Oggi parliamo della città di Ancona e di una particolarità territoriale presente solo in questa città. Ancona è affacciata nel medio Mare Adriatico. La costa alta di Ancona si estende dalla punta del Colle Guasco fino allo Scoglio del Trave ed è caratterizzata da rupi la cui altezza media è di circa 100 metri fino a raggiungere i 238 metri del Monte dei Corvi. La bellezza di questa costa è dovuta all’incontro tra le rocce e il mare che origina paesaggi molto diversi tra loro e altamente suggestivi. Il Passetto è il tratto di costa che va dalla zona chiamata Seggiola del Papa alla scalinata che scende verso il mare, ma oggi il nome viene utilizzato per estensione per indicare l’intero tratto di costa su cui esistono le grotte.
Fin dai tempi antichi gli uomini hanno ricavato numerosi ricoveri per le barche scavando alla base della rupe. Sono le grotte dei pescatori, una peculiarità della zona , espressione di un modo particolare di vivere il mare. Esse sono state scavate dai contadini-pescatori che abitavano la parte alta della falesia. Si è continuato a scavare negli ultimi 200 anni, fino ad occupare anche i tratti più rettilinei del litorale maggiormente esposti alle onde.
Le rocce della costa sono di origine sedimentaria, formata dai detriti depositati sul fondo del mare tra i 16 e 14 milioni di anni fa , nell’era geologica del MIOCENE. L’origine sedimentaria delle rocce delle falesie è molto evidente, gli strati rocciosi sono ben visibili dalle spiagge e dal mare. Queste falesie, dopo l’emersione delle rocce, sono rimaste esposte alle forze erosive.
Il nostro mare è uno dei più pescosi d’Italia; ciò dipende dalla grande quantità di nutrienti che i fiumi riversano nell’Adriatico settentrionale. Questi nutrienti permettono agli organismi planctonici di moltiplicarsi e nutrire la fauna marina.
Non tutti sanno che ad Ancona si possono vedere sul mare sia l’alba che il tramonto, grazie alla sua posizione geografica. E nel periodo del solstizio d’estate, anche al Passetto è possibile assistere a questo spettacolo della natura. Il sole che si immerge direttamente nelle acque e la luna spunta nella direzione opposta, rischiarando il mare e le rupi del Monte Conero.
Grazie all’ Architetto Mauro Tarsetti di Ancona , vi raccontiamo la storia di una di queste grotte. Mauro Tarsetti ha raccolto la testimonianza di un ”grottarolo”, Ugo Bevilacqua .
Una delle più vecchie grotte del Passetto è la grotta di Bevilacqua. E’ stata scavata dal nonno di Ugo Bevilacqua, il sig. Luigi, verso la fine del 1800 nella sicura insenatura al riparo dai venti e dalle mareggiate. La grotta venne originariamente scavata nella roccia con un piccone per circa una lunghezza di 6.00 metri e una larghezza di 3.50 metri. Per proteggere l’entrata dalle frequenti cadute di sassi dalla rupe soprastante, venne rivestita per una certa profondità con una volta a tutto sesto in mattoni, rinforzata all’imbocco da un arco a due teste. Il pavimento ha una lieve pendenza per facilitare la discesa delle barche in mare.
Le barche vengono fatte scivolare su degli assi di legno ingrassati appoggiati a terra detti ”palanche“. Nel 1939 la grotta venne allungata verso l’interno di circa 4.50 metri utilizzando piccole cariche esplosive. Da quel periodo ad oggi, la grotta non ha subito modificazioni anche negli attrezzi e oggetti che sono rimasti sempre gli stessi che utilizzava il padre. Il Sig. Bevilacqua scendeva alla grotta a piedi usando il vecchio stradello, in media, due volte al giorno. Alle prime luci del mattino per salpare l’attrezzatura portando il pesce al mercato o in alcuni ristoranti, e al pomeriggio per calare in mare l’attrezzatura. Questo lavoro veniva eseguito durante tutto l’anno ad esclusione delle giornate di tempo cattivo. Nella seconda parte di questo post vi racconteremo degli elementi di cultura materiale della pesca utilizzati dai “grottaroli ” del Passetto.
CREDITI: tutte le informazioni e le foto sono prese dai libri “Le grotte del Passetto” e “Storie del Passetto” editore affinità elettive – Ancona
Autori: Marina Turchetti – Mauro Tarsetti – Contributo contenuto in questo post: Giorgio Petetti
INFO: studiotars@libero.it