Cosa vedere in Basilicata: itinerario di viaggio alternativo

Mi piace più chiamarla Lucania, ma anche la parola Basilicata non mi dispiace. In generale, però, ho un’attrazione forte per questa regione. Sarà che ho letto “Cristo si è fermato ad Eboli” a 12 anni, sarà un po’ per il road movie di Rocco Papaleo, oppure perché è semplicemente bella, isolata, malinconica, bagnata da due mari, dai colori cangianti, punteggiata dal verde delle montagne in provincia di Potenza e dai campi di grano nel materano.

Ma forse queste motivazioni esprimono solo una parte del mio amore per questa terra magica. Già, sono tante e forse anche per questo non è facile rispondere alla domanda che gli utenti pongono a Google: cosa vedere in Basilicata? Eppure abbiamo deciso di provarci lo stesso proponendo questa piccola guida.

Il nostro viaggio in Basilicata

Nella vita non bisogna essere originali a tutti i costi. Ma un pizzico di audacia non guasta mai. Anzi, a dirla tutta è il condimento ideale per insaporire la monotonia del mondo moderno. Perdersi per poi ritrovarsi per poi riperdersi ancora, senza tornare indietro e proseguendo sempre dritto. Questa è la filosofia di un viaggio molto particolare alla scoperta della Lucania e delle sue attrattive.

Prima di illustrare il nostro itinerario ” Basilicata coast to coast”, sono opportune due piccole precisazioni. La Lucania non è solo Matera. La città dei sassi è stupenda, ma ci sono anche altre località meritevoli e affascinanti. Secondo: questa regione non è così piccola come sembra. Anzi, se ci si muove per le vie interne sembra infinita. E’ impossibile vedere tutto e so bene che il nostro viaggio abbia sacrificato alla logistica alcune destinazioni, eppure sia i nostri organi di senso, sia lo spirito non ne hanno risentito minimamente.

Ma inutile dilungarsi troppo: ecco in dettaglio del nostro tour tra i borghi più belli della Basilicata:

  • Maratea
  • Rivello
  • Viggiano e Santuario Sacro Monte della Madonna Nera
  • Metaponto
  • Scanzano Jonico

Cosa vedere a Maratea

Il mare in Basilicata è un concetto mistico che sfida lo spazio angusto. E’ lo sfogo di una regione tirata per la giacchetta da Campania, Calabria e Puglia. Ma i grandi giganti al confine non possono impedire alla Lucania di affacciarsi su due specchi d’acqua così limpidi e così diversi: il Tirreno e lo Ionio.

Visitare la Basilicata significa partire da Maratea, la splendida cittadina adagiata sul golfo di Policastro. Non è un caso che sia Patrimonio dell’Unesco e basta un’occhiata fugace per innamorarsene. Di fronte il mare blu punteggiato da insenature, cale, scogli solitari, grotte misteriose, alle spalle il maestoso Cristo Redentore che spalanca le braccia come a dare il benvenuto. E poi le 44 chiese, cappelle e monasteri sparse nel territorio comunale. Arte, bellezza, religione, natura: tutto concentrato in 68 km quadrati. Allora, si parte per scoprire cosa vedere a Maratea:

  • Maratea Antica
  • Statua del Cristo Redentore
  • Chiesa di San Biagio
  • Grotta delle meraviglie
  • Spiaggia nera

Maratea antica

Visitare Maratea significa prendere l’ascensore per il piano superiore. Eh già, ogni esplorazione parte dall’alto, precisamente dal monte San Biagio. E’ su questo rilievo irregolare che riposa la vecchia Maratea con il suo embrione originario di dimore e di architetture militari e religiose. Vicoli e viuzze strette, affascinanti, enigmatiche e testimoni del tempo e della Maratea che fu prima che si sviluppasse l’attuale centro storico.

Statua del Cristo Redentore

E’ il simbolo della città, ma anche il cartellone di benvenuto per turisti e visitatori. La statua si trova nella Maratea Superior ed è stata eretta nel 1965. Raggiungere la statua del Cristo Redentore non è tanto difficile sul piano logistico, ma richiede un discreto sforzo fisico. Proprio così: vi toccherà affrontare tornanti sinuosi e pendenze da Grand Boucle. Però il sudore che bagnerà la vostra fronte sarà asciugato dalla maestosa vista: una terrazza naturale sul porto di Maratea e sul golfo di Sapri (qui per scoprire uno splendido residence a pochi km da Matera)

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Chiesa di San Biagio

E’ più giusto chiamarla “Basilica pontificia di San Biagio” o santuario. Comunque la si chiami, la Chiesa di San Biagio è uno degli edifici sacri più belli di Maratea. E non solo: rappresenta anche il curriculum vitae della città, merito dell’amalgama di stili, romanico, barocco e neoclassico che la caratterizzano. All’esterno è incorniciata in uno splendido portico a tre arcate e dal suggestivo campanile, mentre l’interno affascina per la sua delicata semplicità.

Tra le opere più importanti c’è l’affresco della Madonna del Melograno (anche se ufficialmente si chiama Madonna col bambino) datato intorno al tardo XV secolo e la fonte battesimale in pietra che risale invece al XVI secolo. Molto pregiata è anche la Cappella Regia che custodisce il busto argenteo e le reliquie del patrono cittadino San Biagio. Ingresso? Libero.

Grotta delle meraviglie

Appena 70 metri x 20 di larghezza. Fra quelle turistiche è la più piccola, ma anche una delle più belle. E del resto il nome non mente. La grotta delle meraviglie si trova nella frazione Marina di Maratea lungo la statale che porta alla costa. Accedervi significa viaggiare nel tempo in un ambiente sospeso come le stalattiti, le stalagmiti e gli spaghetti di calcare che penzolano dal soffitto: un vero e proprio tesoro naturale.

Ti stai chiedendo quando si può visitare la Grotta delle meraviglie e quanto costa? Beh, ecco gli orari e il prezzo del biglietto:

  • Estate 10:30 -13:30 e 15:30 – 18:30
  • Inverno: solo su prenotazione che si effettua a questo numero: +39 331 9150695
  • Biglietto: 5 euro, mentre per i bambini fino al sesto anno di età e i soci della società speleologica italiana è gratis.

La spiaggia nera di Maratea

Si chiama Cala Jannita, ma per tutti è la Spiaggia nera di Maratea, la più bella e la più famosa di tutta la Basilicata. La sua celebrità nasce proprio dal colore della sua sabbia all black di origine vulcanica. La magia di questo luogo è espresso dalla forza del contrasto tra le tonalità scure dell’arena e della vegetazione e il celeste delicato dell’acqua. Un tuffo è obbligatorio. Anche solo per sentirsi parte di questo paradiso.

Raggiungere la spiaggia nera di Maratea è semplice. Si parcheggia l’auto (a pagamento) e si prosegue a piedi attraverso un sentiero immerso nella vegetazione. Il percorso si snoda lentamente fino ai 94 scalini che conducono alla spiaggia nera. A questo punto avete due scelte: stendere lì il telo e tuffarvi, oppure nuotare fino alla splendida grotta della Sciabella per poi stendersi nell’annessa spiaggetta.

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Dove alloggiare a Maratea

Se stai cercando un pernottamento nella splendida Maratea potresti dare un’occhiata su Booking. Potrai scegliere tra tante soluzioni: dalla meravigliosa costa al suggestivo cento storico

Dintorni di Potenza

Il turismo in provincia di Potenza non attrae grandi flussi. Eppure non mancano paesaggi stupendi dalla natura lussureggiante e borghi da visitare. Dato il poco tempo a disposizione, la gita nei dintorni di Potenza si può limitare a:

  • Rivello
  • Viggiano

Rivello: come un presepe

Non sono poche la cose da vedere a Rivello. E’ uno dei borghi più caratteristici dell’entroterra potentino, perché al primo impatto sembra un presepe adagiato sul picco della collina che si affaccia da un lato sulla valle del Noce e dall’altro verso il monte Sirino.

Una visita a Ravello è consigliatissima. Anche perché è impossibile resistere al fascino di questa dolce e armoniosa cittadina. Le architetture civili e religiose prendono per mano il visitatore e lo accompagnano tra vie strette e gradinate scoscese alla scoperta della storia di Rivello. L’edificio più suggestivo, pero, si trova nella parte bassa del paese ed è il convento di San’Antonio. E’ stato costruito nel XVI secolo e conserva al suo interno alcuni splendidi affreschi, come la crocifissione dei martiri del Giappone” di Girolamo Todisco.

Oltre ai 23 edifici religiosi presenti nel centro storico, altri luoghi di interesse si trovano proprio nei dintorni di Rivello. Su tutti il lago Sirino che esprime tutte le variabili del verde: dal più chiaro allo smeraldo. Un consiglio: approfittatene per sedervi su una delle panchine che costeggiano il bacino. Un consiglio spassionato: spegni il cellulare, chiudi gli occhi e apri le orecchie per ascoltare la melodia della natura.

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Viggiano

Tra le destinazioni più belle della Basilicata spicca anche Viggiano in val d’Agri. Il paese delle arpe è un gioiello custodito tra le vette aguzze dei monti della Maddalena e i torrenti Alli e Casale. Il comune ospita edifici storici, chiese antiche come quella di San Benedetto e la Chiesa Madre ricostruita in epoca barocca e caratterizzata dall’originale facciata rosa, le torri angolari e una parte del perimetro di mura del castello cittadino. Ma il pezzo forte di Viggiano sono le aree naturalistiche.

Una delle più belle è la Fontana dei Pastori, immersa in un faggeto che oscura a tratti il cielo e lascia filtrare una luce cangiante e irregolare. Da qui si dipanano sentieri da percorrere a piedi, in bici o anche a cavallo. Non molto distante c’è la stazione sciistica di Viggiano con 3 piste, 2 sciovie, un impianto trasportare e un percorso di 3 km per lo sci di fondo. D’inverno, infatti, il paese si trasforma in una meta di nicchia per gli appassionati degli sport di montagna.

Il santuario della Madonna nera di Viggiano

La bellezza qui ha un valore gerarchico. Più si sale, più ci si avvicina al cielo e più è stupendo. Non è un caso che l’edificio sacro più bello di Viggiano si trovi a oltre 1700 m sul livello del mare, a 12 km di ascesa dal centro cittadino. E’ il Santuario del Sacro Monte di Viggiano che custodisce la statua della Madonna nera. Dopo aver raggiunto Piana Bonocore, dovrete posare l’auto, perché comincia l’ascesa verso questo luogo celestiale.

La porta del Paradiso è stretta, così è scritto nel Vangelo. E anche per questo motivo non è facile raggiungere il santuario. Il tratturo è pavimentato, le pendenze non sono uno scherzo. E ad ogni curva il dislivello aumenta sempre di più. Costa fatica scalare questa muraglia cinese e a farvi compagnia ci sono le stazioni della via crucis, ma passo dopo passo si aprirà uno squarcio nel velo lucano e sulla sinistra della via dolorosa avrete a disposizione una terrazza infinita sulla meravigliosa Val D’Agri.

Ad attenderti in cima c’è il Santuario e la statua della Madonna interamente dorata (ad eccezione del volto bruno). Lì finisce il percorso e la fatica cede il posto alla riflessione. L’ impresa è compiuta. Ma non bisogna esaltarsi troppo, c’è chi ti ha preceduto e ha compiuto sforzi più grandi di te. E’ il caso dei volontari che la prima domenica di maggio hanno trasportato in spalla dal centro cittadino al Sacro Monte la statua. Distanza percorsa:12 km a piedi. Ah, la prima domenica di settembre, il copione si ripete al contrario. Un ‘ultima dritta: il santuario è sempre aperto dall’alba al tramonto. E di notte il percorso è illuminato. Insomma, Il santuario non può mancare nella lista delle cose da vedere in Basilicata

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Dintorni di Matera: cosa vedere

Il viaggio in Basilicata procede verso i dintorni di Matera e provincia. Il paesaggio cambia: il verde lussureggiante del potentino cede il posto ai paesaggi lunari del materano. La strada affianca pianure assolate, campi di grano e sparuti alberi fino alla costa jonica. Ed ecco finalmente il mare. Sono due le destinazioni lucane marittime che proponiamo in questo viaggio: Metaponto e Scanzano Jonico

Metaponto: archeologia, filosofia e mare

Pitagora, Annibale, Spartaco. E in tempi più recenti anche il regista Francis Ford Coppola. Beh, la storia antica e Hollywood sono passate di qui. Ecco perché sono tante le cose da vedere a Metaponto. Il primo punto di interesse dove indirizzare il navigatore è l’area archeologica, ovvero le vestigia del Tempio di Hera e il museo. Il primo è anche chiamato Tavole Palatine perché un tempo proprio qui sorgeva un antico palazzo.

I resti del tempio greco mostrano in totale 15 colonne d’ordine dorico: 5 sul lato meridionale, 10 su quello settentrionale. L’intero complesso è incorniciato all’interno di un parco archeologico di 3 km quadrati. Un consiglio: visitate le Tavole Palatine al tramonto, quando i giochi di luce accendono con colori intensi l’immortale arte greca.

Buona parte dei reperti ritrovati tra Bernalda, Pisticci e l’area in cui sorge il tempio è ospitata nel museo archeologico nazionale articolato in 4 sale secondo un ordine cronologico: epoca preistorica, colonizzazione greca, integrazione tra coloni e indigenti e età romana.

Ed ora qualche piccola informazione:

  • Prezzi: il biglietto di ingresso vale sia per il parco archeologico sia per il museo. Il costo è di 2,50 euro, ridotto 1,25 euro.
  • Orari: gli orari non sono gli stessi. Il Parco Archeologico è aperto dal lunedì alla domenica dalle 9:00 fino a mezz’ora prima del tramonto. Tuttavia, a causa di carenza del personale, gli orari possono slittare. Per maggiori informazioni vi rimandiamo al sito dei beni culturali della Basilicata
  • Il museo, invece, è aperto al pubblico nei seguenti giorni: lunedì dalle 14 alle 20, mentre dal martedì alla domenica dalle 9 alle 20.
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Le spiagge di Metaponto

Il mare a Metaponto è limpido, poco profondo e le spiagge sono dorate. Alberghi, b&b e ristoranti non mancano. Per tutti questi motivi le vacanze nella città della Magna Grecia sono l’ideale per le famiglie con figli al seguito. Ma può essere anche il punto di partenza per una escursione lungo le spiagge più belle della costa jonica della Basilicata.

Scanzano Jonico: dove finisce il viaggio in Basilicata

Ecco, tra le destinazioni marine più belle della provincia di Matera c’è sicuramente Scanzano Jonico. E’ qui che finiva il viaggio della band di Rocco Papaleo in Basilicata coast to coast, ed è questa la meta finale del nostro itinerario lucano. Ogni escursione on the road si deve concludere con un tuffo in acqua catartico, per purificarsi dalla stanchezza e rigenerarsi in vista del ritorno alla routine.

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La spiaggia di Terzo Cavone

Le spiagge di Scanzano sono selvagge, occultate da una pineta sipario, poco affollate rispetto a quelle pugliesi e distano un po’ dal centro storico. La più bella è quella di Terzo Cavone e prende il nome dall’omonimo fiume che sfocia a poca distanza. Il litorale di sabbia finissima si estende per km senza interruzioni.

Il mare è cristallino e la spiaggia è così wild da essere l’ideale per chi desidera isolarsi dal mondo e contemplare in pace questo spettacolo naturale. Chi ama invece la comodità, può rivolgersi al vicino lido attrezzato per affittare lettini e ombrelloni. Oltre che mangiare qualcosa al ristorante. In definitiva, la spiaggia di Terzo Covone merita una visita: sa essere selvaggia e rilassante, è bagnata dalle acque nitide del mar Ionio e rinfrescata dalla dolce brezza orientale.

Le case bianche del centro storico

Piazza Gramsci è il sipario che si apre su uno dei luoghi più magici della Basilicata. Dopo aver superato l’anonima fontana, si apre un magico viale in pietra. Sui due lati danzano le basse casette bianche che sembrano sorreggersi a vicenda come nel sirtaki. Sull’uscio le anziane abitanti rammendano e discutono con le vicine. Ecco la Basilicata e le sue atmosfere sospese, dove i concetti di tempo e spazio acquistano tutto un altro significato rispetto alla nostra routine. Tutto è magia e tutto è scoperta in una terra affascinante come la Basilicata.

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Cosa mangiare in Basilicata

Esiste una cucina tipica lucana ed è caratterizzata dalla varietà. Inserire qui tutti i prodotti e le ricette è impossibile, pertanto ecco una breve lista dei piatti tipici della Basilicata che dovete assolutamente assaggiare:

  • Peperoni cruschi
  • Focaccia di Matera
  • Caciocavallo podolico
  • Gnummareddi
  • Pezzente

Peperone crusco

I peperoni cruschi sono l’oro rosso della Basilicata e anche se furono gli spagnoli a importare il peperone dal nuovo mondo, fu la sapienza gastronomica dei lucani a innovarlo. Nacque così un ortaggio croccante (questo è il significato di crusco) e dal sapore dolce. Solitamente si usa il peperone di Senise IGP che ha una caratteristica fondamentale: non viene mai lavato e si pulisce con un semplice panno.

Concluso il processo di essiccazione, si frigge in olio bollente per pochi secondi, giusto il tempo per permettergli di gonfiarsi. Una volta rimosso dalla padella, entra in gioco l’escursione termica che gli consentirà di essiccarsi. A questo punto il peperone crusco è pronto per essere portato in tavola e sgranocchiato.

Un’altra proprietà dei peperoni cruschi è la versatilità: in pratica si abbinano (quasi) con tutto. Sono l’ideale per un aperitivo accompagnato dal vino rosso, meglio se l’Aglianico del Vulture, o per un primo tipicamente lucano come le strascinate con molliche di pane grattugiate o per un secondo di pesce come il baccalà.

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Focaccia e Pane di Matera

Il forno è un’altra ricchezza di questa regione. Il pane di Matera e le focacce lo testimoniano. Qui l’influsso della cucina pugliese è forte, anche se è sbagliato parlare di un copia/incolla in cucina. Del resto, sia la Basilicata,sia la Puglia sono antiche custodi della tradizione legata al pane e ai suoi derivati. Per esempio, la parola focaccia è un recipiente che contiene una serie infinita di varianti come:

  • focaccia di semola di grano duro
  • focaccia al miele
  • fucuazza cu la prmmamora
  • strazzata
  • focaccia alla chianca

Un solo un consiglio: assaggiatele tutte, perché sono una delizia del palato, proprio come il pane di Matera.

Caciocavallo podolico

Pascoli, verde incontaminato, altipiani. Insomma, la conformazione del territorio non ha un valore esclusivamente estetico, ma favorisce anche l’allevamento e i suoi prodotti. Uno dei simboli della cucina locale è appunto il caciocavallo podolico della Basilicata, prodotto con il latte delle vacche podoliche, perfettamente a loro agio in questo ambiente tanto bello quanto ostile per l’assenza di grandissimi corsi d’acqua.

Il nome deriva dall’origine geografica delle giumente, ovvero la regione ucraiana della Podolia. Infatti, secondo la tradizione, furono i barbari al tempo delle grandi invasioni a trasportarle nella Penisola. Da allora sono passati più di XV secoli e le vacche podoliche sono ancora lì, mentre il caciocavallo lucano abbelisce le tavole e riempie le pance degli italiani.

Gnummareddi

Esiste il detto:”paese che vai, usanza che trovi”. Vale lo stesso per le parole e per gli gnummareddi. Nel foggiano si chiamano Turcinelli, in Abruzzo mazzarelle, in Calabria mazzacorde, in Irpinia abbuoti Nonostante le variazioni lessicali, tutte queste voci indicano più o meno la stessa cosa. Si tratta di interiora di agnello legate alle loro stesse budella e condite con pepe nero macinato, prezzemolo gigante e carosello.

Pezzente

No, non è un’offesa, è una salsiccia lucana anche se l’etimologia mostra una sfumatura sociale. Infatti, questo salume si ottiene con gli scarti del maiale, cioè gli avanzi delle tagliate precedenti, soprattutto frattaglie di fegato, milze e polmoni, spesso insaporite con spezie e vino rosso.

Il salame pezzente della montagna materana ha una pecularità: è prodotto con i maiali che pascolano allo stato brado in un area che tocca i comuni di Accettura, Irsina, Aliano, Cirigliano, Garaguso, Oliveto, Stigliano Lucano, Tricarico e Gorgoglione. Calciano, ed è lavorato con metodi tradizionali tramandati di padre in figlio. Anche per questo motivo gode della tutela speciale di skow food.

Il viaggio in Basilicata è terminato. Ma prima di lasciarti voglio condividere questa piccola riflessione. La Lucania non è solo una regione geografica, una terra riscoperta dopo secoli vissuti nella nella periferia della storia. C’è uno spirito della Basilicata che vaga in tutto il mondo: è l’anima dei tanti lucani che hanno abbandonato il luogo natio per cercare fortuna nei quattro angoli del globo.

Proprio come Pietro Marsicano e Teresa Nigro che partirono da Viggiano per l’America nella seconda metà dell’800. Non immaginavano cosa avrebbero trovato lì e ignoravano cosa avrebbero fatto. Eppure lasciarono tutto e navigarono verso l’ignoto portando con sè la tradizione musicale di Viggiano. Beh, Pietro e Teresa sono i trisavoli di Billie Joe Armstrong, il leader dei Green Day. E senza quella loro scelta, non avremmo mai ascoltato un capolavoro come questo.