Questo è il primo post della nuova serie estiva I segreti di Hampstead Heath (duh!), nella quale vi parlerò di tutto quello che c’è da sapere sul mio parco preferito di Londra.
Se c’è una cosa che non manca a Londra, sono i parchi. Ce ne sono tantissimi, e sicuramente avrete già visitato Hyde Park, Kensington Gardens e gli altri parchi più famosi della città. Se avete voglia di fare un giro alternativo ed è una bella giornata, il mio parco del cuore è Hampstead che non solo è vicino a casa mia, ma è talmente grande che c’è sempre posto per mettere giù una coperta e fare un picnic. Basta avere delle scarpe comode e un po’ di tempo per trovare il punto perfetto.
Si trova nel nord di Londra e si raggiunge senza troppa difficoltà prendendo la overground fino alla stazione omonima di Hampstead Heath e da quella di Gospel Oak, ma è molto vicino anche alle stazioni di Hampstead e Belsize Park, sulla Northern Line.
Hampstead Heath entra nei registri storici sin dal 986 D.C., quando cinque hides di terra a “Hemstede” vengono dati in dono a un servitore (di nome Mangoda, perché chiamarsi letteralmente “man of God” non si poteva) del re Etelredo II d’Inghilterra, detto lo sconsigliato perché era proprio un furbetto (Æthelred the Unready in inglese). Di lui e dei casini che ha fatto parliamo un’altra volta. Nel Domesday Book (cioè il libro che raccoglie l’enorme censo catastale del 1086) il territorio del “Manor of Hampstead” è nelle mani dell’abbazia di Westminster. Dal 1333 in poi i 320 acri passano per varie mani private, fino agli anni ‘40 dello scorso secolo.
A Hampstead Heath è successo di tutto: verso il 1930 veniva usato per pascolare le mucche mentre qualche secolo prima, durante la Guerra Civile Inglese, era uno delle roccaforti del partito pro-Parlamento.
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Per me Hampstead Heath è il perfetto esempio di come, fino a un paio di secoli fa, la maggior parte di quella che oggi è Londra fosse allora “tutta campagna”. Fino all’epoca vittoriana, in cui Londra si espanse a dismisura, luoghi come Hampstead e Belsize erano grandi tenute fuori dalla città, possedute da nobili vari. Basta vedere il film del 2009 Bright Star, in cui il poeta John Keats è in ritiro ad Hampstead e questo non è più di un paesotto, distante da Londra e dalla “civiltà”.
Ogni volta che vado a Hampstead Heath – che per me è il parco più bello di Londra, senza offesa agli altri parchi – mi sembra di essere in un bosco sui monti, e non nel cuore della città. Mentre non consiglio una visita invernale perché fa un freddo boia e i sentierini sono sempre ghiacciati, durante le mezze stagioni il parco diventa di una poesia incredibile, e d’estate l’ombra degli alberi offrono venticello e frescura durante le giornate più calde.
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Se decidete di farci un giro, il mio primo consiglio è quello di scarpinare fino alla cima di Parliament Hill, nella zona sud-est del parco. Da lì potrete godere di una vista incredibile sulla città: in lontananza potrete vedere i grattacieli della City, ma anche la cattedrale di Westminster. Se è una giornata limpida, ne vale davvero la pena.
Nelle prossime settimane parleremo di Kenwood House, degli struzzi, dei fenicotteri, dei laghetti e dei molti altri angoli spettacolari del meraviglioso Hampstead Heath. Potete fare like sulla nostra pagina Facebook per ricevere una notifica dei prossimi post della serie.