U SCÜROTTU. Un’antica tradizione che non muore mai. Ecco cos’è..?

U SCÜROTTU. Un’antica tradizione che non muore mai. Ecco cos’è..?

In questi giorni di carnevale nella zona della Val Nervia in Provincia di Imperia nell’estremo ponente ligure nei paesi di Dolceacqua, Pigna, Isolabona e cosi via.. avrete notato strani individui aggirarsi mascherati da donna sopratutto.. creando allegria e musica..
Si tratta di un’antica tradizione ecco cos’è..?
U SCÜROTTU
Ripassiamo il significato delle tradizioni.
Da Marino Cassini apprendiamo che:
La tradizione

Mentre il Carnevale cessa ovunque alla mezzanotte del Martedì Grasso, a Isolabona si prolunga anche nella prima giornata di Quaresima e prende lo strano nome di scürottu di difficile interpretazione. La tradizione vuole che gruppi di giovani mascherati, cantando, fischiando, suonando strumenti musicali in modo sgangherato, seguiti da un codazzo di gente che vuole continuare i divertimenti carnascialeschi, si rechino di buon mattino in casa di un comune amico, lo sorprendano ancora immerso nel sonno, lo leghino nelle lenzuola e lo portino così impacchettato nella sua cantina condannandolo a offrire gratuitamente il suo vino.

Il perché di tale tradizione non è ben chiaro: sembra si tratti di una punizione per l’accidia dimostrata dal dormiente il quale non ha voluto alzarsi in tempo per assistere al rito delle Ceneri e iniziare il periodo di penitenza e digiuno.

E’ da notare che lo scotto da pagare da parte del malcapitato consiste solo in bevande. Nessun cibo solido viene richiesto, forse in considerazione del fatto che le bevande non interrompono il digiuno. C’è da considerare però che ogni parroco ha sempre tentato di scalzare e abolire tale tradizione.

Nonna Marì, la più anziana del paese, dalla mente ancora lucida, mi ha raccontato un’altra versione circa la nascita della tradizione. Sembra, secondo il suo racconto, che tragga origine da una azione profanatoria del sacramento dell’Eucarestia.

Nel 1887, dopo il terremoto che causò il crollo della chiesa parrocchiale di Baiardo, in Isolabona, poiché non si erano avuti danni, tranne la caduta di un comignolo, durante la messa di ringraziamento, che si svolse nel primo giorno di Quaresima, alcuni individui, capeggiati da certo Battarin, inscenarono una cerimonia blasfema offrendo ai presenti al momento dell’Eucarestia vino e fettine di rapa ritagliate a mo’ di ostie.

Si ritiene probabile che la persona “legata nelle lenzuola” rappresenti quel tale Battarin che annualmente deve pagare per la profanazione da lui ideata.
Ringraziamo Roberta Sala per il testo. https://www.facebook.com/robertasala65
Credit photo principale Marco Risi https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1993671237398562&set=a.1850498751715812&type=3&theater

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