
(questo è un mio articolo appena pubblicato sull’ultimo numero – febbraio 2021 – de Il Giornale dell’Arte, col titolo “Sotto i binari. Nuovi ritrovamenti a Khalkedon sul Bosforo“; la stazione in effetti è quella di Haydarpaşa, mentre Calcedonia famosa per il Concilio del 451 – o meglio, Khalkedon – è l’odierna Kadıköy. L’articolo integrale potete leggerlo sulla rivista)
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Gli scavi a Calcedonia sono partiti l’11 maggio 2018, coinvolgono oltre 400 tra archeologi e operai e si estendono su di un’area di circa 350 ettari mai edificata in epoca moderna. Sono emerse strutture e oggetti di varie epoche, dal VII secolo a. C. fino ad acquartieramenti militari di fine ottocento. Le stratificazioni non sono chiare, ma spesso sovrapposte. Gli studiosi turchi ritengono che questa porzione della città sia quella nata attorno a uno dei quattro porti, quello più settentrionale; ma più a monte, a circa un chilometro dalla stazione, in uno scavo per un edificio privato è stata dissepolta una strada monumentale bizantina che portava fuori città: un tratto di alcune decine di metri dalla larghezza di 5-6 metri, con basolato intatto, fiancheggiato da portici e negozi.
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D’altra parte, le mura – se ancora esistono – non sono state localizzate: quindi i contorni di Khalkedon non sono chiari. Gli scavi di Haydarapaşa, invece, hanno consentito di individuare finora la chiesa di Santa Bassa del V secolo col suo monastero, i resti di un palazzo tardo bizantino con tracce di marmi e mosaici raffinati e una piscina, un altro edificio coevo con funzioni cultuali, uno stabilimento termale, un gran numero di tombe di varie epoche, oltre 18.000 monete molte delle quali battute in città, la sorgente di acqua ritenuta miracolosa dell’Hermegora con cisterne e canalizzazioni verso una fontana monumentale.
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