Dal Burlamacco carnevalesco, a Francesco Burlamacchi martire della libertà

Siamo giunti all’annuale appuntamento con il famoso Carnevale di Viareggio, evento conosciuto in tutta Italia e anche all’estero. Oggi è considerato un evento legato al divertimento dei bambini  e alla satira soprattutto politica, ma in pochi sanno che la tradizione della sfilata dei carri di Viareggio risale al 1873 quando alcuni ricchi borghesi decisero di mascherarsi per protestare contro le troppe tasse imposte dal governo. Questa festa che è giunta fino a noi, nel tempo è riuscita a coinvolgere un numero sempre maggiore di persone, mantenendo la tradizione delle sfilate dei carri e delle maschere tipiche. A proposito di maschere tipiche..sapete qual è la maschera ufficiale del Carnevale di Viareggio?

 

Si tratta del cosiddetto Burlamacco, un misto delle maschere della commedia dell’arte, che venne ideato nel 1930 da Uberto Bonetti. Questo curioso personaggio apparve per la prima volta sul manifesto del Carnevale del  1931mentre giunge dal mare con al suo fianco una fanciulla in costume da bagno di nome Ondina, immagine dell’estate sulle spiagge viareggine. Il suo abito è composto da una tuta a scacchi bianchi e rossi (i colori degli ombrelloni sulla spiaggia), suggerita dal vestito a pezzi di Arlecchino, ha un pompon preso in prestito dal camicione di Pierrot, una gorgiera bianca e ampia alla Capitan Spaventa, un copricapo rosso simile a quello di Rugantino e un mantello nero svolazzante tipico di Balanzone.  

Ma il suo nome da cosa deriva?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo fare un passo indietro. Le ipotesi sono tre: c’è chi pensa che il nome derivi da “Burlamacca” che è il canale che attraversa la città di Viareggio, chi invece è convinto che derivi dal nome di un personaggio romanzato, il Buffalmacco rinascimentale, uno dei protagonisti del Decameron di Giovanni Boccaccio. L’ultima ipotesi invece, che è quella più accreditata, fa derivare il nome “Burlamacco” da un personaggio della Repubblica di Lucca realmente esistito, Francesco Burlamacchi.

Chi era Francesco Burlamacchi?

Francesco Burlamacchi, appartenente alla ricca borghesia mercantile lucchese, fu eletto gonfaloniere della Repubblica di Lucca nel 1533. Durante gli anni del gonfalonierato, ordì una congiura per liberare Lucca e la Toscana da ogni oppressione, eliminando i Medici. Ma la congiura fu svelata a Cosimo da un delatore e il Burlamacchi fu arrestato per ordine della signoria lucchese e decapitato per sentenza d’un commissario dell’imperatore Carlo V. Il piano di muovere con le milizie del contado verso Pisa e di rovesciarvi il potere mediceo, per marciare poi su Firenze, non si nutrì della pratica delle armi ma piuttosto di un forte ideale di libertà. Nella cronaca del 1582 si scriveva, e per secoli questa è stata a Lucca un’opinione diffusa, che Francesco Burlamacchi “huomo di strana fantasia e di natura contraria a gl’altri tutti della sua Casa” aveva agito per procurare fama al proprio nome e non si nasconde che il progetto, se fosse riuscito, “saria stata opera degna di eterna memoria”. La figura di Francesco Burlamacchi fu riscoperta dai federalisti italiani tra il 1847 e il 1861 come emblema del tentativo di dar vita ad uno stato unitario basato sull’unione delle città italiane. Fino a quel momento la figura del Burlamacchi era stata ben lungi dal rappresentare quell’immagine di “martire” assegnatagli dalla storiografia dell’Ottocento. Nel 1847 Lucca fu annessa alla Toscana creando non poco malcontento tra i cittadini che avrebbero preferito mantenere intatta la loro indipendenza, tanto difesa nel corso dei secoli. Così il Governo provvisorio della Toscana commissionò allo sculture Ulisse Cambi di realizzare una statua del Burlamacchi in modo tale da comunicare la sua diversità dal regime granducale e il riconoscimento della peculiare storia lucchese. La statua fu eretta nella centrale Piazza San Michele a Lucca nel 1863, dopo l’annessione della Toscana e quindi di Lucca al Regno d’Italia e costituisce il primo e il più significativo esempio dell’iconografia politica risorgimentale a Lucca. Oggi questa statua è il simbolo di quei lucchesi che si sentono antitoscani, che vedono in Francesco Burlamacchi un martire della libertà e dell’indipendenza.