Nella parte destra della cattedrale di San Martino, vicino al campanile, troviamo scolpito uno strano simbolo realizzato nel XII secolo. Questa immagine nel corso del tempo ha fatto nascere diverse supposizioni circa la sua natura, ma in realtà era molto diffusa in epoca medievale, stiamo parlando del labirinto.
Il labirinto era raffigurato molto spesso all’interno delle chiese, soprattutto come pavimentazione. Alcuni esempi sono rimasti sia in Italia che in Europa e uno dei più conosciuti è il labirinto realizzato nel pavimento della cattedrale di Chartres.
Il loro significato originario era quello di far vivere al fedele, che li ammirava o li percorreva, un cammino simbolico verso Dio, così come facevano i pellegrini diretti in Terra Santa.
Con il passare del tempo però questa usanza cadde in disuso e, durante i rinnovamenti delle varie chiese, molti labirinti vennero distrutti.
Fortunatamente il labirinto della cattedrale di San Martino è arrivato intatto fino ai giorni nostri e può essere ammirato quotidianamente dai cittadini e dai turisti.
Osservandolo si può ancora leggere chiaramente l’iscrizione che si trova al suo fianco:
HIC QUEM CRETICUS EDIT DEDALUS EST – LABERINT – HUS DE Q(U)O NULLU – S VADER – E QUIVIT – QUI FUIT – INTUS – NI THESE US – GRAT – IS ADRIAN – E STAMIN – E IUTU
“Questo è il labirinto che costruì il cretese Dedalo dal quale nessuno che ci rimase dentro potè uscire se non Teseo aiutato per le sue grazie dal filo di Arianna”
Naturalmente il testo si riferisce al mito di Teseo e Arianna ed utilizza il labirinto come metafora.
Secondo l’idea cristiana, l’uomo può districarsi attraverso le insidie della vita ed arrivare alla salvezza grazie alla fede, così come il filo di Arianna aiutò Teseo ad uscire dal labirinto e a salvarsi.
Si dice che i condannati a morte venissero portati di fronte al labirinto di San Martino e, chiunque avesse trovato il giusto percorso al primo tentativo, avrebbe avuto salva la vita.
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Grazie mille Giampiero!