Essere Parigi (primo episodio)

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No, Parigi no: non puoi venire semplicemente per visitarla, per scattare le foto “classiche” alla Tour (Eiffel, chiaramente) o al Moulin Rouge, o salire sulla ruota panoramica che si affaccia sugli Champs-Élysées.

No, Parigi la devi sentire tua, la devi vivere al tuo interno, quasi legando la tua vita a tutte quelle che si sono incrociate e scontrate e susseguite nel corso dei secoli. Devi poter passeggiare tra i quartieri e riconoscere i nomi delle stesse vie percorse dai personaggi dei grandi romanzi e dei film, dai poeti e dagli artisti. Devi gettarti in quella tavolozza di infinite cromature mescolate e lasciare che la stessa Paris si dipinga con te, tra i bicchieri di vino delle brasserie (i bar dal sapore squisitamente francese) e le luci della notte che percorre la Senna, fiere di un giallo che solo qui trovi.

Iniziamo questo percorso con una canzone, quella che canticchierai la prossima volta “içi” (qui, a Parigi). “Le tourbillon de la vie”, colonna sonora del film “Jules et Jim”.

Ci troviamo a Parigi chiaramente, agli albori della Prima Guerra Mondiale. Jim, un francese, e Jules, un austriaco, sono degli amici inseparabili che, tra le imprevidibilità di questa città, si innamorano della stessa donna, Catherine. Tra i due, lei decide di sposare Jules e di trasferirsi nel paese natale del neo-sposo. Dopo la guerra, Jim raggiunge la coppia in Austria, andando incontro ad un inaspettato destino. Lei, in preda a forti turbamenti, confessa di non essere felice con Jules il quale accetta che sua moglie abbia il suo amico come amante.

Questa è la Francia e, sopratutto, questo è il turbinio di storie di vite Parigine: non ti resta che venire e canticchiare!

Elle avait des bagues a chaque doigt
Des tas de bracelets autour des poignets
Et puis elle chantait avec une voix
Qui sitôt m’enjôla

Elle avait des yeux, des yeux de paille
Qui me fascinaient, qui me fascinaient
Y avait l’ovale de son visage pale
De femme fatale qui me fut fatale
De femme fatale qui me fut fatale

On s’est connu, on s’est reconnu
On s’est perdu de vue, on s’est reperdu de vue
On s’est retrouve, on s’est rechauffe
Puis on s’est sépare

Chacun pour soi est reparti
Dans le tourbillon de la vie
Je l’ai revue un soir aie aie aie
Ça fait déjà un fameux bail
Ça fait déjà un fameux bail

Au son des banjos je l’ai reconnu
Ce curieux sourire qui m’avait tant plu
Sa voix si fatale, son beau visage pale
M’émurent plus que jamais

Je me suis saoule en l’écoutant
L’alcool fait oublier le temps
Je me suis reveille en sentant
Des baisers sur mon front brûlant
Des baisers sur mon front brûlant

On s’est connu, on s’est reconnu
On s’est perdu de vue, on s’est reperdu de vue
On s’est retrouve, on s’est rechauffe
Puis on s’est sépare

Chacun pour soi est reparti
Dans le tourbillon de la vie
Je l’ai revue un soir ah la la
Elle est retombée dans mes bras
Elle est retombée dans mes bras

Quand on s’est connu, quand on s’est reconnu
Pourquoi se perdre de vue, se reperdre de vue?
Quand on s’est retrouve, quand on s’est rechauffe
Pourquoi se séparer?

Alors tous deux on est reparti
Dans le tourbillon de la vie
On a continue a tourner
Tous les deux enlaces
Tous les deux enlaces
Tous les deux enlaces

3 Risposte a “Essere Parigi (primo episodio)”

  1. Benvenuto! Da quando hai preso in gestione il blog di Parigi, lo leggo con maggiore attenzione. Continua così

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