Gentrificazione Lisbona e la crisi internazionale

Gentrificazione Lisbona

Gentrificazione Lisbona 1

“Il termine gentrification è stato introdotto in ambito accademico dalla sociologa inglese Ruth Glass nel 1964 per descrivere i cambiamenti fisici e sociali di un quartiere di Londra che sono seguiti all’insediamento di un nuovo gruppo sociale di classe media.

A tal proposito C. Hamnett scrive:
« Essa identificò la gentrification in un processo complesso, o un insieme di processi, che comporta il miglioramento fisico del patrimonio immobiliare, il cambiamento della gestione abitativa da affitto a proprietà, l’ascesa dei prezzi, e l’allontanamento o sostituzione della popolazione operaia esistente da parte delle classi medie. »

Questi cambiamenti si verificano nelle periferie urbane, ma soprattutto nei centri storici e nei quartieri centrali, nelle zone con un certo degrado da un punto di vista edilizio e con costi abitativi bassi. Nel momento in cui queste zone vengono sottoposte a restauro e miglioramento urbano, tendono a far affluire su di loro nuovi abitanti ad alto reddito e ad espellere i vecchi abitanti a basso reddito, i quali non possono più permettersi di risiedervi.”

(fonte Wikipedia)

 

In realtà basterebbe semplicemente leggere cosa di scritto c’è già per avere un’idea esatta di cosa succede in questo momento, da diversi anni ormai, alla nostra amata Lisbona.

Gentrification, gentrificazione, gentrificação, parola che negli ultimi anni a Lisbona rappresenta il nemico sociale per alcuni, infinita fonte di guadagno, per altri.

Lisbona è casa mia ormai dal lontano 2010, con i miei occhi e sulla mia pelle (in parte), vivo e vedo i cambiamenti che questa città, con una velocità incredibile, è in grado di fare.

Nel 2010 la situazione immobiliare e sociale, del centro di Lisbona, era assolutamente anacronistica rispetto a tutte le altre capitali europee.

Una città stupenda ma praticamente sconosciuta al turismo di massa, con un centro storico tappezzato da edifici distrutti e abbandonati, con molte zone non proprio raccomandabili.

Questo scenario, in modo assolutamente naturale, creava la società che abitava il centro della città, ma chi viveva allora in queste zone?

In centro abitavano i Portoghesi che erano nati lì e quindi per questioni economiche/pratiche/affettive decidevano di restarci e gli stranieri (come me) che venivano a Lisbona innamorati del fascino di questa stupenda decadenza.

Vivere in centro a Lisbona nel 2010, soprattutto per gli stranieri, era possibile e facile, trovare casa non era un grosso problema e i costi erano decisamente accessibili. Per questo motivo Lisbona era anacronistica rispetto alle altre capitali europee, in altre città come Roma, Barcellona, Parigi, Madrid, sarebbe mai stato possibile prendere in affitto un appartamento ad un costo pari o più basso rispetto ad una periferia? A Lisbona era possibile.

Gentrificazione Lisbona

E la “classe media” Lisboeta?

Come spesso accade, la classe media, se deve scegliere un posto dove vivere, quindi se deve scegliere di fare un investimento importante per il proprio futuro, al vicolo sporco, buio, non raggiungibile in auto, preferisce la casa o l’appartamento nuovo, appena ristrutturato con il garage e quindi decide di vivere fuori dal centro storico.

Nel 2010  la maggior parte dei Portoghesi di mia conoscenza vivevano fuori dal centro, moltissimi di loro non erano nemmeno mai stati nel centro storico di Lisbona (e non è un modo di dire), c’era pochissimo interesse in merito.

Per quale motivo il centro era in buona parte distrutto e abbandonato?

Come sempre il motivo principale è economico.

La prima cosa che viene da pensare è che i proprietari degli immobili non avessero la possibilità finanziaria di ricostruire le case. Forse in parte è vero ma i proprietari in questione erano (e sono) comunque benestanti e spesso possedevano diversi edifici del centro, quindi il fattore economico in senso stretto non è il motivo principale.

Il secondo motivo, che credo sia il cardine di tutta questa storia, è che la legge Portoghese tutelava in modo assoluto gli inquilini, impedendo di fatto ai proprietari di casa di chiudere o aggiornare i contratti di affitto, questa tutela è rimasta invariata fino al 2012, data di inizio del caos attuale.

Per fare un esempio estremo: io affittuario di un appartamento o di un ristorante in Alfama, stipulo con il padrone di casa un contratto di affitto nel 1990 (o anche prima) dove concordiamo un canone mensile di €50, cifra che nel 1990 a Lisbona probabilmente era giusta.

Se io inquilino non decido di lasciare la casa o l’attività, pagherò €50 per sempre e il padrone di casa non ha nessuno strumento per cambiare le cose, questa era la situazione fino al 2012.

I proprietari di edifici nel centro storico avevano degli introiti dagli affitti così bassi da non giustificarne la manutenzione o la ricostruzione e quindi, in pratica, le case venivano abbandonate dai proprietari che non avevano nessun interesse a riabilitare questi edifici.

Ovviamente io non ho intenzione di giudicare in nessun punto di questo post cosa sia giusto o sbagliato, cercando di riassumere al massimo una situazione sociale e economica molto complessa provo a raccontare  il mio punto di vista. Ogni frase potrebbe essere spunto per ore di discussione, forse il mio racconto è semplicistico, ma non penso di andare molto lontano dai fatti.

Fine del momento amarcord.

Cosa è successo negli ultimi 10 anni?

… per continuare a leggere il post clicca qui.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.