Quant’è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Lorenzo il Magnifico
Era il 18 novembre del 1487 quando i piedi dell’animale toccarono il suolo toscano. Il suo lungo collo si allungò fuori dalla gabbia dove era stata tenuta per mesi. Le piccole corna esplorarono l’aria.Il silenzio che incuteva la sua maestosità permeava l’ambiente. Gli occhi intensi di Lorenzo si tuffarono dentro il nero profondo degli occhi della bestia. Uno specchio scuro di domande lontane.
La fisicità dell’animale era incomprensibile agli occhi del Magnifico. La forza e la delicatezza vivevano in una simbiosi asimmetrica. Forse era proprio questo ad affascinarlo. L’anno prima, durante alcuni giochi, aveva presentato il manichino di una giraffa ai fiorentini. Vederla dal vivo era tutt’altra cosa.
Da politico quale era, sapeva benissimo di dover contenere il suo stupore.L’animale infatti era un dono. La verità era che nel mondo di Lorenzo i regali erano rari. I doni servivano sempre a comprare favori o a assicurarsene di futuri. Questo caso faceva parte di questa categoria. Il mamelucco d’Egitto, El-Ashraf Kait-Bey aveva fatto arrivare l’animale andando a stuzzicare la curiosità per l’esotico che Lorenzo aveva fin dalla più tenera età, in cambio dei suoi favori.
Lorenzo studiava l’animale, cercando di capirne i segreti. Il collo lunghissimo faceva si che i suoi occhi potessero spaziare in alto, lontano. Lorenzo si immaginò come sarebbe stato poter vedere esattamente quello che stavano vedendo quegli occhi. Giudicò il regalo di buon auspicio. Avrebbe sempre guardato lontano, anche più della sua meravigliosa giraffa.
Nel giro di pochissimo tempo la fama dell’animale crebbe a dismisura, tanto che i reali di Francia chiesero in prestito l’ungolato a Lorenzo, che rifiutò.
Ogni giorno nascevano nuovi quadri e nuovi poemi in onore dell’animale e le storie su di lui divennero mitiche leggende.
Venne portata in giro per città e conventi, poichè anche le suore di clausura richiesero di poter vedere l’incredibile creatura. Fintanto che la giraffa trovò la sua casa in un luogo molto particolare, la fattoria che i Medici avevano a Poggio a Caiano.
La fattoria non era un semplice luogo agreste, bensì era un vero e proprio esperimento , una rivoluzione agricola a tutti gli effetti. Un luogo unico, popolato da tantissime speci di animali.
L’animale purtroppo non visse a lungo. Dopo un anno trovò la morte. A quanto pare il clima e l’alimentazione non erano adatti alla sua esistenza in terra toscana. Solo un anno, ma i quadri, i poemi e i racconti su di lei, sono arrivati fino a noi e riescono ad affascinare come all’ora.
Quello che non sta riuscendo ad arrivare fino a noi invece è la fattoria di Lorenzo il magnifico.
La struttura delle cascine di Poggio a Caiano è ancora in piedi. Di una bellezza devastante e di un ingegno ancora vivo, cerca di resistere a scelte sbagliate e all’ingrato trascorrere del tempo. Le intemperie la stanno distruggendo giorno per giorno.
Siamo andati a spasso tra le rovine, abbiamo camminato dentro la vecchia chiesetta e siamo saliti fino al colombaio e su all’orologio della torre.
Si respira un aria antica, fatta di studio e dedizione. Il fossato, popolato sopratutto dal gambero della luisiana (Procambarus clarkii) e oramai abbandonato a se stesso, un tempo veniva usato per l’allevamento della fauna acquatica. Gamberi, tinche, carpe e lucci erano abitanti abiutali sia dell’Ombrone che dei fossi delle cascine di Poggio a Caiano. Tra i vari animali vi erano anche i mogheri.
In realtà si sa ben poco di questi misteriosi animali acquatici, si ipotizza che siano granchi con il guscio morbido.
Altra attività praticata regolarmente era la caccia. Furia Buia ha trovato particolarmente adatti i luoghi, lasciandoci da soli ad esplorare. L’abbiamo sentito abbaiare in giro, dietro chissà quale animale.
Come tutte le storie di abbandono, ci sono falsi benefattori che in passato hanno comprano tutto lo stabile per poi lasciarlo in rovina o multinazionali intenzionate alla totale distruzione del luogo in favore di agriturismi di lusso. La storia delle Cascine di Poggio a Caiano è simile a quella di Villa Saletta ( se volete saperne di più potete leggere questo articolo della guida–> Villa Saletta e l’accademia dei Georgofili ) e di molti altri stabili simili, triste e inconcludente.
Vi lasciamo con le nostre foto e con la voglia di andare a vederla.
Se volete conoscere tutta la storia, esiste un libro molto bello che si chiama “La fattoria di Lorenzo il Magnifico ” di Marco Masseti. Esistono anche alcuni siti che parlano della giraffa di Lorenzo, ve ne ricordo solo uno che parla dei dipinti ispirati dalla giraffa e è —> curiosità su Firenze
La verità è che non esistono prove che la giraffa sia stata portata proprio a Poggio a Caiano, ma non è veramente importante. L’unica cosa che conta è che il complesso si sta lentamente distruggendo e con esso una parte di storia.
Il consiglio dell’esploratore
Andate a cercare il punto più in alto. Vi aspettano degli affreschi nascosti.