Questa è una delle notizie – insieme a molte altre, sullo stesso tema – che non avrà mai risalto sulla stampa italiana: e questo solo perché non corrisponde allo schemino pre-confezionato della Turchia nuovamente “islamizzata” e di conseguenza ostile nei confronti delle minoranze religiose. Un’interpretazione che stravolge sia gli eventi contemporanei, sia secoli di storia.
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Quale migliore esempio – ma ne ho fatti già molti, nei miei articoli e sul blog – del restauro della chiesa greco-ortodossa di San Giorgio? Si trova a Edirnekapı, la porta delle mura romane da cui Maometto “il Conquistatore” entrò a Costantinopoli, proprio davanti alla celebre moschea di Mihrimah Sultan. Chi sperimenta il mio itinerario sulle colline di Istanbul lo vede coi propri occhi: i due luoghi di culto – cristiano, islamico – sono a pochi metri di distanza, lì da secoli.
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La notizia è che Hagios Georgios/Aya Yorgi è stata riapertura solennemente al culto ieri – con una celebrazione guidata dal patriarca Bartolomeo – dopo alcuni anni di restauri: restauri pagati dal governo turco. Il vecchio seminario funzionerà adesso come scuola di musica sacra gestita direttamente dalla comunità greco-ortodossa. Spero di aver presto l’occasione di andarla a visitare.