L’Islanda è il viaggio ideale per gli amanti della natura, dei paesaggi, della fotografia naturalistica, dei cicloamatori, dei backpackers e soprattutto dei turisti fai da te. Noi bloggers di Viaggioni ci consideriamo un po’ tutto questo e in questo articolo vi parleremo del nostro itinerario di 8 giorni in self drive attraverso le tappe imperdibili della terra del ghiaccio e del fuoco.
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Il nostro tour si è svolto a fine agosto, quando la frizzante temperatura islandese oscilla nelle ore diurne dai 3° – 4° fino a toccare anche i 17°- 18°.
Quindi il primo consiglio che vi diamo riguarda l’abbigliamento. Portare abbigliamento tecnico, via libera quindi a calzamaglie, calzettoni da trekking, maglie termiche a maniche lunghe, pile e piumini leggeri, pantaloni anti pioggia, scarpe da trekking, preferibilmente waterproof, k-way, cappellino in pile e scaldacollo. Questo tipo di abbigliamento tecnico, estremamente caldo ma non ingombrante, permette di essere preparati ad incontrare gli scenari piú disparati ( senza scopi pubblicitari la nostra esperienza ci ha portati a scegliere l’abbigliamento tecnico di Dechatlon che garantisce un ottimo rapporto qualità-prezzo). Se disponete di una reflex o simile consigliamo di munirvi di copertura antipioggia necessaria sia in caso di maltempo sia per proteggere il corpo macchina in prossimità delle cascate. Noi abbiamo optato per una efficacissima ‘copertura antipioggia impermeabile’ disponibile su Amazon a 10 euro.
Il secondo consiglio riguarda il noleggio auto. Noi abbiamo utilizzato per l’Islanda rentalcars perchè abbiamo trovato i prezzi più interessanti tramite il portale. Solitamente per i nostri viaggi ci informiamo sul prezzo e le condizioni di noleggio direttamente con le varie compagnie, ma questa volta abbiamo preferito bloccare la nostra utilitaria tramite il sito web. Ovviamente cercavamo una macchina economica, con un bagagliaio sufficiente per i nostri due bagagli a mano e per il borsone aggiuntivo e soprattutto che fosse in grado di percorrere la Ring road N1, la strada ad anello che permette di percorrere tutto il perimetro dell’isola. La N1 è la strada principale in Islanda, è quasi tutta asfaltata, solo alcuni punti sono in sterrato ma con una utilitaria è possibile affrontarla per intero senza alcun problema. Noi abbiamo noleggiato una Mazda 2 per 8 giorni. È possibile ritirare l’auto direttamente dall’aeroporto Keflavik di Reykjavik. C’é un bus giallo fuori dal terminal degli arrivi che conduce alla sezione dell’aeroporto riservata al car rental. Ci sono tutte le principali compagnie di noleggio qui. Le tariffe non sono molto economiche, specialmente se non si viaggia in gruppo, noi per 8 giorni di noleggio abbiamo speso circa 700 euro.
Se volete uscire un po’ dai classici itinerari che la strada N1 propone e avete voglia di fare un po’ di off-road, credo sia fondamentale noleggiare una vettura 4×4 con assetto rialzato. Un fuoristrada o una jeep potrebbero fare al caso vostro.
Prima di passare alla parte piú interessante del nostro articolo e cioè l’itinerario che proponiamo in 8 giorni, vogliamo suggerirvi due cose che riguardano il cibo e gli alloggi.
L’Islanda è un Paese carissimo, mangiar fuori a pranzo e cena per una coppia può risultare eccessivamente oneroso. Non stiamo esagerando, una bibita + un hamburger o hot dog possono costare anche 15 euro. Quindi per evitare un salasso economico ci possono essere alternative, ad esempio fare spesa nei supermarket della catena Bonus che sono presenti un po’ ovunque in Islanda.Dopo aver ritirato l’auto all’aeroporto Keflavik, a pochi km di distanza in direzione Reykjavik il supermercato Bonus, infatti, è stata la nostra prima tappa per fare un importante carico di provviste prima di iniziare l’avventura.
L’islanda non è un Paese carissimo solo per via del costo del cibo ma anche e soprattutto per quello degli alloggi. Dormire in guesthouse può avere un costo medio di 150-200 euro a notte e molto spesso in quel prezzo non è prevista neanche la colazione. Le strutture più economiche sono quelle che ovviamente si esauriscono prima. Consigliamo di prenotare con largo anticipo per avere maggior scelta; noi abbiamo prenotato su Booking a Novembre per il mese di Agosto. Pensare di trovare qualcosa di economico a pochi mesi dalla partenza è praticamente impossibile. In Islanda non sono tantissime le strutture ricettive in quanto il 70 % della popolazione è per lo più concentrato nell’area della capitale; nel resto del Paese troviamo solo piccoli villaggi o centri abitati, sparpagliati qua e là. Questo è anche il fascino di questo Paese!
Programmare l’itinerario con largo anticipo è fondamentale, perché per fare il giro dell’intera isola in una settimana occorre macinare parecchi km al giorno. Nel nostro itinerario abbiamo stabilito di fare dai 150 ai 200 km/die e ovviamente di cambiare alloggio tutti i giorni. L’Islanda è ricca di attrazioni un po’ ovunque, sicuramente le piú famose sono concentrate nella parte meridionale dell’isola e quindi anche i turisti sono più concentrati in questa zona. Noi abbiamo scelto di seguire la Ring Road in senso antiorario e di prenotare le strutture possibilmente nei pressi di quest’ultima in modo da non dover affrontare lunghi tratti di sterrato né in serata né al mattino presto. Booking può essere davvero utile in questo perché permette di capire tramite mappa dove è posizionato l’alloggio, quanto dista dalla N.1 e quanto è lontano dalle attrazioni che ci interessano. Vi proporremo anche le strutture dove abbiamo pernottato perchè ci siamo trovati davvero bene sia per posizione che per ospitalitá.
Ma veniamo dunque al nostro itinerario.
Giorno 1
- Keflavik: aereporto
- Strokkur: Geysir in islandese significa “eruzione intermittente” da cui poi deriva il termine inglese geyser. Questa zona è nota come l’area geotermica del Paese fortemente connessa all’attività vulcanica del sottosuolo. Il fenomeno più affascinante legato a questa zona che lascia senza fiato i turisti è l’enorme colonna d’acqua che può energicamente fuoriuscire da questi geyser. Uno dei più famosi è Strokkur dell’area geotermica di Haukadalur profondo ben 23 metri. Il suo nome in lingua islandese significa “zangola” ed indica un recipiente cilindrico in legno in cui sbattere panna e burro. Il fenomeno dei geyser perché si verifichi ha bisogno di una particolare struttura a sifone detta appunto camera a sifone. L’acqua che raggiunge 120° non può bollire a causa della profondità del condotto e del peso dell’acqua sulla sommità di esso; una fatale combinazione tra aumento delle temperature, variazioni pressorie e vapore acqueo favorisce la energica e spettacolare fuoriuscita di violenti getti d’acqua calda periodici. Ogni 4-5 minuti si può assistere a questo affascinante fenomeno naturale. Il parcheggio auto gratuito è attiguo alla zona, anch’essa con accesso libero gratuito.
- Gullfoss: a circa 10 km dai geyser, troviamo la meravigliosa Gulfoss che significa ‘cascata d’oro’; una notevole portata d’acqua del fiume Hvítá che scorre in un canyon e che si caratterizza per i suoi due spettacolari salti (uno di 11m e l’altro di 21m) che danno vita a spettacolari giochi di luce, colori e arcobaleni. Gulfoss, Geyser, Strokkur e Þingvellir fanno parte di quello che viene chiamato ‘il Circolo d’Oro’. La cascata è visitabile gratuitamente sia nella zona superiore che in quella inferiore.
Giorno 2
- Seljalandsfoss: a poche centinaia di metri dalla N.1 si può parcheggiare in una zona dedicata dove troverete una colonnina per pagare la sosta. Subito si paleserà dinanzi ai vostri occhi uno scenario inimmaginabile. Il fiume Seljalandsá si getta già da quella che prima era una scogliera sull’oceano (ora molto distante) dipingendo uno spettacolo dall’atmosfera quasi fiabesca. Su entrambi i lati della cascata ci sono due sentieri che consentono di girare intorno alla cascata e ammirarla da dietro. L’accesso alla cascata è gratuito. Una action cam con cover per i video o una custodia impermeabile per cellulare o fotocamera faranno al caso vostro soprattutto per le foto alle spalle della cascata.
- Gljufrabui: cascata nascosta nella montagna, assolutamente imperdibile, a poche centinaia di metri da Seljalandfoss, sul lato sinistro se osservate la cascata frontalmente. Portandosi in posizione frontale rispetto a Seljalandfoss, troverete un percorso d’acqua sulla sinistra risalendo il quale sarà semplice raggiungere Glujfubrui. C’è un sentiero che conduce all’imbocco nella grotta, da lí si percorrono pochi metri saltando da uno scoglio all’altro per ammirarla in tutto il suo splendore. Vi consigliamo di indossare scarpe da trekking waterproof o da scoglio per non inzupparvi di acqua gelida le scarpe e di munirvi di kiwey o poncho perché è praticamente impossibile uscire asciutti da questa meravigliosa avventura. Una action cam con cover per i video o una custodia impermeabile per cellulare o fotocamera faranno al caso vostro soprattutto per le foto all’interno della montagna. Tra Seljalandfoss e Glujfrubui, lungo il sentiero si incontra un’altra piccola cascata visibile dalla sommità con un brevissimo percorso di mini-trekking.
- Skogafoss: Abbiamo raggiunto la cascata di pomeriggio. Accanto alla cascata é presente una scalinata di circa 400 gradini che permette di ammirare la cascata dall’alto. Dal belvedere in cima si dipartono numerosi percorsi di trekking leggero che consentono di percorrere a ritroso il letto del fiume. Durante il percorso è possibile osservare altre meravigliose piccole cascate formate dalle rapidi del fiume. La durata del percorso è molto variabile in base ai punti di avvistamento che si intende raggiungere. Dal versante destro del percorso é visibile in lontananza la spiaggia di Dirholey. Se dormite o campeggiate in loco (ve lo consigliamo assolutamente) la mattina presto è possibile ammirare la cascata con pochissimi turisti. Skogafoss e Seljalandfoss hanno il maggior fascino a nostro parere verso mezzogiorno o poco dopo perché é possibile ammirarle col sole alto o frontale che ne esalta tutti i colori. Nella prima parte della mattina il sole é alle spalle. Accanto alle cascate sono presenti servizi igienici, punti ristoro e nei pressi di Skogafoss anche alloggi (hostel e camping).
Giorno 3
- Dyrholey: a pochi km da Skogafoss merita assolutamente una sosta la spiaggia nera di Dyrholey, caratterizzata da sabbia nera, faraglioni e da una splendida colonia di pulcinelle di mare (puffin), i famosissimi uccelli col becco pronunciato.
- Vik: piccolo villaggio che sorge a due passi dal mare. Caratteristica è una distesa di sabbia nera e soffice mista a granelli.
- Skaftafell: lungo il viaggio verso il ghiacciaio Skaftafell abbiamo trovato temperature sempre più rigide, un sensibile calo termico rispetto alla zona costiera di Vik. Giunti a destinazione é possibile prenotare gite guidate sul ghiacciaio. Ci sono un’area attrezzata per campeggiare, shops e servizi igienici. Dal parcheggio si dipartono numerosi percorsi di trekking, tra cui quello che conduce alla cascata Svartifoss, tipica per le sue rocce di origine basaltica che ne caratterizzano l’aspetto geometrico ben definito. Lungo il sentiero per Svartifoss si incontra un’altra piccola cascata, ammirabile frontalmente e dall’alto. Da Svartifoss partono ulteriori percorsi di trekking per raggiungere in autonomia il ghiacciaio.
- Jokulsalron: la tappa successiva del nostro viaggio ci ha fatto proseguire in direzione della laguna degli iceberg di Jokulsalron. Percorrendo la N.1 si incontrano sul lato sinistro una serie di colline dietro cui si nasconde la meravigliosa baia degli iceberg. Questa laguna, abbracciata dalle montagne e dai ghiacciai, è caratterizzata dalla presenza di iceberg dalle forme artistiche levigate dalla natura. Particolare è il contrasto con la sabbia nera della spiaggia. Non di rado é possibile avvistare iceberg in movimento. L’orario più consigliato é il tardo pomeriggio, dalle 19:30 in poi infatti compariranno tra gli iceberg le curiosissime foche. In presenza di bel tempo, il sole che tramonta sulla laguna alle spalle dei monti regalerà scenari per foto paesaggistiche da sogno. Le temperature sono estremamente rigide. Rapiti dalle lunghissime ore di sole che l’Islanda regala in questo periodo dell’anno, non ci siamo accorti che, contrariamente a quanto il sole suggeriva, in realtà era già sera. Abbiamo così sostato nella vicina cittadina di Höfn.
Giorno 4
- Direzione Sejdisfjordur: Partendo da Höfn in direzione est abbiamo percorso tutta la costa. Lungo il percorso una sosta consigliata è in prossimità della spiaggia di Hvalnes, un lembo di terra con pietroline nere si distende a perdita d’occhio separando due baie di mare. Da un lato svettano imponenti rilievi montuosi, dall’altro lo sguardo si sperde nell’immensità dell’oceano. Per i più temerari si consiglia di fare surf senza tavola o di rotolarsi giú dalle dune di ciottoli. A poche centinaia di metri prima della spiaggia é possibile ammirare una colonia di volatili simili alle gru. La giornata quasi primaverile e il cielo terso regalavano riflessi unici negli specchi d’acqua circostanti.
- Proseguendo in direzione Sejdisfjordur é ammirabile una zona di costa alta e frastagliata con isolotti di terra emersa, si incontrano anche numerose cascate tra cui una in particolare, Jonsfoss, che si getta in un lago dalle acque color smeraldo dove non di rado si incontrano persone che pescano. Nell’area di sosta sono presenti servizi igienici. Proseguendo lungo la strada per Seydisfiordur ad un certo punto si incontra un tratto sterrato di circa 20 km e nonostante sia piena di buche risulta percorribile anche da un’auto non 4×4. Questa zona può considerarsi la costellazione delle cascate. Durante il percorso infatti si fa un vero e proprio safari a caccia di cascate, la piú grande e la più semplice da avvicinare é Fardagafoss. Con un percorso a piedi si può attraversare il letto del fiume per giungere ai piedi della cascata e ammirare la conca blu cobalto in cui si tuffa.
Giorno 5
- Dettifoss: percorrendo la ring road con direzione Myvatn nei primi km da Stora-Sandfell sul lato destro sono presenti numerosissime cascate. Per Raggiungere Dettifoss dopo aver superato il ponte ci sono due possibilità, una strada asfaltata, la 862 di 24 km che consente di osservare frontalmente la cascata o in alternativa la 864, 28 km di sterrato e buche ma che permette di vedere Dettifoss da vicino e di toccare con mano la sua potenza. Il paesaggio nei pressi della cascata ha un aspetto lunare, privo di vegetazione, le temperature sono nettamente più rigide e infatti qui il consiglio è di coprirsi bene,di munirsi pantaloni anti pioggia, cappello e scaldacollo e di mettere nello zainetto il k-way. Dettifoss è parecchio impegnativa in termini di tempo, noi abbiamo passato qui circa 5-6 ore per visitare ambo i lati. Dopo le fatiche di Dettifos ci siamo spostati in direzione Nord ovest, verso Akureyri e dopo circa 60 km di Ring Road abbiamo incontrato in località Hverir le Solfatare, fumarole il cui vapore acqueo è ricco di gas contententi zolfo che a contatto con l’aria si deposita in forma solida. E’ possibile camminare attorno ai numerosissimi crateri fangosi e camini fumanti disseminati nella zona. L’accesso all’area è libero, una sosta qui è d’obbligo.
Giorno 6
- Godafoss: dopo aver soggiornato una notte in una bellissima guesthouse, Granastadir abbiamo ripreso il nostro tour alla ricerca di Godafoss, la “cascata degli Dei”, sicuramente una tra le più spettacolari cascate islandesi. Le acque turchesi del fiume Skjálfandafljót si gettano da un’altezza di 12 metri in 3 salti principali distribuiti su una larghezza di circa 30 metri. E’ possibile fotografare Godafoss da più prospettive, dalle sponde del fiume fino a salire nelle zone più alte e più panoramiche. L’accesso alla cascata è semplice, percorrendo la Ring Road si trovano facilmente le indicazioni per i parcheggi a pochi passi dai vari punti di interesse. Nei pressi di Godafoss c’e’ anche un souvenir shop dove poter acquistare ricordini a prezzi non proprio modici per gli standard italiani, con annesso ristorante, bar e servizi igienici.
- Terme di Myvatn: una delle migliori esperienze che si possano fare in terra islandese è approfittare del relax che solo i bagni termali possono offrire. Le terme di Myvatn sono paragonabili in servizi e bellezza alla più nota e più costosa Blu Lagoon. Il consiglio è di quello di dotarsi di un costume basico senza il timore che le acque sulfuree possano danneggiarlo.
I Myvatn Naturebath si trovano in un’area geotermica appena ad est della spaccatura di Grjotagja e ad ovest della colorata montagna Namafjall. Dalla struttura gli ospiti possono godere di una vista spettacolare sul lago Myvatn. La struttura è aperta anche nei mesi invernale e con un po’ di fortuna nelle ore giuste si potrebbe avvistare perfino l’aurora boreale. Il complesso arredato con gusto offre ai bagnanti ogni tipologia di servizio necessario a soddisfare a pieno ogni bisogno. La piscina di acqua geotermica è profonda fino a 2,500 metri; complessivamente la laguna e il bacino contengono circa 3,5 milioni di litri d’acqua con una temperatura di 36 – 40 ° C. La stessa laguna è una costruzione artificiale, il suo fondo è coperto da sabbia e ghiaia. Le caratteristiche acque contengono una grande quantità di minerali alcalini e ben si adattano alla balneazione. In genere la temperatura è di circa 50 ° C e l’umidità è vicina al 100%. Sono disponibili docce esterne per rinfrescarsi qualora che ne avverta la necessità. Ogni ospite ha a disposizione, incluso nel prezzo del biglietto, un armadietto nella zona spogliatoi e con una cifra extra si può usufruire di una cassaforte alla reception. Prima di entrare nella laguna è necessario fare una doccia. - Prezzi di ingresso Adulti
4200 ISK (01/01 – 30/04 ’18)
4700 ISK (01/05 – 01/07 ’18)
5000 ISK (02/07- 30/09 ’18) 36 euro (ingresso + armadietto +gettone doccia)
4200 ISK (01/10 – 31/12 ’18) - Teenagers, 13-15 anni
1600 ISK (01/01 – 30/04 ’18)
2000 ISK (01/05 – 30/09 ’18)
1600 ISK (01/10 – 31/12 ’18) - Anziani, Studenti, Portatori di Handicap
2700 ISK (01/01 – 30/04 ’18)
3000 ISK (01/05 – 30/09 ’18)
2700 ISK (01/10 – 31/12 ’18) - Dopo Myvatn ci siamo spostati a Blounduos dove avevamo la guesthouse. Il piccolo paesino di pescatori ci ha regalato un meraviglioso tramonto e, quanto riferito dai locali, si rivela un ottimo punto di avvistamento per l’aurora boreale nei mesi invernali.
Giorno 7
- Nella zona di Blonduos, regione di Nordurland Vestra degne di nota sono la poco nota cascata Koluglyifur e il suggestivo canyon di 1 km che accoglie il relativo fiume Vididalsa. In questa regione sono presenti numerosi allevamenti equini; avvistabili senza troppa difficoltà mandrie di cavalli e puledri al pascolo. Il contesto regala spunti per foto meravigliose di questi animali colti nella loro vita di branco.
- Impostiamo il navigatore. Seconda tappa della giornata il faraglione di Hvítserkur situato nella penisola di Vatnsnes, alto circa 15 metri e di origine basaltica. Il suo nome particolare che in islandese vuol dire camicia da notte bianca deriva dal guano degli uccelli, gabbiani e fulmari, che sono soliti nidificare su queste rocce. La sua forma nasconde una misteriosa leggenda. La spiaggia su cui si erge fiero il faraglione è caratterizzata da fenomeni di alta e bassa marea; ovviamente la bassa marea consentirà di avvicinarsi ai piedi del faraglione. Se non è nelle vostre intenzioni fare il giro della intera penisola è possibile raggiungere Hvítserkur lasciando la Hringvegur e dirigersi verso nord percorrendo la strada n.711.
- Sulla spiaggia di fronte di Hindisvik non sarà difficile avvistare branchi di curiose foche spiaggiate sulla riva. Verso le 18:30-19:00 col calar del sole le foche si tufferanno in acqua per pescare. E’ consigliato munirsi di binocolo o obiettivo prestante per un avvistamento più ravvicinato. Abbiamo trascorso nuovamente la notte a Blonduos.
Giorno 8
- Lasciata Blonduos alle spalle abbiamo impostato sul navigatore la località Grundarfjordur, comune islandese della regione di Vesturland in prossimità della montagna Kirkjufell. La strada 54 sin dalla prima curva regala scorci mozzafiato della strepitosa penisola; il panorama dopo alcuni chilometri si colmerà di piccoli isolotti. Con una piccola sosta alla prima area di belvedere è avvistabile in lontananza il relitto di una nave . Giunti in paese si possono ammirare coloratissime casette. Proseguendo sulla strada principale dopo 2-3 chilometri all’uscita dal paesino sono visibili sulla sinistra le cascate e sulla destra il monte Kirkjufell (in islandeser, montagna della chiesa). Il parcheggio è gratuito, cascate e monte sono visitabili gratuitamente. La zona è stata oggetto di riprese per la sesta e la settima stagione di Games of Thrones, la celebre serie tv.
- A 34 minuti dal meraviglioso monte percorrendo la strada 54 verso Reykjavík sempre nella penisola di Snaeffelsness troviamo le indicazioni per la piccola e graziosa chiesa nera di Budir costruita nel 1848. Accanto c’è un piccolo cimitero.
- Ultima tappa l’aeroporto per fare ritorno in Italia!
L’Islanda, forse più di altri Paesi, ben si presta a viaggi organizzati in piena autonomia senza il supporto di agenzie o tour operator; la concentrazione delle attrazioni in zone ben precise e ben indicate, la semplicità di orientarsi in auto, l’estrema accessibilità per tutti alle attrazioni, la perfetta organizzazione del Paese nell’offrire visite guidate nelle zone più impervie fanno di questa isola una meta ideale per quanti vogliono provare l’ebrezza di leggere un blog ben dettagliato come questo, prenotare un volo e dare orgogliosamente il via ad una avventura in piena autonomia!