Diari di viaggio della via degli dei con il cane
Abbiamo percorso il cammino degli Dei inizialmente in tre, io ( Decibel ) , Das e Furia Buia , sul finale insieme con MicMap. Siamo partiti il 22 maggio del 2017 e siamo tornati il 27 maggio 2017. Questi sono i nostri diari, giorno per giorno. Buona lettura e buon cammino!
Secondo giorno : da Badolo al Rifugio del viandante, quando ti chiedi chi te lo ha fatto fare.
Veniamo attaccati da un esercito inferocito che ci costringe alla fuga. Raggiungiamo Badolo, scopriamo una colonia felina e come in un sogno raggiungiamo la vetta del monte Adone.
La notte è calata velocemente sui nostri sogni e quando ancora il sole tarda a rischiarare l’alba mi sveglio infastidita. Il primo pensiero va ad un’incursione di zanzare all’interno della tenda. Smanacco un pochino e tento di riprendere sonno. Mi sveglio con un terribile fastidio sulle gambe e alle braccia. Apro gli occhi e vedo Furia Buia accanto a me in assetto di guerra. Recupero le poche capacità cognitive e mi rendo conto che la peste nera sta schiacciando con le zampe degli animali che stanno tentando di prendere possesso della nostra tenda. Mi guardo le braccia e sono piene di formiche! Mi scopro le gambe e ho formiche ovunque.
Furia Buia mi guarda con l’espressione :
” Capo, ci stanno attaccando e stanno vincendo loro! che facciamo capo?”
Cerco di capire cosa ne pensa Das e lui, nonostante le formiche, dorme tranquillamente.
Guardo l’ora.
Sono le 5:24 minuti!
Direi che è un po’ prestino per alzarci, ma la verità è che non c’è soluzione. Dobbiamo uscire dalla tenda.
Ora che ho la conferma che il Dio del cammino degli Dei si sta divertendo con noi, mi sento di poterlo nominare invano e con appellativi colorati, senza nessun rimorso.
Sveglio Das con la promessa di un biscotto e lui si fa convincere e esce. Furia Buia non se l’è fatto ripetere due volte.
Scuoto la tenda il meglio possibile cercando di non portarmi dietro mezzo formicaio e faccio provare le brezza del volo libero ad una cinquantina di formiche che non sono sicurissima apprezzino il mio intervento mattutino.
Scopro l’entrata del formicaio.
Esattamente sotto la tenda. Un minuscolo buchino che ieri sera non avevo visto.
Facciamo colazione. Non riesco a capire se ho fame o ho sonno, ma qualche cosa ho, quindi visto che di dormire non se ne parla, provo a mangiare.
Le merendine che mi ero portata si sono pressate abbastanza bene e sono diventate più simili ai biscotti che a delle merendine, ma mi sembrano buonissime. Anche Das sembra gradire.
Furia Buia euforico, parte esplorando, mentre io e Das ci guardiamo con la stessa espressione stanca. Gli prometto che non faremo tanti chilometri e che troveremo il modo di riposarci il prima possibile.
Smonto il mio piccolo accampamento e riparto lungo il sentiero che sale ripido, non prima di aver lasciato vicino al formicaio un po’ di zucchero e un pezzo di merendina per farmi perdonare.
In poco tempo siamo in cima al sentiero e arriviamo proprio dietro al cimitero di Badolo.
Scendiamo per andare verso la colombaia.
Ammetto che il mio istinto di esploratore sia piuttosto provato in questo momento, ma la salita con la corda fino alla colombaia mi sveglia completamente. Immagino che insieme a me si sia svegliato anche mezzo paese, visti gli abbai di Das che non potendomi seguire, sfoga la sua frustrazione in sonore rimostranze canine.
Torniamo indietro lungo strada e acceleriamo il passo davanti al cartello che indica un passaggio gatti.
Vedo le orecchie di Furia Buia che come radar, sondano i rumori intorno per carpire la traccia dei piccoli quadrupedi. Mi immagino la colonia felina, una lotta acerrima all’ultimo sangue con Furia Buia, ma sono solo i residui dei sogni che non ho avuto modo di fare stanotte. In ogni caso cerco di tenere un passo sostenuto e vado verso il sentiero che porta alla vetta del monte Adone.
Raggiungiamo la vetta come in trance. La stanchezza si fa sentire, troppo presto. Solo il panorama incredibile ci dona sollievo.
Troviamo l’acqua a Brento e ci aspetta una sorpresa : l’asfalto! Partiamo, ci fermiamo, ripartiamo, dormiamo pure. Ci superano nuovamente tutti, stupiti di vederci lì.
Tutta questa parte è come un sogno ad occhi aperti. Trovare l’acqua è come al solito una bellissima sensazione. Nonostante siano passate da poco le 9 del mattino, il caldo è già terribile.
Le domande filosofiche che mi sono fatta prima di partire si ammassano senza nessun ordine nella mia testa.
Guardo Das per cercare le risposte visto che Furia Buia sembra divertirsi un sacco. Anche Das come me sta patendo le poche ore di sonno di questi due giorni.
Guardo per la prima volta il navigatore.
Secondo la tecnologia entro le 12:30 saremo a Monzuno.
Siamo decisamente in anticipo.
Sono costretta a mettere il guinzaglio a Das e a Furia Buia perché inizia l’asfalto.
Inizialmente mi sembra una bella cosa, niente gradoni, la strada è piacevolmente in discesa, ci vorrebbe un bel posticino all’ombra dove fermarci un po’.
Naturalmente l’umorismo del Dio del cammino degli Dei è infinito e il posticino all’ombra non si trova. Arriviamo a Ca’ di Mazza e troviamo un sentiero lungo strada con dell’ombra.
E’ decisamente presto e è decisamente il momento di fermarci e dedicarci ai piaceri intellettuali, scrivere, leggere, ma sopratutto dormire!
Ci sdraiamo all’ombra e nel giro di pochi minuti ci addormentiamo tutti e tre.La strada è poco trafficata e il rumore dei grilli ci fa da ninna nanna. Oh Dio del cammino degli Dei, concedici un po’ di riposo, altrimenti non arriveremo mai a Firenze!
Purtroppo le nostre preghiere non vengono ascoltate. Nel giro di pochi minuti veniamo svegliati dal gruppone dei trekkingari bastoncino muniti. Das abbaia. Li tranquillizzo, è vero sono liberi, ma non arriveranno mai fino lì, abbaiano e basta. Chiedo a uno a caso come sta la tipa e mi viene detto che sta molto bene. Nel tono della loro voce c’è stupore. Mi chiedono come faccio ad essere già arrivata lì. Gli rispondo che ho camminato, ma non gli racconto che siamo stati svegliati dalle formiche assassine.
Acquisto punti incredibili ai loro occhi, forse anche noi siamo camminatori. Non vi sbagliate, noi siamo camminatori lenti e infatti, per la seconda volta ci avete incontrato e per la seconda volta, noi dormivamo, o almeno ci provavamo. .Mentre parlo con loro, prendo un libro e gli auguro buon cammino, noi ci rilassiamo un po’.
Cosa avranno pensato è ancora un mistero, credo che se gli avessi detto che ero l’inventrice del teletrasporto, mi avrebbero creduto di più che non ad avergli detto che eravamo arrivati lì camminando.
Mi viene in mente la bellissima frase di Alan Turing:
A volte sono le persone che nessuno immagina che fanno certe cose.
Sono loro che fanno cose che nessuno può immaginare
Comincio a leggere il libro che mi sono portata. Si, ho considerato un libro, parte delle cose essenziali da portarmi nello zaino.Ho maledetto questa mia decisione un numero inferiore di volte a quella di aver benedetto la sua compagnia. Il libro l’ho iniziato in cammino e l’ho finito l’ultimo giorno. Ogni parola di quel libro è il mio cammino degli Dei.
Dopo un po’ proviamo a partire, ma il caldo terribile che sale dall’asfalto ci fa fermare.
La prendiamo con calma e mangiamo.
Per fortuna siamo all’ombra, perché fa un caldo terribile.
Stiamo quasi per finire l’acqua e questo non va bene.
Verso le 15:30 tentiamo di partire di nuovo, ma Das non ne vuole sapere per niente. E’ troppo caldo. L’odore del catrame sale dal basso in un denso calore che sa di nero. Ci fermiamo nuovamente.
Ed eccoli lì, i due francesi!
Ci sorridono e come da copione ci superano.
Questo è indubbiamente un insegnamento del Dio del cammino degli Dei. Da quando siamo partiti non abbiamo mai superato nessuno, ma in compenso siamo stati superati almeno due volte, se non tre, dalle stesse persone. A questo punto mi chiedo come sia possibile. Che stia facendo un cammino degli Dei parallelo? I sentieri sono quelli, come è possibile?
Il caldo e l’odore di asfalto mi provocano piacevoli deliri allucinogeni. Mi vedo anziana, con Das e Furia Buia decrepiti accanto, in un loop spazio temporale, dove il ticchettio dei bastoncini da trekking ci supera mentre ci dicono Halò in un improbabile francese.
Svanisce l’effetto allucinogeno dell’asfalto e arriviamo su un pezzettino meraviglioso di via gotica che dura troppo poco. Incontriamo i due innamorati e tentiamo di prendere la corriera.
Il miraggio di arrivare per pranzo è svanito da un po’ e la necessità di acqua si comincia a far sentire.
Ripartiamo armati di coraggio, Das e Furia Buia protestano. Finalmente arriviamo ad un sentiero. Non è particolarmente alberato, ma almeno non è asfalto bollente.
Mi rendo conto di aver fatto veramente poche foto quando mi viene la voglia di fotografare un bellissimo campo. Ci fermiamo ad una panchina, usata più come bagno che come luogo di riposo e sentiamo delle voci dietro di noi.
Ci vengono incontro un ragazzo e una ragazza. Stravolti anche loro dal caldo e con lo zaino esploso lungo il corpo. Mi raccontano di aver fatto male i conti e di aver caricato troppo lo zaino. Portarsi la tenda e il cibo nel cammino degli dei è dura. Gli dico che capisco benissimo la situazione.
Recuperiamo tutti le forze e mi faccio superare di mia spontanea volontà.
Il sentiero torna ad essere asfalto in un tempo decisamente troppo breve e incontro nuovamente i due ragazzi che non sanno dove andare. Confrontiamo le cartine e decidiamo la via. Mi fermo per dare da bere a Das e a Furia Buia, abbiamo poca acqua e ce la dividiamo parsimoniosamente.
Lungo la via asfaltata che porta a Monzuno, incontro nuovamente i due ragazzi che stanno aspettando la corriera. Parliamo un po’ e mi convincono ad aspettare con loro. Das è felicissimo! non sono tanti km, ma l’asfalto lo sta uccidendo. Furia Buia guarda dubbioso la strada e pensa che nel mondo ci sono sicuramente troppi camion.
La fortuna ci assiste e da lì a una mezz’oretta circa arriva la corriera. A quanto pare il Dio del cammino degli Dei protegge i suoi pellegrini.
Si aprono le porte scorrevoli del paradiso blu e San Pietro, senza barba ne capelli, si affaccia tenendo le mani sul volante :
” Mica vorrai entrare con quei due cani vero? i cani no!”
A questo punto ho bisogno vi concentriate. Non è che eravamo amici con i due ragazzi, ma avevamo fatto un pezzo di strada insieme, avevamo tutti sete, la sera si stava avvicinando e le nostre strade si dividevano per colpa del Dio del cammino degli Dei che si stava accanendo contro di noi da due giorni.
Detto questo, immaginatevi la scena.
La corriera si avvicina, la musica di speranza sale, stiamo per arrivare in salvo, verso un bar, verso dell’acqua.
La scena rallenta e le porte si aprono e dentro il nero fumoso del cattivo presagio si apre facendo cambiare la musica che, con dei bassi altisonanti, ci annuncia l’imminente catastrofe.
Al povero guidatore di autobus, mettetegli tratti spigolosi e voce crudele da cattivo dei film Disney.
I miei due amici, mi guardano dispiaciuti, ma loro devono andare, sono stanchi e per loro la salvezza è a portata di mano. Gli dico di non pensarci, io farei lo stesso ( non è vero, ma non è importante lo sappiano, non li odio per questo, mi hanno regalato una delle scene più strappalacrime di tutto il cammino degli Dei ).
Das guarda la scena e tenta di salire, ma il guinzaglio lo ferma, la musica diventa tristissima. Vedo i volti che mi guardano dalle porte a vetri, volti dispiaciuti nel profondo e immagino la tristezza dei nostri sguardi.
Ci vedo riflessi nella porta, stanchi, assetati e delusi, non avremmo dato noia a nessuno.
La corriera in un tempo infinito ingrana la prima e il paradiso si allontana portando via anche i nostri nuovi amici.
Se ancora non avete gli occhi lucidi dopo questa scena, probabilmente è perché siete morti.
In questo momento arrivare a Monzuno mi sembra impossibile.
La strada per Monzuno sale. Finiamo l’acqua. Cerchiamo il bar, ma naturalmente è chiuso.Parlando da soli ci viene in aiuto una persona.Prendiamo una decisione drastica e decidiamo di imparare a farci salvare.
Mancano solo 5 km, non sono molti, ma l’asfalto è bollente, la strada in salita, i camion ci sfrecciano accanto ( se non lo sapete, Furia Buia ha paura dei camion, nel caso leggete questo : Primo giorno ) e a questo punto abbiamo finito l’acqua.
Appiccicato alla mia gamba, Furia Buia porta negli occhi la mattinata libero sul monte Adone e si chiede come abbia fatto la vita a trascinarci fino a qui. Mi stupisco della sua capacità di creare metafore tanto profonde, solitamente è Das a elargire perle di saggezza. Das mi cammina dietro, lentamente. Ogni volta che sul lato la strada diventa sentiero e si nasconde nei boschi, tenta di portarmi in quella direzione. Gli spiego che non è possibile, dobbiamo proseguire.
Parlo con loro a voce alta, li rassicuro, gli dico che ci siamo quasi e sopratutto gli dico che appena troviamo un bar gli compro tutto quello che vogliono.
Davanti a noi passa l’autobus di prima.
Un barlume di speranza, se sta già tornando indietro la via deve essere per forza breve.
L’autista ci saluta.
Mi sento come in terminator uno.
La lista delle possibili reazioni mi si disegna nella mente, ma è inutile che mi illuda e infatti, nonostante tutto, un sorriso mi si disegna sul volto e ricambio il saluto.
Lo so, me lo sento, ora torna indietro. Fa un altro viaggio e torna indietro e mi viene a prendere e mi fa salire e non mi fa nemmeno pagare il biglietto, magari non esageriamo, quello si.
Il mio umore va di pari passo con la fatica che sta facendo Das e in questo momento mi sento Atreiu nelle paludi della tristezza. Tiro il guinzaglio di Das come Atreiu tirava le redini di Artax e gli sussurro di non mollare, di resistere, ce la possiamo fare, non deve cedere alla tristezza, il bar esiste e noi lo troveremo!
Il link alla scena del film non ve lo metto questa volta perché è veramente troppo triste.
Ed eccolo lì, come un miraggio, lungo la strada, un bar.
Siamo salvi!
Le piante davanti al bar sono annaffiate, segno che qualcuno è stato lì da poco. Apro la porta e non si apre. Spingo con più forza. Vedo all’interno i frigoriferi con le bottiglie d’acqua. Busso.
Non c’è nessuno.
Guardo gli orari e scopro che è giorno di chiusura. Sento la risata profonda del Dio del cammino degli Dei che si prende gioco di noi.
Ripartiamo bofonchiando. Continuo a parlare ad alta voce, dicendo a Das che la troviamo l’acqua e che non può essere asfalto per sempre, sono i 5 km ( in salita ) più lunghi della mia vita!
Un tipo in bicicletta mi sente :
” ma che vuoi dell’acqua?”
Non mi sembra vero, lo guardo stupita.
“Si, ma non per me, vorrei dell’acqua per loro!”
“Per i cani c’è sempre tutto, vieni.”
Il tipo mi porta un secchio di acqua fresca e lo depone ai piedi dei miei cani. Bevono ingordi. Furia Buia tenta anche di infilarcisi dentro, ma non gli riesce. Ringraziamo mille volte e ripartiamo. Ora possiamo arrivare, me lo sento, quanto mancherà mai!
A questo punto mi prende un dubbio. Das e Furia Buia non hanno più voglia di camminare, nonostante abbiano bevuto. Anche se arriviamo a Monzuno sicuramente dovremo camminare ancora per poter uscire dal paese e mettere la tenda. Mi fermo per controllare la cartina. Effettivamente siamo quasi arrivati, ma prima di trovare un possibile posto tenda ci sono ancora almeno altri tre km di asfalto in leggera salita.
Ci fermiamo di lato alla strada lungo un sentiero a riflettere. Ho paura che se forzo troppo Das, non riuscirà a fare tutto il cammino. Abbiamo bisogno di riposo e di tranquillità.
Siamo a tu per tu, io e il Dio beffardo del cammino degli Dei. Lui aspetta la mia mossa.
Guardo Das e Furia Buia e tutto mi è chiaro.
Prendo il telefono e chiamo l’unico albergo di Monzuno. Non c’è posto e non prendono cani.
La tua mossa Dio del cammino degli Dei è quanto mai scorretta.
Guardo la cartina di nuovo.
Il rifugio del viandante. Un nome appare dal nulla, come per magia.
Chiamo e non solo hanno posto, ma se voglio posso mettere la tenda e i cani sono i benvenuti.
C’è qualche chilometro in più da fare. Das non ce la può fare, o meglio, ce la fa, ma è chiedergli tanto.
Sento la mia voce che dice :
” Non è che ci potreste venire a prendere? sono io e due cani”
Davvero l’ho detto? veramente? Sto veramente chiedendo aiuto? Dio del cammino degli Dei, questo è più o meno un miracolo!
Mi aspetto una risposta negativa, probabilmente loro non hanno una macchina oppure la loro religione non gli permette di offrire passaggi agli sconosciuti, invece mi dicono di si.
E’ un caso più unico che raro. Solitamente non possono far salire veramente cani in macchina perché hanno un figlio che soffre d’asma allergica, ma siccome è passato a trovarli un amico, mi possono mandare lui.
Veniamo salvati e arriviamo proprio dove dovevamo essere.
Arriviamo a Monzuno. Das e Furia Buia sentono il mio umore rinvigorito e anche loro si sentono più forti.
Vediamo una panda bianca accostare di lato. I quadrupedi si fermano in attesa a pochi metri. Das mi guarda e chiede conferma.
“si Das, è venuto a prenderci!”
Mi dimentico sempre che gli esseri umani non sono abituati a Das. Il biondo è arrivato a casa mia alla magnifica età di 35 gg. Abbiamo iniziato a parlare da subito. E’ talmente abituato a essere capito che si stupisce quando qualcuno non lo capisce. Potrebbe parlare se solo avesse un apparato differente per la riproduzione dei suoni, lui questo non lo sa e spesso tenta di ingaggiare complesse discussioni filosofiche. Non è che Das capisce me, Das capisce le persone.
Voglio spezzare una lancia in favore del piccolo cane nero. Anche Furia Buia ha imparato a comunicare con gli umani e sa farlo molto bene, solo che il suo interesse verso questa attività è talmente niente che il niente è già troppo per lui.
Dopo questa doverosa premessa, capirete come mai, solo ascoltando le mie parole, Das ha iniziato a tirare con tutta la forza che ha verso il nostro salvatore. Arrivato da lui, l’ha baciato, ringraziato, strusciato e leccato.
Per fortuna era davvero lui. Stupitissimo mi ha detto :
” Incredibile, lui non mi conosce, ma sembra aver capito che vi sto aiutando”
“em, non sembra, l’ha proprio capito. Ha capito che avevo chiesto aiuto già dalla telefonata, poi ha avuto conferma quando camminando io mi guardavo intorno per vedere se arrivava qualcuno e alla fine, quando sei arrivato, mi ha chiesto se eri tu e quando gli ho detto di si, ti ha ringraziato. Non sembra, ha proprio capito.”
“ma è possibile?”
” Bho, per lui è normale, anche l’altro ha capito, ma non gliene frega niente”
Ecco fatto. Ora si che ci siamo aggiudicati il primo premio pazzia. Poco importa. Ho deciso che questa sarà la mia fantomatica scena di salvataggio. Nella vita fino ad oggi mi sono sempre trovata nella posizione o di salvare o di salvarmi da sola. Farmi salvare ce l’avevo proprio tra le cose da fare in questa vita!
Ad onor del vero il tipo era anche bellissimo. Forse no, ma nel mio ricordo sarà sempre un uomo bellissimo.Lui e il dottore che mi operò di tonsille a 6 anni non hanno veramente un volto, ma per me sono e rimarranno bellissimi.
Arriviamo al rifugio del viandante e la prima cosa che vediamo è la stalla affrescata.
Prima di partire avevo deciso che volevo vedere alcuni luoghi, questo affresco era esattamente uno di quelli che volevo vedere. Dal vivo è ancora più bello. La mia personale icona della via degli Dei.
Mi accoglie Barbara e mi sento subito a casa. Capisco quanto sia il mio ambiente ogni secondo che parlo con lei. Arrivati alla stanza, libero i cani e gli do da bere.
Il luogo e veramente accogliente.Barbara mi racconta che poco prima sono arrivati altri due viandanti. Mi parla di arte, di emozioni, di speranza. Sento la stanchezza sciogliersi ad ogni parola e la pace e la tranquillità che prendono il posto alla preoccupazione per Das.
Faccio un giro e vado a fotografare la stalla, che è l’opera di due artisti che a quattro mani hanno fuso i loro stili per creare quel dipinto.
Torno in camera e mangiamo voracemente tutti e tre.
Apro la finestra per osservare il sole che lascia la giornata dopo averci fatto tribolare non poco.
La voce di una ragazza che legge un libro sale fino a me.
Guardo verso il basso e vedo i due fidanzatini che hanno montato la tenda. Li saluto. Sono felici di rivedermi e anche io loro.
Prendo tutto il tempo per una doccia e poi mi metto nel letto a leggere un pochino. Mi addormento veramente felice, con Das che russa contento e Furia Buia che avrebbe preferito la tenda, ma ha gradito il passaggio.
Mentre sento il sonno intorpidire i miei pensieri capisco che il cammino è iniziato, qualche cosa è cambiata, o forse, come sempre succede durante i cammini, siamo noi che stiamo iniziando a cambiare.
Ci sveglieremo con una grande sorpresa e con davanti uno dei giorni più piacevoli di tutto il cammino, ma ancora non lo sappiamo, possiamo solo sognarlo.
Ringraziamenti e info pratiche
Prima di tutto un grazie a Barbara e Luca, come vi ho detto incontrare voi è stato proprio come incontrare un rifugio. Grazie di cuore. ( appena ho finito i racconti dei diari scrivo un articolo tutto su di voi, promesso )
Un ringraziamento va anche ai miei due simpatici amici che fino ad ora ho chiamato gli innamorati, ma al terzo giorno ho scoperto anche come si chiamano, quindi grazie a Giulia e Niccolò. Domani vi racconto meglio la loro storia e chissà, magari un giorno leggeranno queste parole e mi racconteranno come è finito il loro cammino degli Dei.
Non posso non ringraziare l’uomo in bici portatore d’acqua. Lui si dimenticherà di me, ma io me lo ricorderò per tutta la vita.
Un grazie anche ai super tecnici bastoncini muniti, che forse ora scopriranno il vero motivo per il quale li ho superati, ma in quel momento mi hanno fatto sentire tanto tanto figa.
Per il nostro salvatore di cui non solo non conosco il nome ma nemmeno lo voglio sapere, perché voglio che la sua immagine idilliaca non venga intaccata da niente di umanamente reale, un ringraziamento è decisamente poco. Avrà la nostra sempiterna gratitudine.
Visto che ci sono, quasi quasi ringrazio anche l’autista della corriera, in fin dei conti è stato fondamentale.
Per quanto riguarda le info tecniche, se state per partire per il cammino degli dei con il vostro cane, vi consiglio di leggere anche questo articolo : la via degli Dei con il cane
Per quanto riguarda la traccia gps, questa arriva da Badolo a Madonna di Fornelli, quindi anche la nostra tappa di domani.
Manca solo un’ultima breve storia, prima di addormentarci.
E’ chiaramente ispirata ad un grande della letteratura italiana, lui si meritava di essere portato in giro con me lungo il cammino degli Dei. Ogni volta non solo mi fa sognare con i suoi libri, ma mi colora gli occhi di fantasia : Stefano Benni.
L’autista della corriera
E’ la giornata più calda che esista. Non è ancora estate, ma oggi sembra di essere ad agosto. Avevo chiesto un giorno di permesso, i primi caldi mi uccidono, ma a quanto pare era troppo concedermi un po’ di respiro. Il motore di questo bestione lo sento che si riscalda, nonostante che abbia messo l’aria condizionata al massimo da sotto viene un caldo! Per fortuna la giornata è quasi finita, ultimi due viaggi e si va a casa e domani è un altro giorno.
Tanto solitamente a quest’ora non c’è mai nessuno a questa fermata, potrei tirare a dritto e risparmiare una manciata di minuti. Guarda un po’ invece, ci sono delle persone. Ci sono anche due cani, ma sono giganteschi!
Ora questa non vorrà mica salire sulla corriera? questi viandanti, sono sempre pretenziosi, ci sarà da litigare e io oggi non ne ho proprio voglia! Glielo dico deciso e poi se parte la litigata, vediamo come va a finire, io sicuro non li faccio salire! in una giornata come questa mi ci mancano pure due cani, mi fanno caldo solo a guardarli.
Prevenire è meglio che curare:
” Mica vorrai entrare con quei due cani vero? i cani no!”
La ragazza che tanto ragazza non è a guardarla più da vicino non sembra in cerca di rissa. Per fortuna non ci prova nemmeno. Via sbrigatevi che così chiudo la parta scorrevole che da fuori entra quel caldo terrificante.
Perché non se ne vanno? perché aspettano che parta? ce l’ha sicuramente con me, mi odia. Non potevo farla salire, nonostante la scena strappalacrime che c’è appena stata. Se la caverà in qualche modo è in vacanza in fin dei conti. Vogliono camminare lungo la via degli Dei, che camminino!
Anche questa è fatta. Si torna indietro, si ritorna a Monzuno e poi dritti a casa.
Guarda un po’, la ragazza con i cani. Non sembra passarsela benissimo, uno dei cani sembra camminare parecchio piano. Tra poco tanto sono arrivati. Ora vedrai che mi manda a quel paese, la saluto anche.
Sorride.
Mi saluta con il volto illuminato da un sorriso.
Certo che oggi è proprio una giornata calda, forse era il caso se li facevo salire, sembravano cani bravi, magari non avrebbero dato fastidio a nessuno.
Va bhè oramai è andata, non pensiamoci più che tra poco la giornata è finita.
Quello che non aveva considerato il nostro autista era il logorante senso di colpa che il sorriso che aveva incrociato stava scavando dentro di lui. Non riusciva a pensare ad altro e al ritorno cercò in tutti i modi di vedere se la incontrava, per poterle dare un passaggio. Il senso di colpa non lo abbandonò nemmeno una volta a casa e come una madre premurosa lo accompagnò a letto e gli rimboccò il lenzuolo.
La notte l’autista della corriera sognò un enorme cane giallo che lo teneva al guinzaglio e un cane nero alla guida della sua corriera. Sognò che la sua bellissima corriera era piena di gatti-bipedi e che ogni passeggero pagava il biglietto, chi vomitando palle di pelo, chi donando topi sanguinolenti.
Sognò di riuscire a liberarsi dal guinzaglio e di arrivare ad aprire la porta della corriera, ma proprio mentre tentava di uscire, una bambina con un volto da adulta gli sorrideva e gli diceva :
“Mica vorrai uscire con quei due cani vero? i cani si! tu no!”
“Ma come? non puoi trattarmi così, sono un adulto, posso fare quello che voglio!”
” Mi spiace, qua siamo in un sogno condiviso e visto che io ero in svantaggio è toccato a me dettare le regole del sogno, ma tranquillo, se non sei in un sogno matrioska tra poco tutto finirà e potrai tornare al tuo tram tram, ops scusa, alla tua corriera corriera”
“ti metti a fare le battute?”
“ammetto non sia una delle mie migliori, ma chi può mai venire a giudicare un sogno?”
“come faccio a uscire da questo sogno?”
“dice che i sogni condivisi, se fatti da tre persone siano sogni profetici, forse anche Das e Furia Buia stanno facendo lo stesso sogno, ma questo non posso saperlo”
” quindi cosa devo fare?”
“bho, fai quello che ti pare, io vado in un altro sogno che ossessionare te non mi diverte”
“non lasciarmi solo son i cani!”
“no tranquillo, i cani li porto con me! figurati se te li lascio”
L’autista si trovò solo in una corriera di gatti impazziti, dove avrebbe tanto desiderato ci fosse anche solo un cane.
Si svegliò al mattino come se non avesse dormito, il senso di colpa gli stava preparando il caffè. Ogni volta che il caldo afoso sfuma i contorni dell’asfalto, durante la notte, l’autista si trova intrappolato nel sogno di colpa e al mattina si svegli stanco come se avesse portato lui tutti i gatti in spalla fino a Monzuno.
Si racconta che lungo la via degli Dei, ogni tanto ci sia un autista, che elargisce passaggi gratis ai viandanti con i cani. Si racconta che lo faccia nelle giornate parecchio calde, nella speranza di poter sfuggire al sogno di colpa. Forse è solo una leggenda, visto che i cani non possono salire sulla corriera, ma io la preferisco alla realtà.
Le foto del secondo giorno