La prima-vera sosta al Jardim do Torel

Jardim Torel Lisbona

Ho sempre pensato che il cambiamento climatico dipendesse più che da fattori regolari e ripetuti dalla decisione di mia madre di fare il cambio stagione. Crescendo la mia autocoscienza mi ha insegnato ciò che è giusto (per fortuna) e il mio gesto rivoluzionario per eccellenza, ogni fine aprile, è quello di guardare fisso l’ombrello  (l’ennesimo dopo un ventoso inverno che li ha distrutti tutti) e dire:  “ora basta, non mi servi più!”

A quel punto si, lo ammetto, mi sento davvero fica e provando a recuperare me stessa nel caos, tra canottiere, magliettine e sandali inizia la mia ricerca di un posto al sole.

Finalmente è primavera inoltrata e non si può certo stare a casa!

Sulla scia lasciata da un post precedentemente scritto, oggi decido di raccontarvi un’altra tappa della mia caccia ai giardini di Lisbona.

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Avere un giorno libero infrasettimanale può apparentemente risultare scocciante agli occhi dei fans del weekend, ma ciò di cui si può realmente godere nelle ore lavorative (per gli altri) è l’unicità di un momento che appartiene a pochi (oltre che una forma di autoconvincimento vero e necessario per  lavorare durante il fine settimana con ottimismo).

È in questo modo che trasformo il mio mercoledì, apparentemente innocuo, in un giorno fatto di silenzio e bellezza al Jardim do Torel.

Questo splendido giardino, situato nella Freguesia di São José, si estende per livelli. Vi si accede attraverso due entrate: una sul piano superiore, attraversando Rua Júlio de Andrade, nelle vicinanze del Campo dos Martires da Pátria; la seconda in Rua do Telhal, a due passi da Avenida da Liberdade e l’Elevador da Lavra (metro di riferimento Avenida, Linea Azzurra).

Jardim Torel Lisbona

Questo circoscritto spazio verde è uno dei posti più incantevoli mai visti e deve il suo nome ad una famiglia di origine olandese, i Thorel, che nel 1750 decise di costruire su quel terreno un palazzo il quale andò distrutto circa un secolo dopo a causa di un incendio.

La zona negli anni si è sempre più popolata e ha visto sorgere imponenti ed eleganti costruzioni che ancora oggi fanno da cornice a questo splendido angolo di città poco menzionato nelle guide ma di certo noto a chi vive la città e soprattutto vuole godersela dall’alto.

Certo, perché il Jardim do Torel, oltre ad essere un fantastico spazio di ristoro per l’udito è il luogo perfetto per rifarsi gli occhi! Nella lista dei Miradouros, le terrazze che sorgono sui vari colli di Lisbona, il Torel rientra tra i primi tre in cima alla classifica della sottoscritta.

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Dalla cima della collina di Santana, infatti, si apre la vista verso la parte occidentale della città.

In lontanaza é possibile individuare la calma piatta del Tejo insieme all’Arco Triunfal de Rua Augusta, l’ Elevador de Santa Justa, Avenida da Liberdade e il Miradouro de Saõ Pedro de Alcântara.

Fontane rigogliose, alberi benefattori di ombra, sedie in legno (inclusi poggiapiedi) che invitano a prendere un po’ di tintarella e alla pennichella pomeridiana; aree giochi e esplanada con chiosco-bar aperto anche durante i mesi invernali. Tutto questo non può che riempire il mio (e non solo) giorno libero.

Il Jardim do Torel, che dal 1928 appartiene alla Câmara Municipal de Lisboa, ospita spesso mostre fotografiche, comunemente allestite su alcune pareti laterali dei palazzi adiacenti al parco. In questo momento ad esporre le sue opere è il fotografo Artur Cabral, il quale, secondo un’iniziativa organizzata dalla Junta da Freguesia de São José, ritrae i volti, i sorrisi, le storie e le esperienze degli abitanti del quartiere.

Essere al centro di questo meraviglioso puntino dell’universo a volte mi fa vedere le cose in maniera differente. In fondo è questa un po’ la magia di Lisbona, la Lisbona dai tetti e sui tetti, Lisbona “das alturas” insomma.

Sono sempre più convinta che questa sia la città delle mille “prospettive”.

Passare da un sali-e-scendi a un altro ci permette di coglierne la sua infinita delicatezza. Lei sta lí, immobile, non cambia mai ma allo stesso tempo cambia sempre; è cangiante in base al punto di vista, reale e non, metaforico o meno.

Il migliore? È sempre quello di chi non osserva ma scorge con curiosità e senza essere invadente.

Lisbona, sensibile allo sguardo che si posa su di lei, per quanto umile, ha bisogno di essere riconosciuta, svelata e nasconde in sé quel pizzico di vanità che si trasforma in rossore nel momento in cui tu, bravo scrutatore, sei riuscito a coglierne l’essenza.

È l’ora di punta e la gente esce dal lavoro.

A quell’ora un mercoledì qualunque potrebbe già essere diventato osmosi tra voi e la città, la personificazione romanzata di un luogo e il desiderio di trovare un altro scorcio dal quale ammirarlo ancora.

 

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