Un’altra buona ragione per odiare Parigi , come forse tutte le metropoli, è il flusso ininterrotto del traffico che intasa, più o meno a seconda delle ore, le arterie principali e secondarie della città. Ci sono giorni in cui, pur di non ritrovarmi a costeggiare i boulevards ingrigiti dalle nuvole e dallo smog, faccio dei giri assurdi.
La Mairie di Parigi cerca da anni, soprattutto da quando è diventato sindaco Bertrand Delanoe, di ridurre il numero di auto in circolazione, con risultati vari: se da un lato la novità più visibile, il Vélib, la bici comunale che si prende per strada, si usa quanto si vuole e si lascia in uno degli appositi parcheggi, ha avuto un successone, dall’altro gli automobilisti sono sempre più indisciplinati, dato che i parcheggi, tra spazi per le bici e corsie preferenziali per autobus, si sono ridotti ulteriormente.
Una delle misure positive per ridurre l’intossicazione da smog è quella della chiusura sistematica di alcune zone al traffico nel fine sttimana.
L’operazione Paris Respire non servirà certo ad abbassare il livello di anidride carbonica nell’atmosfera parigina, ma fa rivivere, almeno il tempo di una domenica, alcuni dei più bei posti della capitale francese.
Pedoni, ciclisti, skateristi e carrozzine invadono per esempio, sole permettendo, il Lungosenna dalle Tuileries al ponte Charles de Gaulle.
Non mancate di approfittarne: non capita spesso di poter passeggiare in uno dei centri storici più belli del mondo in una situazione di quasi silenzio. Parigi sembra tornare per qualche ora alla città che doveva essere un tempo ed è, vi garantisco, tutta un’altra città.
Tra le zone più belle chiuse al traffico domenicale, vi segnalo anche il quartiere del Marais, quello del Canal Saint-Martin e quello di Montmartre.
Le mappe precise e gli orari, che variano da zona a zona, li trovate qui:
http://www.paris.fr/portail/loisirs/Portal.lut?page_id=9642&document_type_id=4&document_id=91813&portlet_id=24046