5 consigli per liberarsi dai venditori ambulanti in vacanza4 min read

La top five

Ho viaggiato tanto e posso affermare con certezza che ci sono due cose che accomunano tutti i luoghi turistici del mondo: la prima sono i cino/giapponesi con le loro macchine fotografiche gigantesche, la seconda sono gli abitanti del luogo che tentano in tutti i modi di propinarvi souvenir, servizi di guida o altro. Per qualche assurdo motivo (io ho studi scientifici, ma sarebbe interessante sapere se qualcuno che ha studi umanistici alle spalle conosca il motivo) in tutto il mondo la convinzione che gli indigeni si sono sempre fatti è che il turista sia un pesce fuor d’acqua, ricco e con un’intelligenza sotto la media: in poche parole un pollo da spennare. Certo, a guardare il vestiario improponibile che alcune persone indossano quando sono in vacanza non hanno tutti i torti. Non vogliamo generalizzare, ci mancherebbe, ma nessuno mi venga a dire che in ogni viaggio che ha fatto non è incappato almeno una volta in una figura del genere.

Le truffe

Senza considerare i casi di truffe vere e proprie, per fortuna non me ne sono mai capitate, ma le più “divertenti” lette in rete sono state quella di una coppia di Firenze dove un signore (ben vestito) sporca di senape il malcapitato, si scusa educatamente e gli offre un fazzoletto per aiutarlo a pulirsi, mentre il secondo gli ruba la valigia. La seconda truffa è stata segnalata a Pechino: un’avvenente ragazza chiede alla vittima di scattargli una foto come scusa per attaccare bottone e poi trascinarlo in un locale da the nei paraggi. Il malcapitato si lascia trascinare dagli ormoni nel locale. Alla fine della serata dovrà pagare tra i 100 ed i 200 euro (per un po’ di the e degli spicchi di frutta). Ad ogni modo nell’articolo di oggi ci concentreremo sulle 5 scuse per liberarci dai venditori ambulanti presenti vicino ai siti turistici. Come ci si può disimpegnare con relativa educazione ed evitando di apparire scortese?

1) Non parlo inglese

Tipica scusa quando si avvicina qualcuno che vuole proporsi come guida. “Spik Italiano?” “well, no: I can speak english slowly”. “Ah okkei, sorri io no spik inglish”. Di solito non insistono oltre.

2) L’ho appena comprato: oppure nella versione meno efficace “ne ho uno uguale a casa”

Questa scusa ha un livello di efficacia media, a volte i venditori più insistenti alla Giorgio Mastrota continuano rimarcando una caratteristica particolare della patacca per convincerti (poveri illusi) a cambiare scelta. Per esempio in Nepal un venditore continuava a volermi rifilare una scacchiera da viaggio perché era fatta il legno. Già, l’introvabile legno.

3) Avete questa versione?

Se vostra sorella adora il rosa potete chiedere un colore diverso, se vi trovate in Medio Oriente chiedete una calamita con l’asino:  di solito le hanno solo con il cammello, se siete a Bangkok e volete un’imitazione di un orologio ne prendete uno con delle caratteristiche specifiche, e quando vi diranno che non ne hanno, allargate le braccia e dite “Pazienza: cerco quello!”. Si tratta della più rischiosa delle tecniche perché il tipo di fronte potrebbe avere quello che cercate. E poi per liberarsi è dura

4) Non ho soldi

Banale. Nessuno gira in siti turistici senza soldi. E poco efficace perchè in tanti ormai sono attrezzati anche con i POS), ma se siete a corto d’idee può essere l’ultima arma per liberarvi con eleganza. Esiste anche la versione più raffinata: “Ho lasciato i soldi in albergo”. Ma questa è più rischiosa perché alcuni sono così invadenti da chiedervi nome, cognome ed albergo per venirvi a recapitare la merce fino a là. Sconsigliatissima.

5) Passo più tardi

I venditori, e pure voi, sapete bene che non passerete più tardi e difficilmente a fronte di un’affermazione del genere vi diranno “Ok, a dopo allora!” Fedeli alla legge di “un euro ora vale più di un euro domani” continueranno ad insistere con domande del tipo “E perché non lo prendi ora?”  “Eh ma se dopo hai un imprevisto?” Sono preparatissimi anche al botta e risposta quando fai affermazioni apparentemente logiche del tipo “Sì ma se lo prendo ora poi devo girare tutto il giorno con la roba in mano ed è scomodo” “Vabbè allora lo paghi adesso e poi lo vieni a ritirare stasera“. Insomma anche il “passo più tardi” va usato solo quando non si hanno scuse migliori. A parte le scuse poi c’è il classico “Eh non rompere!” che fa sempre la sua bella figura. Figura di….

 

Vito Doppio Viaggio

2 Risposte a “5 consigli per liberarsi dai venditori ambulanti in vacanza4 min read

  1. Buona sera, vi ho scoperti per caso e ogni tanto torno a leggervi…personalmente non ho esperienza di viaggi come quelli descritti nel vostro blog (e non sono stata neanche a Napoli) e gli unici venditori me li sono trovati in spiaggia o per le vie di qualche città…non so se in luoghi esotici siano più insistenti…cmq la mia tecnica è la seguente: innanzitutto quando lo scocciatore arriva, mai fermarsi…chi si ferma è perduto. Avanti dritta per la mia strada, quando quello mi parla mi giro appena, sfoggio il mio miglior sorriso e con voce ferma, ma divertita, esclamo assertivamente “No, grazie!”. Il tipo in questo modo si autoconvince subito e con la massima ovvietà che qualunque insistenza non produrrebbe frutti e decide di usare il suo tempo per provarci con altri. Finora ha funzionato…che ve ne pare? Cordialità. Fisica bresciana

    1. Buonasera, anzi buonanotte, data l’ora. Le posso assicurare che all’estero (soprattutto nel terzo mondo) i venditori sono più insistenti per un semplice motivo: giocano in casa. Quindi partono dal presupposto che il turista sia effettivamente un pollo (da spennare) in terra straniera. In Italia invece accusano “il fattore campo”.

      Le dirò di più: a me Napoli non piace più di tanto. La invito a seguirci, qualora abbia un profilo su fb, anche sulla nostra pagina https://www.facebook.com/viaggiignoranti/?fref=ts

      La lascio con la nuova rubrica della settimana: TIPI DA VACANZA: L’ANSIOSO http://blog.zingarate.com/viaggiignoranti/persone-che-incontri-in-vacanza-ansioso/

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