Razzismi

L’ultima chicca della querelle che da giorni sembra occupare le tabelle di marcia dei ministeri dell’interno francese e italiano è arrivata ieri: fermati i treni che dall’Italia arrivano fino a Marsiglia per circa 7 ore. Treni con a bordo una pericolosa sessantina di tunisini pronti a dissanguare le casse della prestigiosa Previdenza sociale francese e a peggiorare di brutto la qualità di vita d’oltralpe.

Infatti l’Italia furbacchiona, dopo aver urlato ai 4 venti dell’Unione europea il suo stato di paese minacciato, martoriato e flagellato dall’incessante sbarco di tunisini sul suo suolo (sarebbero più di 25 000 dall’inizio dei rivolgimenti politici in Tunisia a metà gennaio), ha visto bene di interpretare la parte del membro offeso che si prende la sua piccola rivincita sugli altri giocatori egoisti della grande partita politica giocata sull’immigrazione.

Con i visti finto-umanitari di tre mesi, ha pensato bene di poter “svuotare la vasca” secondo l’espressione di Umberto Bossi, dato che molti di questi cittadini tunisini cercano di raggiungere familiari e conoscenti che vivono in Francia e non hanno intenzione di stabilirsi in Italia.

Così facendo, il nostro paese ha trovato pane per i suoi denti: il governo francese, in vista delle elezioni presidenziali nel 2012 e in grande calo di consensi stando a recenti sondaggi, non perde occasione per mostrare i (finti) muscoli e dichiarare che la Francia non vuol subire nessun’ondata immigratoria. Chi conosce vagamente la politica francese degli ultimi dieci anni sa che è sul versante del populismo che si vincono le elezioni, martellando sull’immigrazione come problema e fardello. Così è stato nel 2002, quando Chirac (stessa famiglia politica di Sarkozy) si è ritrovato al ballottaggio con Le Pen padre, esponente dell’estrema destra francese, così pure nel 2007 quando è andato al potere Sarko (abbreviato come piace ai francesi) con un programma tutto mirato a strappare consensi al Front National del solito Le Pen e così minaccia di essere nel 2012. Solo che adesso al FN c’è la Le Pen figlia, Marine, mentre a sinistra c’è solo un gran caos, per ora.

Viene in mente qualcuno, qualcosa? In Italia l’equivalente del Fronte è la Lega, che se nel nome evoca pure lei il compattarsi di un gruppo (non tanto PER, ma soprattutto CONTRO), è tutt’altro che nazionalista. Però sempre sul populismo gioca.

E mentre quasi nessun media si preoccupa di spiegare a noi europei quello che sta succedendo sull’altra sponda del Mediterraneo, in paesi che stanno vivendo rivoluzioni, la massima risonanza è data come al solito all’allarmante, allarmantissimo flusso di profughi approfittatori.

Malauguratamente, la campagna elettorale non è neanche cominciata ufficialmente. Figuriamoci poi…

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