Scoprire Londra attraverso le canzoni

Quante canzoni parlano della vostra città? Sempre che la vostra città non sia New York, il numero sarà di certo enormemente inferiore a quello che vi darà un londinese in risposta alla stessa domanda.

Si, perché il numero di canzoni “ambientate” a Londra è davvero impressionante. Le strade della capitale britannica e i suoi quartieri hanno ispirato decine di autori negli ultimi decenni, che hanno tradotto in musica il loro rapporto con la città o con un piccolo pezzo di essa.

Si va dall’atto d’amore di Lord Kitchener, musicista originario di Trinidad And Tobago che arrivato in città negli anni ’50 scrive l’entusiasta “London Is The Place For Me” (To live in London you really comfortable / Because the English people are very much sociable / They take you here and they take you there / And they make you feel like a millionaire / So London that’s the place for me) alle visioni apocalittiche dei Clash di “London Calling” (“London is drowning / and I live by theriver“), passando dalla capacità dei Kinks di trovare del romanticismo anche in luoghi non propriamente romantici come la stazione di Waterloo (la splendida “Waterloo Sunset”), alla dolcezza del classico “A Foggy Day (In London Town)” di George Gershwin in cui un amore a prima vista riesce a far brillare il sole anche nella più classica delle giornate uggiose londinesi (Suddenly, I saw you there / And through foggy London Town / The sun was shining everywhere).

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Le canzoni su Londra raccontano la storia di questa città, compresi gli eventi più cruenti e le tensioni sociali: “The Ghosts of Cable Street” dei The Men They Couldn’t Hang parla degli scontri tra fascisti e antifascisti nel 1936 a East London, le rivolte di Brixton del 1981 hanno ispirato “Electric Avenue” di Eddy Grant e in qualche modo sono state addirittura “predette” dai Clash di “Guns of Brixton”, l’odio razzista che tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ‘80 era alimentato dal National Front è lo sfondo di “Down in the Tube Station at Midnight” dei The Jam, ma anche l’ispirazione per la divertente “Cockney Translation” di Smiley Culture, che mette a confronto la parlata tipica “cockney” e il lessico d’origine giamaicano, auspicandosi una pacifica convivenza tra persone di diverse razze e culture.

Ma sono anche le semplici scene di vita quotidiana (la “giornata tipo” in un parco cittadino di “Parklife” dei Blur, la vecchietta che arranca per strada con le buste del supermercato “Tesco” in Ldn” di Lily Allen), i piccoli dettagli (i marciapiedi malconci di West Norwood nella “Hometown Glory” di Adele) o bar e locali non necessariamente “celeberrimi” (il Mario’s Café di Kentish Town cantato dai St Etienne o il Bar Italia di Soho protagonista dell’omonimo brano dei Pulp) ad ispirare gli autori.

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A volte capita che siano addirittura interi dischi a ruotare attorno alla città, come nel caso di “The Liberty of Norton Folgate” dei Madness o del bellissimo disco omonimo dei The Good, the Bad & the Queen.

Molte canzoni fanno ovviamente riferimento a luoghi “simbolo” di ieri e di oggi (“Carnaby Street” dei The Jam, “Oxford Street” degli Everything But The Girl, “Portobello Road” di Cat Stevens, “Towers Of London” degli XTC, “Come back to Camden” di Morrissey, oltre a molte altre in cui ritroviamo Soho, Chelsea, Brixton…), ma sono tantissime anche quelle in cui sono citati luoghi apparentemente meno interessanti e famosi (“Baker Street” di Gerry Rafferty, “Maid of Bond Street” di David Bowie, “King’s Cross” dei Pet Shop Boys, “The Only Living Boy in New Cross” di Carter USM, “Sunny Goodge Street” di Donovan, “Mornington Crescent” dei Belle & Sebastian o “Up the Junction” degli Squeeze, ambientata a Clapham). Fare un elenco completo sarebbe davvero impossibile, e in questo post ho sicuramente omesso dei titoli famosissimi.

Scoprire Londra attraverso le canzoni che ha ispirato nel corso degli anni è un’esperienza molto interessante, che vi consiglio di provare. E la vostra “canzone su Londra” preferita qual è?

Ascolta qui alcune delle canzoni ispirate a Londra.

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