S.P.Q. … P.: Sono Pazzi Questi Portoghesi!

Credo che abbiate già sentito dire o raccontare, almeno una volta, di alcune stranezze di popoli lontani. Che ne so, per esempio che per i giapponesi è maleducazione soffiarsi il naso in pubblico.

Oppure che gli indiani per dire “sì” fanno un gesto, con la testa, molto simile a quello che facciamo noi per dire “no”. Fino a cose davvero estreme, come i chewing-gum illegali a Singapore!

Ma non è necessario andare dall’altra parte del mondo per stupirci di quanto sia varia l’umanità. E infatti anche i nostri vicini portoghesi qualche stranezza di cui vantarsi ce l’hanno.

Iniziamo da quelle più banali.




1. Il phon, questo sconosciuto.

È un costume molto diffuso tra le ragazze portoghesi quello di non asciugarsi i capelli prima di uscire di casa.

Anche se ci sono 10 gradi, è gennaio, e ci sta un vento gelido che porta via, potrete vedere tantissime ragazze, i capelli così bagnati che ancora si intravedono i segni del pettine, che camminano tranquille e incuranti delle intemperie.

In questo caso, ora che ci penso, la vera stranezza è come facciano a non beccarsi la polmonite ogni anno.

2. I beijinhos – atto I

Beijinhos vuol dire “bacini”, letteralmente.

Ora, forse vi sarete già accorti che in Portogallo, come in Spagna e altri paesi europei, i famosi due beijinhos sulle guance quando si saluta qualcuno si danno in direzione opposta rispetto a quella italiana, cioè prima a sinistra e poi a destra.

Le prime volte dovrete concentrarvi parecchio per darli nell’ordine giusto senza rischiare poco desiderati baci sulla bocca.

Ma che i beijinhos si diano al contrario, poco importa. Quello che è strano è che si devono dare a tutti, ma proprio a tutti.

Mi spiego: in Portogallo quando si viene presentati o ci si presenta a qualcuno, o quando si saluta, sia all’arrivo sia al momento di andarsene (mi riferisco, ovviamente, a situazioni informali), bisogna scambiarsi, possibilmente nell’ordine giusto, i famigerati due beijinhos sulle guance.

Anche se questo significa darli a 15 persone, comprese quelle che stanno a cinque metri di distanza da voi, comprese quelle con cui nella vita non avrete diviso nient’altro che quei due benedetti bacini selle guance, perché non le rivedrete mai più.

E anche se questo significa impiegare un quarto d’ora per salutare tutti e potersene andare senza aver fatto la figura del maleducato.

In quei casi, chi se la cava meglio sono i ragazzi: tra uomini infatti ci si stringe la mano, e basta. E qualche beijinho sulle guance di qualche donzella, a seconda di come, può fare pure comodo.

3. I beijinhos – atto II

Ma quello che è più strano di questi beijinhos devo dire che non è certo questa usanza di baciare tutto e tutti.

No, la cosa più assurda è l’uso linguistico che si fa di questa parola.

Beijinhos!” funziona un po’ come il nostro “baci!” o “un bacione!”, che usiamo alla fine di una mail indirizzata a un amico, a un cugino, qualcuno con cui siamo in confidenza.

E fino a qui, tutto normale.

E invece no: prima di tutto perché “beijinhos!” si usa anche con persone con cui tanto in confidenza alla fin fine non si è.

Quindi non vi sorprendiate se qualcuno, specialmente se lo conoscete da poco, continua a mandarvi bacini e bacetti alla fine di ogni sms o mail che vi scambiate. Non ci sta provando, né ha un (cattivo) gusto melenso per i saluti.

Ma soprattutto non vi sorprendiate quando Beijinhos!” ve lo diranno. A voce!

Immaginate una qualsiasi, banalissima, conversazione con un conoscente, e – badate bene – non ci sono grandi restrizioni, in fatto di età o di sesso, per questa abitudine.

“Oh cara signora Joana, come sta?”

“Salve, dona Lina! Si va avanti! E sua nipote? L’è passata l’influenza?”

“Ah guardi non ne parliamo, poverina! Ha ancora la febbre!”

“Povera stella! Beh, allora speriamo che guarisca presto! A presto, bacini! Bacini anche a sua figlia!”

“Bacini!”

E poi ci sono anche i beijinhos fulminanti, i beijinhos-lampo. È quando ti incroci per due nanosecondi con qualcuno che sta andando nella direzione opposta alla tua:

“Ehi, ciao, bacini!”

“Bacini, ciao!”

Chi l’avrebbe detto che i portoghesi, così contenuti nelle effusioni amorose in pubblico, non fanno altro, a parole, che mandare bacini a destra e a manca anche a persone che a malapena conoscono.

Ma bando ai phon e ai baci, e passiamo a cose più serie. Anzi, alla stranezza più stramba di tutte.

4. Nomi tabù

Scegliere che nome dare al proprio figlio può essere un’operazione complicata, vuoi perché non si trova un accordo tra i gusti dei genitori, vuoi perché si innestano sensi di colpa verso le tradizioni, quando si decide di interrompere la perpetuazione della memoria dei capostipiti della famiglia (tanto più lunga la tradizione, di solito, quanto più ridicolo il nome da tramandare).

Ma in Portogallo, non contenti, hanno pensato di crearsi anche un ostacolo legale. Ebbene sì, è dagli anni ’50 che esiste una lista, aggiornata di anno in anno, dei nomi permessi e dei nomi proibiti.

Tra il 1950 e il 1999, per esempio, sono stati sottoposti a giudizio e condannati a morte 2110 nomi, per vari motivi: o perché misture di nomi già esistenti, o perché graficamente poco corretti, o perché erano aggettivi, o toponimi, o cognomi usati come nomi.

Un comitato di esperti linguisti, pertanto, ha bandito nomi come Dilarmando (che a me fa venire in mente Dylan Dog e l’Armando della Pimpa), Elisângela, Lisboa, Magnífica, Portugal, Jeovane..ma anche Valquírio, Valquíria e il povero Favarte!!

Ma insomma, erano anche altri tempi. Andiamo a dare un’occhiata alla lista del 2013 (e andateci davvero anche a voi a vedere, perché se no non mi crederete).

Ecco, nel 2013 tuo figlio non lo puoi chiamare Clarivaldo, e vorrei anche vedere, dai!

Non ti lamentare, ma ringrazia che ci sono nomi molto più normali tra cui scegliere: Consulino, Habacuc (anche la variante grafica Habacuque), Gumesindo (anche se una nota specifica, testuali parole: preferibile “Gumersindo”), Durbalino (preferibile “Durvalino”).

Attenzione, però, che alcuni nomi possono essere dati solo come secondo nome, o in nomi composti: Cireneu si accetta solo in Simão Cireneu (di Cireneu ce n’è uno solo, oh!); se sperate che vostra figlia sia una santa, potete chiamarla Maria Goreti (con una t!); se già da appena nata è insopportabile, potete affibbiarle un bell’ “Agonia” come secondo nome, oppure un bel “Cruz” (“croce”).

Un po’ ossessionati con nomi biblici o di provenienza cattolica questi portoghesi? Forse sì, ma con un po’ di apertura (e meno male!) ad altre confessioni: Crisna va bene come secondo nome (ma non si può scrivere Chrisna, guai!), Abdul pure.

Non proprio tutte tutte però: Hailé ve lo potete scordare. Al limite gli farete crescere i rasta, quando avrà abbastanza capelli.

Non può mancare, poi, un nome che viene da una delle più grandi religioni occidentali: “Luís Figo“, Pallone d’Oro 2000, può diventare il primo nome, composto, di vostro figlio. E pace se sarà un patito del ping pong.

Se invece volete che vostro figlio si chiami “Luís de Camões“, il grandissmo poeta portoghese del Cinquecento, neanche per sogno. Non siate ridicoli.

Ecco, ora sì che mi spiego come mai (e, in fondo, me ne rallegro) ai miei amici e conoscenti portoghesi hanno dato nomi tutti uguali: João, Pedro, Francisco, Ana, Rita, Joana. Meglio non rischiare la censura. O un eterno risentimento da parte dei figli.

Sono Pazzi Questi Portoghesi!

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5 Risposte a “S.P.Q. … P.: Sono Pazzi Questi Portoghesi!”

  1. Adorei ler estes factos portugueses que vos causam estranheza. é sempre comico perceber quais os nossos habitos que divergem e criam estas situações “estranhas” principalmente entre povos latinos. Parabens, e era bom escreveres um outros artigo similar que fosse a continuação deste…..sempre me ria um pouco hehehe

    1. O feedback português a este post era mesmo preciso, obrigada! Fico contente que tenhas gostado, e sim, assim como descobrir mais estranhezas, vou relatar!

      …beijinhos! 🙂

  2. Sempre a proposito di beijinhos, che dire di “beijinhos grandes??!!!”
    Ma se son grandi, come fanno ad essere piccoli, allora perché non dire un bel BEIJÕES! 🙂
    Bravi, complimenti e ‘jinhos ;))

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