Petra: il tesoro nella roccia5 min read

Petra non è un posto per viaggiatori ignoranti. O almeno non sotto il profilo della logistica! Per visitare questo sito archeologico unico al mondo avete due opzioni:

  • 1) affittare una auto con autista (ho scelto questa opzione per il poco tempo a disposizione) dal momento che dall’aeroporto di Amman, ridente capitale della Giordania dove fondamentalmente non c’è un chez da fare, al villaggio di Petra occorrono tre ore sulle quattroruote. Pertanto spenderete più per il noleggio che per il biglietto aereo
  • 2) Prendere un hotel ad Amman e poi salire su uno di quegli sfigatissimi bus che, tra le altre disgrazie, hanno la caratteristica di essere forse gli unici al mondo a partire non ad un orario stabilito ma quando il numero minimo di posti viene riempito (sempre per le famose tre ore di strada, in modo da ripagarsi almeno il costo della benzina).

Petra- il Siq
Petra- Il Siq

Il salasso

Scelgo la prima opzione. Non avendo chiuso occhio in aereo, come pianificato, ho reclinato il sedile dell’auto e dormito nelle 3 ore successive (“che piacevole compagnia” avrà pensato l’autista). Arrivo al Petra Palace Hotel (ottimo rapporto qualità-prezzo), un bel tre stelle con piscina ed una discreta colazione. Il tempo di cambiarmi e sono già operativo. Petra è fondamentalmente l’unica risorsa della Giordania per evitare la “toccata e fuga” (come fanno il 99% dei turisti che invece vanno ad Agrigento a vedere la valle dei templi).  I gestori del sito hanno applicato una modica tariffa d’ingresso: “appena” 60 euro al giorno che diventano 62 per due giorni e 63 per tre. Notate una certa discrepanza? Ad ogni modo rimane (credo) il sito turistico con il biglietto più caro del mondo (smentitemi pure nei commenti se avete incontrato di peggio).

 

Il maestoso Al- Khazneh

Ne vale la pena?Beh, fa parte delle sette meraviglie del mondo moderno e  poi, per la rubrica “non tutti i mali vengono per nuocere”, i prezzi così alti hanno il vantaggio di attirare poche persone: una volta dentro ti sentirai davvero come Indiana Jones. Soprattutto se alloggi a Petra ed hai la fortuna di poterti alzare presto la mattina, prima che arrivino i suddetti pullman da Amman, carichi di cinesi con le macchine fotografiche. Pago il biglietto da due giorni nonostante siano le 4 del pomeriggio (il sito chiude alle 19, niente sconto, non sia mai!!) ed inizio il mio viaggio.

Un beduino mi offre gratuitamente un passaggio lungo il sentiero chiamato Siq ossia 1,2 km che separano l’ingresso dal “Tesoro” (Al-Khazneh),  la facciata più famosa di Petra. Rifiuto: sia perché non mi sono mai fidato di chi ti offre qualcosa gratis in luoghi turistici (siamo sempre visti come polli da spennare), sia perché la bellezza del Siq si scopre muovendosi a piedi. Nonostante lo abbia visto su youtube, lo abbia letto ovunque e lo abbia sentito dire da chi c’era stato prima di me, il Siq rimane davvero una sorta di labirinto che ti “opprime”, stretto quanto la cruna di un ago (in certi punti puoi toccare i lati allargando le braccia).

Suggestivo, ma la vera sorpresa è quando si apre l’angusto sipario e all’improvviso compare dal nulla Al-Khazneh. Bello, maestoso e sopravvissuto intatto alla marea dei secoli. Foto, selfie ignorantissimi con la facciata (e con i cammelli) e poi un giretto di ricognizione, per vedere cosa vale la pena fare domani.

 Petra- Al Khazneh
Giordania, Petra: Al Khazneh

 

Al Madbah: il sacrificio prima del paradiso

Il giorno dopo mi sveglio di buon mattino e decido, dopo avere ripercorso il tortuoso Siq, di recarmi immediatamente all’ altare del Sacrificio (Al-Madbah), dopo una bella sfacchinata (ed avendo rifiutato la salita in asino) davanti a me un panorama sensazionale (anche in questo caso il paesaggio valeva le sofferenze per arrivare in cima).

Percorro la via in discesa, andando a curiosare nei fossi pieni di tombe ed altri cimeli (i beduini che vivevano a Petra lo facevano nelle tende, quindi tutte le strutture nella roccia sono tombe o monumenti simili, per questo tra le altre ipotesi nel corso della storia vi fu quella che Petra fosse una sorta di cimitero) e, complice il fatto che praticamente sono da solo, mi sembra di vivere un’avventura stile Tomb Raider.

Torno lungo la via principale ed ammiro il Teatro (sembra un teatro romano, ma lo costruirono i nabatei), le bellissime Tombe reali, la strada colonnata (con l’albero di pistacchio a dare per un po’ sollievo alla mia testa) lungo la quale potrete raccontare l’aneddoto (ogni viaggio ignorante ce ne insegna uno da condividere poi al bar con gli amici) che una serie di montagne sullo sfondo hanno la forma di cammello (animale che incontrerete ovunque a Petra). Pausa nel ristorante alla fine della strada e poi mi muovo in direzione di Piccola Petra.

 Petra:- panorama da Al Madbah
Giordania, Petra: vista da Al Madbah

 

Consigli per un viaggio a Petra

Prima di partire ricordatevi di portare scarpe comodissime, chiuse (niente sandali perché le pietruzze vi uccideranno), un berretto, dell’acqua ed anche una crema solare (a meno che non siate a livello d’ignoranza da terza elementare e vi piacciano le abbronzature da muratori). Petra richiede tanto sacrificio (sia in termini economici sia di sforzo fisico) quindi non è un viaggio alla portata di tutti, ma ne vale davvero la pena.

I punti panoramici dove scattare foto da sogno sono tanti,  quindi assicuratevi di avere il cellulare carico: trovare una presa elettrica potrebbe essere molto difficile… più che trovare il Santo Graal.                                                                                                                                             

Giordania- Petra- Cavea
Petra: la Cavea

 

  Vito DoppioViaggio