Io e Ayşegül abbiamo approfittato della “Giornata della cultura ebraica” – ieri – per tornare alla sinagoga e al centro culturale di Neve Şalom, a pochi metri dalla torre di Galata. C’eravamo stati alcuni anni fa per un’occasione molto più solenne, per il matrimonio di una sua amica: e ne avevamo approfittato per una piccola esplorazione, oltre che per scoprire aspetti culturali e cultuali conosciuti solo attraverso i libri.
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Neve Şalom è la più recente e la più grande delle sinagoghe di Galata (è stata inaugurata nel 1951), quella più importante per la comunità ebraica di Istanbul che conta circa 20.000 persone; è purtroppo anche famosa per l’attentato con camion bomba del 2003, opera di al-Qaeda.
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La giornata di ieri – dalle 10 alle 18 – è stata molto ricca e piacevole: mostre fotografiche, presentazioni di libri, concerti, presentazioni di libri, uno spettacolo di danze tradizionali a cui non abbiamo però assistito, pranzo a base di specialità locali e dolci tipici. C’era parecchia gente, con evidente mescolanza religiosa.
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Della nostra visita precedente ricordavo – nel centro culturale che è un tutt’uno col luogo di culto – vecchie foto alle pareti e ritagli dei quotidiani in giudeo-spagnolo. Gli ebrei di Turchia, nonostante si siano insediati in Anatolia sin da epoca pre-romana, sono infatti in prevalenza sefarditi: espulsi dalla Spagna della Reconquista nel 1492, accolti nell’impero ottomano (soprattutto a Salonicco).
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Al loro posto abbiamo trovato un museo vero e proprio: un museo moderno – più moderno, interattivo – che offre un nuovo allestimento a tutti gli oggetti fino a due anni fa ospitati nella non lontana sinagoga del Cinquecentenario.
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Il museo del giudaismo, aperto in forma per l’appunto rinnovatissima lo scorso anno, ha un impianto sia cronologico sia tematico: da una parte, racconta la lunga storia (si integrazione, mai di persecuzione) degli ebrei in Turchia; dall’altra, illustra gli aspetti religiosi e culturali – riti di passaggio, cucina, lingua – della comunità.
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Spero di poterci tornare quanto prima per una visita con più calma, così da potervene poi parlare in modo approfondito.