Non vorrei sembrare monotematico, ma anche oggi voglio parlare di arte contemporanea: è il suo momento! Contemporary Istanbul è solo per questo fine settimana, ma la Biennale del Design è in programma fino al 12 dicembre: vale assolutamente la pena visitare le due grandi mostre – all’Istanbul Modern e alla scuola greco-ortodossa di Galata, tutte e due a Tophane – e partecipare alla serie sterminata di eventi collaterali (seminari, tavole rotonde, cinema), soprattutto alle passeggiate guidate tra ateliers e studi di design – le ultime sono in programma il 30 novembre.
Come è stato messo in evidenza durante la cerimonia inaugurale di qualche settimana fa, la Turchia ambisce a diventare riferimento mondiale per la moda, per il lusso, per lo stile, per la creatività. Vogliono metterci le idee, non più solo i materiali e la manodopera. La prima Biennale del Design, organizzata dalla Iksv (un gruppo di industriali illuminati riuniti in fondazione), va proprio in questo senso: dare ai talenti turchi la possibilità di confrontarsi coi grandi nomi internazionali, attratti a Istanbul di nuovo capitale universale.
L’ho scritto anche nella mia breve presentazione: Istanbul è una città moderna e non esotica! Il tema generale è l’imperfezione: la vitalità creativa che nasce “dall’imperfetto, dall’inesatto, dal provvisorio”. Le mostre principali della rassegna come dicevo sono due. Quella della scuola di Galata – appositamente restaurata – ha come titolo “adhocracy”: e invita a una riflessione non tanto sugli oggetti, quanto sui processi di ideazione e produzione “dal basso”, sull’improvvisazione geniale. Gli esempi sono stravaganti, a volte bisogna perderci un po’ di tempo per comprenderli.
Quella dell’Istanbul Modern, invece, è tutta dedicata alla città: ai suoi progetti di tentacolare sviluppo urbano, ai grattacieli che sorgono inaspettati dappertutto, al sacrificio di spazi e abitazioni tradizionali che fanno posto al moderno, al traffico opprimente, ai costruttori senza scrupoli. Istanbul che cambia, che si trasforma: con esiti non sempre piacevoli. Il titolo è Musibet (in turco disastro o peste, oppure esperienza difficile), la messa in scena è tetra e volutamente caotica. Gli orari: dalle 10 alle 18 per l’Istanbul Modern e dalle 10 alle 19 per la scuola di Galata, entrambe fino alle 20 il giovedì; i costi: 20 lire turche per tutte e due o 10 per una sola, ma sono previsti sconti e varie forme di accesso privilegiato.
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