Lorenzo di Credi, un artista “finito e pulito” a Pistoia

Il Palazzo comunale di Pistoia si trova in Piazza del Duomo e fu edificato alla fine del XIII secolo come residenza degli Anziani e del Gonfalone che detenevano il potere della città. Il Palazzo è detto anche Palazzo di Giano, perché la prima fase costruttiva risale al periodo in cui era podestà di Pistoia Giano della Bella, da cui prende il nome.Oltre ad essere sede del municipio cittadino, il Palazzo di Giano ospita anche il Museo Civico, la più importante istituzione museale della città. Il primo nucleo della collezione del museo venne qui esposto nel 1922 e, nel corso degli anni, questa si è poi arricchita grazie a lasciti privati ed a nuove acquisizioni. Ma l’ampliamento maggiore della raccolta si verificò nel 1930 quando giunsero qui le opere provenienti dai Regi Spedali Riuniti di Pistoia. Una di queste opere è la pala realizzata da Lorenzo Di Credi all’inizio del XVI secolo con la Sacra Conversazione proveniente dalla chiesa contigua all’antico Ospedale del Ceppo di Pistoia.

Lorenzo_di_credi,_sacra_conversazione,_ante_1510-12_ca_

“Fu tanto finito e pulito ne’ suoi lavori, che ogni altra pittura a comparazione delle sue parrà sempre abbozzata e mal netta”

In questo modo Giorgio Vasari descriveva Lorenzo di Credi, uno dei protagonisti del Rinascimento fiorentino che ebbe modo di formarsi nella bottega del Verrocchio. Il repertorio di quest’artista, che è ricordato per aver fatto parte della corrente dei “piagnoni” del Savonarola, non fu molto vasto, ma la rara precisione della sua arte fu un esempio per molti degli artisti del Cinquecento.

La pala d’altare con la Sacra Conversazione del Museo Civico di Pistoia fu affidata a Lorenzo di Credi dallo Spedale di santa Maria Nuova di Firenze che in quegli anni gestiva l’Ospedale pistoiese. Al centro si trova la Madonna in trono con il bambino affiancata a sinistra da San Giovannino vestito, secondo l’iconografia tradizionale, di peli di cammello, a destra da San Girolamo che si batte una pietra sul petto, ai piedi Maria Maddalena con il vasetto di unguenti (fu infatti colei che per prima scoprì il sepolcro di Cristo e ne unse il corpo con oli profumati) e Santa Caterina d’Alessandria la quale è accompagnata dalla rappresentazione della ruota dentata strumento del suo martirio. La devozione dell’immagine si ispira alla religiosità della scuola di San Marco, di cui Lorenzo di Credi fu adepto, ed evidenzia la semplicità e la naturalezza attraverso il rapporto armonico tra paesaggio, architettura e simmetria delle figure.

Ma il più grande capolavoro al quale Lorenzo di Credi lavorò insieme al suo maestro, il Verrocchio, è la pala della Madonna di Piazza.

42135c8933770df759e54c29c6fd9edf

Questo dipinto fu commissionato ad Andrea del Verrocchio nel 1474 per commemorare il vescovo Donato de’ Medici e fu posto sull’altare dell’oratorio della Madonna di Piazza del Duomo di San Zeno. La pala rappresenta anch’essa una Sacra Conversazione con Madonna in trono tra San Giovanni Battista e San Donato. Attraverso le linee prospettiche del pavimento, l’artista riesce a dare un forte senso di profondità, puntando l’attenzione sul magnifico tappeto orientale di fronte al trono marmoreo della Vergine. La soluzione insolita adottata per la realizzazione dello sfondo previde la fusione tra il motivo paesaggistico e il muro ornato da motivi vegetali e vasi appoggiati.

La precisione stilistica di Lorenzo di Credi ebbe molto seguito e fu spesso replicata da artisti locali. Egli morì nel 1536 a Firenze dopo un periodo trascorso in regime quasi monastico nel Convento di Santa Maria Nuova.