L’andouillette, ovvero “voglio mangiare alla francese!”

Diciamoci la verità, più o meno tutti noi (perlomeno quelli che si reputano “buone forchette”), in prossimità di un eventuale viaggio transalpino, ci siamo spesso domandanti con curiosità come sia la cucina francese, quella che spesso si evoca come segno di raffinatezza e ricercatezza. Ed altrettanto spesso magari, ci siamo rifiutati di provare qualcosa di tipico che non corrispondesse ai piatti definiti “dove-vai-son-buoni”: saumon (salmone), saucisse (salsicce), steak (bistecca, nei suoi vari paradigmi). Lo so per certo, almeno per quel che mi riguarda, perché le prime tre volte che sono venuto mi son comportato allo stesso modo: in verità la prima volta ho fatto ancor peggio, mangiando per una settimana intera soltanto del salame speziato alla paprika comprato al supermarket in coppia alle classiche baguette (beata gioventù, eh).

Eccomi qui, allora, ad evitarvi inutili diete o disturbi di stomaco provocati da qualcosa che non avreste mai ordinato se solo aveste saputo di cosa si fosse trattato! Partiamo dunque, quest’oggi, con una delle robe più strane in cui vi potete imbattere nella vostra permanenza parigina: l’andouillette! Della serie: o la ami o la detesti, non esistono mezze misure. Tecnicamente è un insaccato elaborato a partire dal budello (canale digestivo) del maiale: e fin qui non c’è nulla di strano, sapete che il salame è fatto allo stesso modo, no?  Credetemi, il sapore è però ben lungi da tutto quello che abbiate mai assaggiato: è qualitativamente molto più scostante dai sapori a cui siamo abituati che qualsiasi “pajata” romana o capretto sardo.

Deve infatti il suo gusto alla materia prima, frattaglie di maiale, miscelata, a seconda della ricetta seguita, ad altre carni (bovine e/o caprine), erbe, spezie, condimenti, vini e liquori, il tutto rivestito  facoltativamente da pane grattugiato, marmellata o strutto.

Sebbene qui ne consiglino la degustazione anche con champagne brut o cidro, fossi in voi non mi azzerderei e ci berrei un bel rosso non troppo forte (c’è già la “pappa” ad appesantirvi!).

Consigli sempre validi: se vi disgustano le orrende “tagliatelle” precotte che i turisti americani si “sorbettano” nei bar del centro di Firenze, evitate di mangiare l’andouillette nei ristoranti che propongono dalla pizza al sushi (chiaramente è un’esagerazione, ma ci siam capiti).

Insomma, se vi piacciono i sapori forti e se saprete ben scegliere, l’andouillette sarà il vostro trofeo culinario francese!

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: