c6dadcb4-966d-11e5-bb63-4b762073c21f.shtml – del 29 novembre 2015

Pare proprio che alla base della stretta sul welfare decisa dal governo inglese ci siano anche gli italiani, che dopo i polacchi – che sono 1 milione – rappresentano la seconda più ampia comunità di migranti provenienti dall’UE, con 600mila italiani che vivono in Gran Bretagna, seguiti da 500mila irlandesi, 300mila francesi e 250mila persone provenienti dalla Romania.

La stretta sul welfare agli stranieri della Merkel

Pur senza uscire dall’UE da quest’anno anche la Germania ha introdotto una normativa più stringente per avere accesso all’ottimo welfare tedesco. Con la nuova legge possono godere di misure di sostegno e sussidi vari solo coloro che vivono nel paese da almeno 5 anni. In questo modo il governo tedesco taglia i ponti a quanti si trasferivano in Germania proprio per sfruttare il welfare locale, che era concesso dopo appena sei mesi di permanenza. Anche in questo caso l’intensificarsi negli ultimi anni di expat provenienti dall’Italia e che trascorsi pochi mesi beneficiavano degli aiuti, facendo lievitare la spesa enormemente, hanno certamente contribuito a fare si che il governo imponesse dei limiti. Gli italiani in Germania sono 700mila, e anche se molti vivono nel paese da decenni, negli ultimi anni l’immigrazione italiana in Germania è tornata ad aumentare. Chi si trasferisce in Germania e non trova un lavoro dovrà tornare indietro: la festa di rimanere li con casa pagata e sussidi, che nel caso ci siano i figli piccoli sono discretamente sostanziosi, è finita.

La situazione in Spagna ed a Tenerife

Pur prevedendo misure di sostegno a chi si trova in difficoltà economica e ammortizzatori sociali come il “paro”, il welfare spagnolo non è paragonabile a quello di paesi come Germania e Inghilterra, pertanto non è presente il fenomeno del “turismo del welfare”. Chi si trasferisce qua – escludendo i pensionati – generalmente lo fa per cercare lavoro o per aprire un’attività in proprio, e non per succhiare il welfare di stato.

Diario di Tenerife