Vorrei parlare di una valle nelle Marche che tutti conoscono come il confine fra le province di Ancona e Macerata e che invece dovremmo chiamare semplicemente Valle del Musone.
Una zona che meriterebbe di essere riconosciuta e tutelata dall’UNESCO come Sito Patrimonio dell’Umanità. Come è accaduto per la Val d’Orcia in Toscana , che ha molte analogie con la nostra valle del Musone.
Il bacino del fiume Musone, ha pochi rivali al mondo se visto come “distretto” culturale e naturalistico. Solo un breve elenco di nomi: Loreto, Recanati, Sirolo, Numana, Osimo , Offagna e Porto Recanati. Vale a dire: Parco e Riviera del Conero, il Santuario Mariano più importante d’Italia, la casa natale e il borgo del più grande poeta italiano dell’epoca moderna, le pinacoteche con i quadri di Lorenzo Lotto , grande maestro del Rinascimento, il duomo di Osimo, borghi marinari incantevoli, e la campagna più dolce del mondo.
Tutti questi luoghi si guardano l’un l’altro, sono tutti a portata di vista. Da sfondo fa quel bellissimo trapezio di Monte San Vicino. Per me, simbolo delle Marche più che i famosi scogli del Conero. E non va dimenticata la valle laterale dell’affluente Aspio con la medievale Offagna. Finisco dicendo che il territorio si caratterizza con un solo vino di notevole fama, il Rosso Conero e da una cucina gustosa che va dal mare alla campagna.
Tutto questo non può essere visto come una associazione di comuni appartenenti a provincie diverse. Pensare la Valle del Musone in termini amministrativi è penalizzante. Penalizza le reali possibilità di valorizzazione turistica e culturale che si traducono in valore turistico ed economico.
Non vorrei aggiungere parole ma alcune immagini fotografiche che possono illustrare un concetto semplice ma che dovrebbe entusiasmare qualche amministratore regionale almeno quanto entusiasma un vecchio assiduo frequentatore di questa vallata.
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