La Astaldi e il terzo ponte sul Bosforo

Astaldi

Visto che circola un articoletto sconclusionato e scopiazzato de La Stampa dedicato al terzo ponte sul Bosforo, che verrà inaugurato il 26 agosto (di cui io vi ho già parlato, in presa diretta), ho pensato di spiegare un po’ meglio di cosa si tratta: attraverso un estratto di un mio articolo pubblicato su Irradiazioni, una pubblicazione del think tank Il Nodo di Gordio dedicata alle infrastrutture di comunicazione del continente eurasiatico (le nuove vie della Seta).

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I punti di attraversamente del Bosforo, secondo quanto deciso dal governo dell’Akp, diventeranno ben presto sei. Oltre al Marmaray, ci saranno altri due tunnel sottomarini: quello stradale di 5 chilometri e 200 metri denominato Avrasya, che secondo i piani entrerà in funzione già nel 2016; il Grand Istanbul Tunnel, il primo al mondo a più livelli stradale e ferroviario (due stradali, quello ferroviario sul livello intermedio), che è stato annunciato da Davutoğlu nella campagna elettorale per le politiche del 7 giugno 2015. Tre anche i ponti: a quelli storici aperti nel 1973 e nel 1988, se ne aggiungerà un terzo che verrà inaugurato il 26 agosto di quest’anno. Il ponte Yavuz Sultan Selim è parte di un più ampio progetto affidato all’italiana Astaldi in joint venture con una società turca: la realizzazione di 150 chilometri di autostrade per consentire il transito dei mezzi pesanti completamente al di fuori dei nuclei urbani e congiungere gli aeroporti della città (compreso il terzo, forse intitolato a Erdoğan, che aprirà almeno parzialmente nel 2018).

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E’ il più a nord dei tre, quasi sulle sponde del mar Nero. E’ il ponte dei record: il più largo al mondo, 59 metri, per consentire la presenza di due carreggiate stradali da 4 corsie l’una e un doppio binario ferroviario centrale; le torri di sostegno più alte al mondo, con 322 metri. E’ un ponte dalla struttura ibrida, insieme strallato e sospeso per meglio assorbire le vibrazioni generate dal traffico ferroviario e le sollecitazioni dei venti; è particolarmente elegante nelle forme disegnate da Michel Virlogeux: un’aggiunta esteticamente apprezzabile al paesaggio. E’ stato assemblato con i migliori standard tecnologici e a ritmi accelerati, visto che i lavori sono iniziati – con la solita cerimonia ufficiale dagli intenti propagandistici – il 29 maggio 2013 (l’anniversario celebrato, quello della conquista ottomana di Costantinopoli nel 1453). E’ lungo 2164 metri, la campata centrale sospesa sul Bosforo è di 1408 metri.

Il ponte e l’anello autostradale si inseriscono però in una visione ancora più vasta. La Astaldi fa parte anche del consorzio italo-turco che sta costruendo l’autostrada di 400 chilometri da Istanbul a Izmir sull’Egeo – la Gebze-Orhangazi-Izmir, che ha origine sulle rive del mare di Marmara ed è connessa per l’appunto all’anello settentrionale – in grado di ridurre drasticamente i tempi di percorrenza del collegamento attuale grazie a un ulteriore ponte sulla baia di Izmit che accorcia il percorso di 140 chilometri: un ponte sospeso di 2682 metri con una campata centrale di 1550 metri (al momento, la quarta più lunga al mondo), progettato per resistere anche alle forti scosse sismiche che interessano regolarmente l’area.

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Probabilmente dopo la consegna di questi due ponti il ministero dei Trasporti indirà la gara per un attesissimo terzo, ancora più impegnativo e al contempo affascinante per i suoi echi storici e mitologici: il ponte di Çanakkale sui Dardanelli, lungo 3623 metri e con una campata centrale di oltre 2000 che sarà la più lunga del mondo. Il ponte è il perno di un progetto autostradale – la Kınalı-Tekirdağ-Çanakkale-Savaştepe, di 352 chilometri – per congiungere anche in questo caso Istanbul all’Egeo, ma passando per la Tracia (la porzione europea della Turchia) e quindi per il versante occidentale del mare di Marmara: insieme alla Gebze-Orhangazi-Izmir, la via orientale, nascerà un vero e proprio anello autostradale attorno al Ponto Eusino. Con un proseguimento previsto all’interno dell’antica Smirne: l’Izkaray, un tunnel sottomarino di un chilometro e mezzo – l’equivalente egeo del Marmaray – unito a un viadotto di 4 chilometri e mezzo per unire le due sponde della baia su cui sorge la città, I cui cantieri apriranno nel 2017.

Vincerà anche stavolta la Astaldi? Si vedrà. E in realtà, un terzo ponte in Turchia l’azienda romana l’ha già costruito: quello ferroviario sul Corno d’oro a Istanbul (ma è anche pedonale), in funzione ormai da due anni, su cui passa la linea della metropolitana che congiunge la stazione del Marmaray di Yenikapı sul mare di Marmara e la penisola storica di Costantinopoli a piazza Taksim e al centro direzionale di Levent. Ha suscitato polemiche per i suoi cavi d’acciaio e le sue torri, in realtà questa soluzione ingegneristica lo rende più snello ed elegante; la sua altezza consente inoltre un migliore ricambio delle acque. E’ parzialmente girevole, così da lasciar transitare navi di grosse dimensioni: c’è infatti l’idea di realizzare un porto crocieristico più all’interno, nell’estuario fluviale diventato braccio di mare. Alla Astaldi si devono anche altre due grandi opere, in Turchia e a Istanbul: un tratto dell’autostrada dell’Anatolia, la spina dorsale delle rete stradale turca; uno dei due rami anatolici della nuova metropolitana di Istanbul, parallela alla costa del mare di Marmara e già integrata con gli altri sistemi di trasporto (anche marittimi).

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Una risposta a “La Astaldi e il terzo ponte sul Bosforo”

  1. Di queste cose, l’occidente( che spara titoli immensi sui giornali quando uno dei paesi che ne fanno parte, realizza un ponticello o una stradina), NON DICE QUASI NIENTE. Mi piace leggere giornali e guardare varie tv di alcuni paesi di cui conosco la lingua(francese, italiano, inglese, rumeno) e noto la riservatezza per quanto riguarda i progressi della Turchia. Invece si parla volentieri dei diritti umani che non vengono rispettati, della situazione dei curdi, del genocidio armeno, della donna turca(di cui si pubblicano solo foto con la testa coperta), e il culmine poi, viene rappresentato dal presidente che e’un mostro, un orco, un essere da colpire con parole forti(perche’colpire l’aereo suo non sono riusciti). Ma che cavolo di giornalismo e’questo???

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