Per ragioni climatiche, i periodi migliori per venire a Istanbul sono settembre/ottobre e soprattutto aprile/maggio: così da sfruttare i vari ponti del 25 aprile e 1° maggio, secondo gli anni anche le festività pasquali. E quest’anno, per la Pasqua del 20 aprile c’è un incentivo in più: come saltuariamente accade, nel 2014 infatti quella ortodossa e quella cattolica cadono la stessa domenica; di conseguenza, sarà possibile vivere nella loro pienezza tutte le celebrazioni nelle varie chiese – cattoliche, greco-ortodosse, armene, protestanti, siro-ortodosse – sparse nei vari quartieri di Istanbul. Ecco i miei 10 consigli.
Primo, partecipare per l’appunto ai riti della Pasqua; vi consiglio ovviamente quelli ortodossi, che non hanno perduto il fascino e la solennità di un tempo; tra l’altro, nella settimana santa sono aperte chiese normalmente non accessibili: e a me piace particolarmente l’epitaffio, di cui ho parlato lo scorso anno.
Secondo, visitare in ogni caso la chiesa del Patriarcato greco-ortodosso al Fener e spingersi – magari seguendo il mio itinerario – a Balat, i due affascinanti quartieri lungo il Corno d’oro; quello armeno è invece a Kumkapı , sulle sponde del mare di Marmara [nella foto, il patriarca greco-ortodosso Bartolomeo I].
Terzo, approfittare della bella stagione per una crociera sul Bosforo: quella completa, fino a Anadolu Kavağı all’imbocco del mar Nero; ma anche una passeggiata a piedi – magari a Ortaköy, o meglio ancora a Bebek – è altamente gratificante.
Quarto, concedersi una giornata alle isole dei Principi: Büyükada, Heybeliada, Kınalıada, Burgazada (da non perdere, secondo me, il pellegrinaggio di San Giorgio il 23 aprile: ma indispensabile partire presto, altrimenti correte il rischio della fila sotto il solleone).
Quinto, questo periodo è anche l’ideale per seguire l’itinerario – parzialmente, o come vero e proprio trekking urbano – lungo le mura romane di Teodosio: a cui si può abbinare – proseguendo – quello di Balat e Fener; ma sono molti altri i luoghi della città romana/bizantina quasi sconosciuti, perché le “guide ufficiali” propongono sempre i soliti percorsi (ad esempio, il Pantokrator o la chiesa-moschea di Pammakaristos-Fethiye).
Sesto, godersi il festival dei tulipani in uno dei magnifici parchi della città: il mio preferito è quello di Emirgan sul Bosforo, che ospita – tra le altre cose – il museo del tulipano.
Settimo, attraversare il Bosforo non solo col traghetto/vapur ma prendendo il Marmaray: il tunnel sottomarino e ferroviario in funzione dallo scorso ottobre; e attraversare il Corno d’oro sul nuovo ponte – sempre ferroviario – realizzato dall’italiana Astaldi.
Ottavo, dopo aver attraversato il Bosforo visitate i quartieri di Üsküdar e poi – distante una fermata di Marmaray e una di metropolitana – quello di Kadıköy: in questo caso, avete a disposizione uno dei miei itinerari.
Nono, dalle parti di Üsküdar – per chi vuole conoscere gli angoli meno conosciuti ma più affascinanti di Istanbul – c’è anche la valle degli usignoli: un piccolo cimitero che consente di coprire una storia molto speciale.
Decimo, visitate però anche tutti i monumenti “principali” se venite per la prima volta: la moschea blu, Ayasofya, il piazzale dell’ippodromo (ma seguite le mie indicazioni per imbattervi nelle strutture ancora in piedi), i palazzi imperiali di Topkapı e Dolmabahçe, il Gran bazar, la moschea di Solimano.
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