Villa Mirabella, da villa signorile a lazzaretto

La notte mi assalì la febbre, e fino all’alba delirai, vegliato dal giovane ufficiale.(…) Il terzo giorno mi alzai dal letto e presi congedo dal giovane ufficiale (…) quando imboccammo il viale fiancheggiato d’alberi, chiusi gli occhi, e dato di sprone al cavallo m’inoltrai di galoppo fra le due terribili schiere d’uomini crocifissi. (…) A un tratto frenai il cavallo: “Che è questo silenzio?” gridai “perché questo silenzio?”. Avevo riconosciuto quel silenzio. Aprii gli occhi, e guardai. Quegli orribili Cristi pendevano inerti dalle loro croci: gli occhi sbarrati, la bocca spalancata, e mi guardavano fisso.

Curzio Malaparte ” La Pelle”

Per un appassionato di urbex Villa Mirabella è un tesoro più unico che raro.

Le cose che maggiormente colpiscono quando si esplorano luoghi abbandonati sono le tracce delle storie passate. Basta un piccolo segno. Un vecchio spazzolino, un bottone, un foglio con delle parole scritte, diventano nelle mani degli esploratori veri e propri tesori. Racchiudono la reale sensazione che quel luogo un tempo fosse vivo. Ecco che, nel trovare un piccolo pezzo di un giocattolo rotto, l’ambiente si anima e la fantasia crea bambini che corrono e giocano felici, odore di biscotti appena sfornati, la vita che era. A volte gli scenari sono più cupi, sopratutto nei luoghi che hanno visto storie diverse, ma la fantasia disegna nella mente degli esploratori i fantasmi del passato. Oro sono le crinoline, magia i vecchi interruttori. Tutto quello che possa, con la sua semplicità, creare dei personaggi e far ricordare il luogo come era, è la segreta caccia al tesoro di ogni cacciatore di urbex.photo 2023 01 26 19 44 50 320x240 - Villa Mirabella, da villa signorile a lazzaretto

Villa Mirabella fa parte dei luoghi che sicuramente regalano questa possibilità, per moltissimi motivi.

Ancora presenti, per quanto in pessime condizioni, gli affreschi originali della villa, sia nella cappella all’entrata, sia per quanto riguarda tutto il salone.

 

Sciupato invece il primo piano, che ha un tocco di modernità.

Non vi dirò di salire di lato nelle vecchie scale rovinate. Sicuramente non vi consiglierò di passare sopra le travi che coprono il buco nel pianerottolo per arrivare al secondo piano. Men che mai vi dirò di girottolare e scoprire le scritte, gli amori, il tetto del primo piano.

Come tutti quelli che fanno urbex sanno, i luoghi abbandonati sono pericolosi. Villa Mirabella ha un reticolo di tubi innocenti, che puntellano l’entrata a monito proprio della caducità dell’edificio. C’è anche uno splendido cartello all’entrata che indica che villa Mirabella è pericolante.

Non solo la parte centrale della villa è in pessime condizioni, ma anche la bellissima torretta, con una visuale su tutto Gabbro e sulla villa.ILP3210 320x213 - Villa Mirabella, da villa signorile a lazzaretto

La zona che doveva essere della servitù è sicuramente stata vissuta fino a tempi più moderni.  Vetri rotti e vari mobili distrutti, un’orenda parete rosa scuro che copre parte dei vecchi affreschi sono gli unici ricordi della vita che fu. Tre rasoi bic, di moderna fattura, ricorperti di polvere, abbandonati su uno specchio rotto o semplicemente posizionati per le velleità artistiche di un fotografo di passaggio.

 

Segnali di satanismo. Non fate quelle facce bigotte mentre leggete, se girate per luoghi abbandonati siete avvezzi quanto me a cogliere i segnali, più o meno veritieri di chi gioca o crede in queste cose. Questi luoghi creano un’attrattiva strana e tra le tante cose che attraggono, c’è anche questa. Ed ecco che sulla parete dell’ultima stanza, una costruzione in legno, legata con dello spago e abbandonata in terra, fa da corollario a una serie di pentacoli disegnati sul muro. Alcune esortazioni. Un quadrato magico mezzo cancellato. Anche queste sono storie in fin dei conti. Persone che passano, lasciano un segno e poi se ne vanno. Le case invece ricordano. Anche se la vegetazione se le riprende lentamente, le storie della vita degli umani, non vanno a fondo, rimangono come gocce d’olio nell’acqua.

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La storia di Villa Mirabella

Villa Mirabella fu costruita da Giovan Pietro Finocchietti nel 1761. Finocchietti è un cognome noto in terra di Livorno. Agli inizi del ‘700 Livorno era un importante polo d’attrazione per moltissimi mercanti, tra questi anche la famiglia francese Fenouillet. Il nome venne poi italianizzato e storpiato in Finocchietti. I Fenouillet venivano da Annecy, Francia.Al servizio di Filippo il Bello, duca di Savoia, la famiglia Finocchietti divenne in breve tempo tra le più ricche della Toscana.

Passata di mano e arrivata nel 1886 al marchese Vittorio De Ghantuz Cubbe, questi fece costruire la splendida torre neogotica.

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La storia anche un po’ banale se si vuole di Villa Mirabella inizia e finisce con lo splendore e il declino di grandi famiglie, se non fosse per un piccolo particolare che invece riesce a dargli quel tocco, triste e macabro che la rende speciale.

Nel 1918 villa Mirabella diventò un lazzaretto.

Purtroppo famosa per la crudeltà e l’elevato numero di morti, la febbre gialla o meglio, la spagnola, non risparmiò nessuna parte dell’Italia e Villa Mirabella diventò uno dei luoghi dove venivano curati i malati.

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Se siete appassionati di luoghi abbandonati a causa delle pestilenze, vi consiglio di farvi un giro a Castelvecchio e di leggervi l’articolo Castelvecchio in val d’elsa.

E’ una villa che ha avuto poca fortuna, nonostante la posizione e la bellezza, infatti dopo essere diventata lazzaretto, venne acquistata dal Monte dei Paschi di Siena, successivamente dalla famiglia Paladini, per finire come donazione il 17 gennaio 1984 tra i possedimenti del comune di Rosignano.ILP3112 320x480 - Villa Mirabella, da villa signorile a lazzaretto

Noi siamo andati a visitare villa Mirabella un paio di giorni prima di molti anni dopo, dalla fatidica data del passaggio al comune e camminando per le antiche stanze abbiamo capito che la donazione fatta doveva essere di una struttura già in pessimo stato di abbandono.

Non esiste più nemmeno la via per potervi accedere, ma si passa attraverso il bosco, per poi perdere il sentiero e raggiungerla a vista, tagliando per strade che stanno diventando private e che presto chiuderanno definitivamente la villa agli occhi del mondo.

L’entrata però è e rimarrà qualche cosa di unico.

E’ la casa dei film, con il grande cancello che delimita il sentiero verso la villa. Una doppia scalintata laterale come due braccia aperte in segno di accoglienza. Il portone, immobile, scolorito, troneggia in alto. In basso, nascosta dalla scalinata, speculare al lato del giorno, una porta ugualmente forte, che nasconde il buio delle cantine. Due virgole adornano la parte alta.

La struttura architettonica è veramente bella. Se siete avvezzi al parlare livornese, leggete a voce alta il nome delle villa : Mirabella! E’ facile capire come sia nato questo nome guardando la facciata.

Come si raggiunge villa Mirabella

Non credo che sarà visitabile ancora per molto, la parte bassa delle vecchie scuderie è proprietà privata e in piena fase di ristrutturazione. Una volta arrivati a Gabbro, poco prima di entrare in città, prendere la strada sulla sinistra. Dopo pochi metri, girate nuovamente a sinistra in direzione della villa. Le scuderie sono pochi metri a seguito dell’incrocio, ma è una proprietà privata, quindi conviene continuare ancora lungo la strada, superare alcune case arrivare a uno spiazzo sulla sinistra con due cartelli cai. Lì è possibile parcheggiare l’auto e proseguire a piedi. Alla fine costeggerete la proprietà privata e inerpicandovi un po’ arriverete a Villa Mirabella.

 

Particolari attenzioni per chi esplora con i cani

E’ una zona tranquilla, non vi sono grossi problemi per i cani. C’è da fare attenzione al pollaio proprio sotto Villa Mirabella. E’ chiuso, ma non si sa mai.

Vi sono molti vetri in giro, se siete appassionati di Urbex e esplorate con i vostri amici quadrupedi, sapete già di cosa sto parlando.

Le strade asfaltate sono tutte vicine purtroppo, quindi anche quando siete sul sentiero cai, avete poco margine di bosco.

Villa Mirabella ha una bella sorpresa anche per le escursioni con i cani. Poco distante infatti c’è un itinerario meraviglioso : i mulini idraulici del Gabbro!

Ma questa è un’altra storia e ve la racconterò la prossima volta.

Galleria

Consiglio dell’esploratore

La paura non fermi i vostri passi,
l’incoscienza vi immobilizzi,
la curiosità vi faccia esplorare saggiamente

 

 

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