Canterbury

Andare a Canterbury era, in età medievale, il sogno e la meta della vita di molti. Viaggio di espiazione e di conoscenza, il pellegrinaggio affiancava sulle strade ricchi e poveri, cavalieri e mercanti, marinai e cerusici, comari e mugnai, studenti e badesse, come narrano i fantasiosi di Geoffrey Chaucer. Il primo cristiano ad arrivarvi fu, nel 587, il santo evengelizzatore Agostino che, in cammino sulla strada che viene da Dover e porta a Londra, sostò a Canterbury, l’antica città romana all’incrocio delle strade militari del Sud dell’Inghilterra che re Ethelbert aveva scelto come capitale del Kent: convertito al Cristianesimo il sovrano, che lo nominò arcivescovo della Chiesa d’Inghilterra, il santo e i suoi monaci eressero sulla collina di San Martino una piccola chiesa dedicata a San Pancrazio. Di quel passaggio e di quell’evento restano i segni sul luogo e nella storia. Nonostante i saccheggi e gli incendi che distrussero il primitivo luogo di culto, i conquistatori danesi e normanni costruirono ancora sopra le rovine fino a che, nella seconda metà dell’XI secolo, cominciò a prendere forma una grande cattedrale. L’edificio. dopo l’assassinio dell’arcivescovo Thomas Backet nel 1170, reo di essersi opposto all’ingerenza dei reali nelle faccende della Chiesa, divenne, con Roma e Santiago de Compostela, una delle principali mete dei pellegrini, dei mercanti e dei viandanti che affollavano le strade dell’Europa medievale. Dalla spettacolare navata che possedeva i caratteri del tardo gotico francese, detto anche perpendicolare, i pellegrini, superato il coro salivano gli scalini per accedere al deambulatorio a ferro di cavallo che racchiudeva la cappella della Trinità e la Becket’s Crown che ospitavano le spoglie dell’arcivescovo assassinato e i sepolcri di altri regnanti d’Inghilterra.

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