La corte del Pesce di Lucca

Corte-del-Pesce-1-400x600Da sempre i lucchesi sono famosi nel mondo per la loro arte nel commercio e nel trattare affari. Questa loro abilità si è sviluppata soprattutto durante la ripresa lucchese dell’XI secolo. In città crescono i borghi destinati alla produzione di diversi materiali, come seta e pellame, e zone per il commercio sparse in ogni angolo. Come testimonianza di tutto ciò abbiamo ancora oggi nomi di piazze, vie e quartieri, che una volta erano destinate alla vendita di prodotti (via dei Cocomeri, piazza dei Mercanti, piazza della Legna,corte del Pesce, corte delle Uova, ecc.) e un’iscrizione nel portico del duomo di San Martino, che riporta il giuramento del 1111 imposto ai cambiavalute e speziali dal vescovo Rangerio; essi dovevano promettere di non commettere falsità e imbrogli mentre commerciavano nella curtis del Duomo.

Durante questa ripresa economica si sviluppa un altro sistema per il commercio e le attività di mercanti e artigiani: la corte.

A Lucca, tra piazza Napoleone e piazza San Michele, potrete vedere una delle meglio conservate: la corte del Pesce. Anche se nel corso dei secoli ha subito varie modifiche, entrando nel cortile interno riusciamo comunque ad immaginare l’originaria struttura e il viavai di commercianti e cittadini venuti qui per fare acquisti.  La corte del Pesce è stata costruita attorno al 1200, ma non vi sono documenti che attestino chi sia stato il costruttore.

Corte-del-Pesce1-422x600Ma come erano strutturate le corti?

Le corti si sviluppavano intorno alla caratteristica casa-torre e di norma erano proprietà di una singola famiglia. La corte era chiusa da quattro mura costituite dagli edifici circostanti e al suo interno si trovava il pozzo utilizzato dalla famiglia. L’acqua poteva essere prelevata direttamente dai piani più alti tramite l’utilizzo delle carrucole sorrette da arpioni, murati all’altezza delle finestre in molti edifici si possono ancora vedere bacili di pietra sui quali venivano appoggiati i secchi colmi d’acqua, chiamati per l’appunto “poggiasecchia”.

Questi edifici erano formati da più piani, che potevano arrivare anche fino a cinque. Il pianterreno, come quasi tutte le abitazioni di quel periodo, era aperto e formato da archi con file di mattoni irregolari, il materiale più diffuso in quel periodo, perché economico e di facile lavorazione. Questi archi poggiavano su una solida base fatta in pietra. Il loggiato del pianterreno era utilizzato per il commercio e l’artigianato, e, nel caso che prendiamo in esempio a Lucca, serviva per la vendita del pesce (Corte del Pesce). Grazie alle logge era allo stesso tempo all’aperto ma coperto da eventuali piogge. Successivamente tali logge vennero tamponate per essere adibite ad abitazioni.

Un grande arco si ripete ad ogni piano dell’edificio, al cui interno sono stati realizzati una bifora con una colonnina in marmo, inoltre ci sono testimonianze che non solo il pianoterra fosse aperto, ma in alcuni casi anche il primo piano lo fosse. Un’altra caratteristica di queste abitazioni erano certamente dei terrazzi o sporti in legno, andati persi o sostituiti da quelli in pietra a causa della deperibilità del materiale e dal rischio di incendi molto diffuso vista la mancanza di camini; anche se Lucca fu una delle prime città italiane che prese esempio dalle Fiandre e costruì nelle sue case un condotto a muro per la dispersione del fumo. Tramite un foro nella parte alta della stanza il fumo veniva aspirato all’esterno senza lasciare entrare il freddo nelle case. Questi fori, sono visibili ancora oggi all’esterno di molti palazzi del centro.

Essendo privata, la corte veniva chiusa la sera tramite due portoni sulle cui volte venivano poste immagini sacre per la protezione della corte e dei suoi abitanti, oppure gli archi venivano decorati con motivi geometrici o floreali intagliati dagli artigiani direttamente negli stampi per la creazione dei mattoni.