La Lisbona romana da scoprire: Felicitas Iulia Olisipo

Il nome dell’antica Lisbona è conosciuto di solito solo per metà, la metà più misteriosa tra l’altro: “Olisipo”, nome preromano, è stato ricondotto a possibili origini fenicie, o a una mitica discendenza dalla stirpe di Ulisse, ma non ci sono documenti che ci possano dire di più.

Certo è, invece, che tra 31 e 27 a.C. diventò municipio romano e prese il nome di Felicitas Iulia Olisipo. Mi piace pensare che la città in cui vivo e che amo sia un augurio di felicità, e che porti pure il mio nome.

Megalomanie a parte, però, volevo solo ricordare le origini romane di Lisbona, perché credo che passino un po’ in secondo piano quando si visita la città, che invece è disseminata di tante testimonianze, spesso, purtroppo, lasciate lì a continuare a invecchiare.

Per esempio, passeggiando tra le vie della Baixa, chi potrebbe immaginare che esiste un vero e proprio nucleo archeologico nel sotterraneo della banca BCP in Rua dos Correeiros 9 (le fermate della metro più vicine sono RossioBaixa-Chiado)?

Qui, in determinati giorni e orari della settimana  si possono visitare le antiche cisterne in cui veniva prodotto, in quantità industriale, il garum, un condimento fatto di pesce marcio fermentato, più o meno, ma che a quei tempi pare andasse alla grande, e di cui Lisbona era una importantissima produttrice ed esportatrice.

(v. http://ind.millenniumbcp.pt/pt/Institucional/fundacao/Pages/fundacao_NARC.aspx#info)

Il posto è un po’ claustrofobico, ma molto ben conservato, e di solito c’è una persona incaricata che fa un mini-tour guidato molto interessante. Ma non finisce qui.

Poco più in basso del castello di São Jorge troverete un antico teatro romano (ci potete arrivare molto vicino con il tram 28 scendendo al Miradouro de Santa Luzía o all’altro, bellissimo e subito accanto, delle Portas do Sol “Porte del Sole”).

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Un tempo il teatro doveva essere abbastanza grande da contenere cinquemila persone. La struttura rimane, di fatto, all’aperto: ha solo una tettoia di lamiere a coprire il sito.

Per me fu una scoperta inaspettata, dopo un saliscendi per le viuzze della collina sotto il castello ritrovarsi davanti, all’improvviso, impalcature come se stessero costruendo un palazzo enorme proprio lì nel mezzo, e invece no: era la copertura a protezione del teatro.

E proprio davanti al teatro si trova un piccolo ma ricco museo archeologico, in cui sono conservati reperti più delicati provenienti dal teatro stesso.

Vale la pena di entrarci (è gratis, ed è aperto tutti i giorni tranne domenica e lunedì dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00), anche solo per affacciarsi dal piccolo, ma bellissimo, miradouro con azulejos colorati. È una delle bellissime viste del Tago che ancora rimane sconosciuta ai più.

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Infine, una nota dolente. Accanto alla , la cattedrale, nella Rua Das Pedras Negras, non lo immaginereste mai, ma ci sono le rovine delle antiche terme romane di Lisbona.

Si trovano dentro a un edificio con grandi finestre, molto alte e molto sporche: se vi affacciate potete intravedere le vasche, e tanto abbandono.

Chissà per quanto tempo continueranno in questo stato, chissà quanti lisboeti (di nascita e non) ne conoscono l’esistenza. Voi ora lo sapete però: andate a dare un’occhiata, tristezze a parte è davvero interessante.

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