Donne in Turchia, fake news in Italia

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Ho avuto una interessante discussione su twitter sul tema della condizione delle donne in Turchia; interessante perché illustra alla perfezione i meccanismi della propaganda di stampo islamofobo contro la Turchia e i risultati devastanti che, in assenza di politiche efficaci per contrastarla, ha finito col produrre.

A chi si lamentava per la condizione della donna in Turchia, ho chiesto di spiegare a cosa si riferisse in concreto; ho ricevuto questa prima risposta:

“in un paese in cui c’è stato un disegno di legge per permettere allo stupratore di sposare la sua vittima minorenne (2016 e 2020) ed il cui presidente nel 2014 ha detto che la parità tra uomo e donna é contro natura, vedi la donna tutelata o alla pari? Io no. Tu?”

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Ho fatto presente che, in realtà, sia questa legge sia quanto dichiarato dal presidente Erdoğan sono delle bufale colossali, delle fake news in piena regola.

La replica che ho ricevuto è stata: “Ah quindi Corriere, Messaggero, Repubblica, La Stampa, il Giornale, Internazionale, Elle ed i vari siti di informazioni online hanno riportato tutti la stessa fake news?”

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Ecco: il dramma è proprio questo! E cioè: se tutti i principali mezzi d’informazione si fanno casse di risonanza consapevoli – ripeto: consapevoli! – di manipolazioni dei fatti e delle parole altrui, chi legge tende naturalmente a fidarsi. Credo sia perfettamente comprensibile, questo atteggiamento.

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Alla mia interlocutrice ho inviato dei miei interventi in cui spiego: che per Erdoğan la donna non è uguale all’uomo, ma nel senso che merita misure e protezioni speciali (non so: la legge sulla maternità, per incentivare il lavoro delle donne che sono madri attraverso part-time e sgravi fiscali per l’apertura di asili); che nessuno si è mai sognato di condonare stupri attraverso matrimoni riparatori, ma si è discusso di legalizzare retroattivamente coppie sotto l’età legale (un fenomeno ancora diffuso nel sud-est meno sviluppato).

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Certo, lungi da me dal pensare e dall’affermare – sarebbe una propaganda di segno opposto, non meno sciocca – che non ci siano problemi. Ci sono, ci sono: violenza, assassinii, una partecipazione della donna alla vita produttiva in percentuale ancora bassa. Mi chiedo: perché non attenersi ai fatti, invece di disinformare sistematicamente il lettore?

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4 Risposte a “Donne in Turchia, fake news in Italia”

  1. Se posso, però, il pensare che la donna non sia uguale all’uomo, ma da egualmente rispettare, e che meriti attenzioni speciali è pericoloso. Prima di tutto, non credo che molte donne di mia conoscenza sarebbero contente di essere ritenute bisognose di attenzioni speciali in quanto tali, anzi. In secondo, poi, tutto dipende da cosa si intenda con “rispettare” e con “attenzioni speciali”. Magari Erdogan (io non lo so) può anche essere in buona fede, ma il concetto stesso è rischioso, ed è sempre stato un’ottima scusa per differenziare il trattamento fra uomini e donne, nei fatti discriminandole.

    1. è importante il contesto. nel caso specifico, si trattava di un convegno organizzato da un’associazione di donne “in carriera” legate al partito (imprenditrici, docenti etc etc), di cui in quel momento sua figlia – la figlia di Erdoğan era vice-presidente: un’occasione per annunciare una serie di provvedimenti (part-time, asili) per rendere più semplice per le donne conciliare maternità e lavoro. provvedimenti, in sostanza, tarati sulle esigenze speciali delle donne che sono anche mamme. quindi, non c’era nessun intento discriminatorio: se ci fosse stato, penso che Erdoğan avrebbe preso qualche schiaffone

  2. Ma è per questo infatti che gli lascio il beneficio del dubbio, ci sta che non avesse seconde intenzioni. Però il concetto in sé secondo me è sbagliato…

    1. il concetto è: la donna non è uguale, è di più quel di più si chiama maternità: e di conseguenza lo Stato offre una serie di facilitazioni come part-time e asili. il discorso era molto concreto, riguardava l’annuncio di queste misure rivolgendosi proprio alle donne (quelle del suo partito). a me sembra evidente che quello che ha detto è stato non distorto, ma proprio capovolto!

      cioè: la logica è “più diritti per le donne”, non “meno diritti per le donne”.

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