Ritornare a casa, la seconda volta a Malindi

Inizio il racconto di Ritornare a casa, la seconda volta a Malindi facendo una premessa: l’avevamo promesso ricordate? Se non ve lo ricordate è perché non avete letto il racconto del nostro primo viaggio in Kenya, vi lascio il link —> Un cuore di nome Malindi  

Ritornare a casa, la seconda volta a Malindi

Ritornare a casa, la seconda volta a Malindi

Partiamo dal viaggio di 40 minuti tra Zanzibar e Malindi: eravamo quattro persone a bordo di un piccolo aereo con le eliche, una sola hostess che ci consegna una bottiglietta d’acqua e che ci chiede di allacciare le cinture. Ci alziamo in volo e sotto di noi solo acqua, tanta acqua, tutto mare e che mare, uno spettacolo che ci avrebbe accompagnate per più della metà del volo. Scendiamo a Mombasa ed ecco il nostro amico keniota Roberto con il cognato e la loro macchina pronta a portarci dai bambini, la nostra prima tappa non poteva che essere l’orfanotrofio. Nella foto potete vedere anche come eravamo belle cotte dal sole di Zanzibar e come potevamo esser felici di poter Ritornare a casa, la seconda volta a Malindi era reale!

Ritornare a casa, la seconda volta a Malindi

Questa volta eravamo consapevoli del luogo in cui eravamo, avevamo un appartamento in affitto sul lungo mare di Malindi, nessun resort ad attenderci e nessun orario prestabilito da rispettare. Eravamo solo io e mia madre e la nostra seconda casa! Cosa volere di più dalla vita? La mattina andavamo in giro per Malindi: mercati, negozi, macellaio, fruttivendolo, una passeggiata sulla spiaggia dorata e poi via dai nostri bimbi e dalla mia Sharon!

Ritornare a casa, la seconda volta a Malindi

E’ durante questo viaggio che abbiamo iniziato ad apprezzare il vero gusto di vivere a Malindi: ogni giorno eravamo indaffarate a comprare infradito, scarpe, zainetti per la scuola, verdura, riso, farina per poi recarci con il Tuc Tuc del nostro autista Sulubu in piccoli villaggi per far dono di quello che a noi sembrava nulla mentre invece per le persone ed i bambini che incontravamo era tantissimo.

Ritornare a casa, la seconda volta a Malindi

Ed è sempre durante questo viaggio che Roberto ci portò a casa sua per conoscere la mamma, la moglie che nel frattempo aveva scelto e la bambina che era nata: la piccola Robertina! Per noi questo primo pranzo fu un’esperienza in tutti i sensi, anche per il povero gallo, due minuti prima era vivo e sgambettava tra le piante di banana, due secondi dopo era morto e lo stavano spiumando per diventare il pranzo da offrire alle ospiti italiane.

Ritornare a casa, la seconda volta a Malindi

Credo che le foto come sempre parlino più di tutte le parole che potrei scrivere. Imparammo in quali ristoranti mangiare la pizza, in quali la pasta e sperimentammo tutte le gelaterie, le bambine ne andavano matte. A pranzo o a cena non siamo mai scese sotto le 6 o 7 persone. Le giornate erano tutte diverse tra loro ma tutte scorrevano Hakuna Matata (senza problemi) e Pole Pole (piano piano), tra un Jambo (Ciao) ed una corsa in Piki Piki (una moto in stile taxi).

Ritornare a casa, la seconda volta a Malindi

Grazie a Roberto iniziai ad imparare un pò di Swahili così da poterci muovere in piena libertà durante la giornata se lui aveva delle commissioni da fare per la mamma e la bambina. Il giorno prima del ritorno in Italia affittammo due mini bus per portare tutti i bambini al mare a Watamu: che esperienza! Roberto chiese il permesso alla responsabile dell’orfanotrofio, Nuru, ed ottenuto un pieno si, radunammo i bambini in giardino e Roberto comunicò loro che la mattina successiva saremmo andati al mare! Urla salti capriole una baraonda in pieno stile Masai!

Ritornare a casa, la seconda volta a Malindi

Durante questo viaggio Sharon non mollò mai la mia mano ed io non mollai mai la sua: sempre insieme! Riportavamo a casa lei, la sorellina Lydia, Betty e Madina la sera perché non potevano dormire in appartamento da noi. Eravamo entrambe certe che, al ritorno da scuola, ci saremmo ritrovate per passare il pomeriggio insieme, prima i compiti e poi i giochi.

Ritornare a casa, la seconda volta a Malindi

Sapevamo ancora prima di ritornare a casa, la seconda volta a Malindi che “la sera della valigia” sarebbe stato un super pianto, una sola settimana non poteva bastare, una sola settimana quando si sta bene, quando si è casa vola via in fretta. Questa volta però eravamo soddisfatte nel profondo dei nostri cuori, sapevamo che potevamo tornare tutte le volte che volevamo, sapevamo che saremmo state accolte a braccia aperte e soprattutto a cuori aperti, eravamo diventate parte di una grande ed unica famiglia, tutti unici a proprio modo ma tutti bisognosi di amore, di gioia e di sorrisi veri. In fondo è proprio questo il bello di questo popolo: tutto è spontaneo, nulla è costruito ed ogni giorno è un regalo da ricevere a braccia aperte. Salutammo i bambini e Malindi con le prime ore del mattino. Nelle quasi tre ore necessarie per raggiungere l’aeroporto di Mombasa il silenzio fu rotto solo dalle parole di mia madre: “Torniamo a Marzo e stiamo un mese te la senti?” La mia risposta fu semplice e dettata dal cuore, un sorriso in stile Julia Roberts ed un immenso SI! Roberto inizio a saltare sul sedile e per la prima volta invece che piangere sulla strada del ritorno iniziammo a cantare:

Jambo,
Jambo Bwana
Habari Gani
Mzuri Sana
Wageni Wakaribishwa
Kenya Yetu
Hakuna Matata
Kenya Nchi Nzuri
Hakuna Matata
Nch ya Maajabu
Hakuna Matata
Nchi Yenye amami
Hakuna Matata
Ciao
Ciao Visitatore
Come va?
Molto bene!
I stranieri sono benvenuti
nel nostro Kenya
Nessun problema
Il kenya è un bel paese
Non c’è problema
Un meraviglioso paese
Non c’è problema
Un paese pieno di pace
Non c’è problema

3 Risposte a “Ritornare a casa, la seconda volta a Malindi”

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