Ormai ci siamo! Natale è alle porte!
Lo sbriluccichio delle luci nelle strade, la gente che invade i negozi a caccia di regali, le canzoncine e gli addobbi non fanno che ricordarcelo.
Le città si vestono a festa e le nostre pance iniziano a “farsi capanna”, come si dice dalle mie parti.
La dieta? «Non è il caso di pensarci proprio adesso» o « rimandiamo tutto al nuovo anno» sono più o meno le frasi tipo.
Il richiamo dei dolci, in particolar modo, ci inebetisce!
Panettoni, pandori, torroni, torroncini, cioccolata, frutta secca e chi più ne ha più ne metta ma … la domanda, a noi di Vivere Lisbona, sorge spontanea: quali sono i dolci tipici di Natale qui in Portogallo?
Eviterò il paragone con l’Italia. La pasticceria portoghese è un modo a parte ma non per questo meno buona.
Chiaro, è anche questione di gusti, ma noi, che siamo curiosi e che ormai siamo immersi nella cultura portoghese, non possiamo che “experimentar”. Lo facciamo anche per voi, cosa pensate?
Tornando al post … insomma, una festa senza dolci non è festa e per deliziare i palati, dare conforto all’anima ed essere più felici ecco per voi una lista delle migliori specialità dolciarie portoghesi.
ALETRIA: un dolce tipico (insieme a tanti altri) delle cucine dei conventi. Da qui, di fatti, viene il nome di “doçaria conventual”, la pasticceria che nasce dai tuorli delle uova (gemas) nel XV secolo. Da quanto si racconta le suore, all’interno dei conventi, tra le varie attività svolte, si impegnavano a stirare per le famiglie che lo richiedevano o per gli ospedali. Per far si che la biancheria rimanesse rigida utilizzavano il bianco d’uovo. Ciò che rimaneva, una grande quantità di tuorli per l’ appunto, non poteva che essere utilizzato per la produzione di dolci.
La aletria prende il nome dal tipo di impasto, una pasta (i nostri capellini per intenderci) cotta in acqua e zucchero e poi mischiata a latte e rosso d’uovo. Disposta su di un piatto da portata viene spolverizzata con cannella (elemento che ritorna di frequente in varie ricette) e servita ai commensali.
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FILHÓS: dolcetti di farina e uova fritti e ricoperti da zucchero fuso e spolverizzati con cannella e zucchero. Molte donne portoghesi possiedono dei ferri speciali in casa che conferiscono a queste prelibatezze differenti forme.
BROAS DE MILHO: dolce tipico lisboeta, fatto con farina di mais, anice e cedro, così come le BROAS CASTELARES. Queste ultime, inventate nel XIX secolo dai fratelli Castelar, proprietari di una delle migliori pasticcerie della Baixa, si distinguono dalle prime per la presenza di mandorle, miele e patata dolce. Una vera delizia.
AZEVIAS: non posso che adorarle vista la loro somiglianza alle “cassatelle” che si fanno dalle mie parti, in Sicilia. Tipicamente alentejani, sono dei fagottini ripieni con crema di ceci alla quale spesso si aggiungono mandorle o altra frutta secca.
FORMIGOS: ricetta che giunge dal Minho a base di Vino do Porto, acqua, pane, buccia di limone, miele, stecca di cannella, pinoli e noci. Sulla stessa scia ritroviamo i MEXIDOS: pane, uva passa, noci, pinoli. Il tutto messo a macerare nel Porto e aromatizzato con buccia di limone.
SONHOS: soffici palline fritte. Oggi a lavoro le mie colleghe facevano a gara nel raccontarmi dei loro “sogni”, principalmente di abobora (zuzza), cenoura (carota) o anche semplici, sempre con la stessa base: farina, uova, fritti in olio e burro e ricoperti da zucchero fuso. Insomma, una botta di vita!
RABANADAS o anche dette FATIAS DOURADAS (fette dorate): fette di pane in cassetta imbevute in latte, zucchero e buccia di limone.
ARROZ DOCE: presente sulle tavole portoghesi, così come dessert nelle tante tascas della città, viene servito tutto l’ anno ma non può certo mancare durante questa ricorrenza. Fatto con latte, riso, zucchero e rosso d’uovo, prevede l’ aggiunta di buccia di limone e cannella.
La mia collega, Alice, in realtà non mette l’uovo affinché risulti un po’ più leggero (facile a dirsi). Il risultato è comunque straordinario, sempre se chi lo prepara ci mette la giusta dedizione. Questa tentazione, che nasce nel nord del Paese, è ormai da secoli diffusa in tutto il Portogallo.
Non posso certo dimenticare il Re, anzi, il BOLO DO REI. Personalmente non lo amo molto ma la gente qui ne va pazza. Lo si ritrova durante tutto l’anno in pasticceria, malgrado sia per eccellenza il dolce dell’ Epifania (da qui il nome dovuto alla festa dei Re Magi, commemorata il 6 di gennaio). Di forma rotonda, con un grande buco al centro (a mo’ di ciambella), il Bolo do Rei é soffice e ricoperto di canditi, frutta secca e uvetta passa.
Successivamente nasce il BOLO DA RAINHA. L’impasto é praticamente identico ma in questo caso la frutta secca impera. Noci, Nocciole e mandorle la fanno da padrona, motivo per il quale molte persone lo preferiscono al Bolo do Rei.
La glicemia sale alle stesse e sento quasi di aver preso peso solo a parlarne. Non potevo esimermi da questa missione.
Se non avete ancora provato nessuna di queste specialità e siete ghiotti quanto me allora non esitate.
Uno dei migliori modi per iniziare un viaggio è a pancia piena. Servono energia, zuccheri (auto convincimento pre-festivo) e, ve lo assicuro, Lisbona e il Portogallo si lasceranno volentieri assaggiare da voi.
Scritto da Maria Grazia Berretta
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