
Nuovo episodio di sconsiderata miopia politica da parte dei parlamentari italiani. Cos’hanno combinato, questa volta? Hanno approvato una mozione – 382 a favore, 43 astenuti, nessuno contrario – con la quale “La Camera […] impegna il Governo […] a riconoscere ufficialmente il genocidio armeno e a darne risonanza internazionale.“.
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Vi spiego sinteticamente cosa ne penso. In primo luogo, sono convinto che non siano i parlamenti le sedi più opportune per aprire dibattiti storiografici su eventi accaduti in altri paesi, soprattutto per accettare formalmente un’interpretazione che a questi eventi viene data.
In secondo luogo, il dibattito parlamentare – ho letto gli atti – dimostra una conoscenza molto approssimativa e superficiale del dibattito storiografico in corso: gli intervenuti hanno citato testi datati, tra i quali romanzetti (quello della Arslan, ad esempio), non hanno assolutamente fatto riferimento neanche alle ricerche più recenti che aggiungono elementi a sostegno della tesi del genocidio. Inoltre, la storiografia internazionale – quella seria – ormai pone gli eventi del 1915 nel contesto più ampio della dissoluzione dell’Impero ottomano: non è possibile capire cosa è accaduto nel 1915 senza far riferimento alla pulizia etnica subita dai musulmani dei Balcani dopo le guerre del 1912-1913.
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In terzo luogo, a me sembra più che evidente la strumentalizzazione identitaria. Il primo firmatario è un leghista, in molti interventi viene fatto riferimento all’Armenia come paese cristiano. Ma la posizione che emerge – viene data una connotazione religiosa agli eventi: gli Armeni perseguitati in quanto cristiani, da parte dei musulmani – è in aperto contrasto sia con i fatti, sia con la storiografia internazionale (sempre quella seria).
Infine, mi fermerei a considerare gli effetti di questa decisione. Al di là del tornaconto politico dei proponenti, in concreto a cosa serve questa mozione? Solo a creare tensioni nei rapporti con la Turchia, di cui l’Italia è uno dei principali partner commerciali. Ne valeva la pena?