Gargouilles – La vera storia dei gargoyles di Notre Dame

Pochi lo sanno (anch’io fino a ieri ero fra i molti restanti), ma i cinquantaquattro mostri minacciosi che ci guardano dall’alto delle mura di Notre Dame sono un falso storico.

Ebbene sì. Non sono il frutto dell’immaginario gotico medievale, come i principali elementi architettonici della cattedrale, realizzata quasi interamente fra il XII e il XIII secolo. Furono aggiunti dall’architetto Eugène Viollet-le-Duc, che diresse i lavori di restauro tra il 1843 e il 1864.

Una foto pubblicata da Jim Armstrong (@crystalorbitstudios) in data:

Non solo. I quelli che noi chiamiamo all’inglese gargoyle portano anche impropriamente il loro nome. Una  gargouille (femminile in francese) è in realtà una grondaia, o la figura decorativa posta alla sua estremità.  I mostri di Notre Dame invece non sono nati per ornare grondaie. Sono raffigurazioni puramente decorative di creature ibride immaginarie, delle chimere.

Nel suo libro The Gargoyles of Notre Dame, Medievalism and the Monsters of Modernity (pubblicato negli Stati Uniti nel 2009 e riedito in Francia nel 2011 con il titolo Les Gargouilles de Notre Dame – De Quasimodo à Dracula), lo storico americano Michael Camille afferma che con le sue chimere Viollet-le-Duc avrebbe voluto esprimere le ossessioni della sua epoca, quelle stesse che ispirarono il fantasmagorico universo letterario di Victor Hugo.

Ecco allora che dietro il Roditore, mostro canino che azzanna la sua preda, si cela un operaio che addenta il panino sul cantiere, simbolo di un’intera classe sociale riversatasi a Parigi dalle province e percepita come animalesca  e spaventosa dalla raffinata borghesia cittadina. Ecco allora che il Cerbero a tre teste, costruito dopo il 1848, viene a rappresentare la minaccia dei movimenti popolari e del socialismo. Ecco allora che il capro demoniaco  dal cranio oblungo, segno di degenerazione secondo le tesi mediche ottocentesche, se ne starebbe a guardare i peccati dei parigini sogghignando dall’alto dei suoi 45 metri.

Vi lascio leggere il seguito. E soprattutto guardare e riguardare le oltre trecento bellissime immagini. Il libro si può acquistare online in inglese o francese.

Una foto pubblicata da Federica Argento (@fedasilver) in data:

(fonte: Jean-PierreVrignaud e Julia Zimmerlich, Histoire, janvier-février 2012, pp. 3 e 58-61. Articolo precedentemente scritto da L.Maggi)

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