Eddi Marcucci, Rita Rapisardi e la lotta armata

Eddi Marcucci

Eddi Marcucci è un’estremista di sinistra – centri sociali, antagonismo, no-tav (tutto il campionario, insomma) – che è andata a combattere in Siria come foreign fighter: tra le fila dello Ypg, il ramo per l’appunto siriano dell’organizzazione terroristica curda Pkk.

L’ideologia estremista è la stessa, il simbolo anche: una bella stella a 5 punte, che in Italia dovrebbe provocare sdegno ma ancora suscita fascino e ammirazione. In ogni caso, la Marcucci immagino sia stata addestrata all’uso delle armi e persino degli esplosivi.

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Tornata in Italia, è stata sottoposta alla misura della “sorveglianza speciale“: con tutta una serie di restrizioni, che vanno dagli orari in cui può uscire di casa all’uso dei social network. Tale misura è stata confermata proprio questa settimana, dal tribunale di Torino

Dico: chi è animato da un’ideologia estremista, si arruola in una formazione estremista/terroristica, sa maneggiare le armi, non è pericoloso? Oggettivamente, sì; anzi, lo scandalo è che altri suoi sodali – come Claudio Locatelli (il “giornalista combattente”) e Davide Grasso – siano liberi di raccontare questa loro esperienza in tv, sulla stampa, persino in scuole e università. Ma com’è possibile, in uno stato democratico?

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Di questa Eddi Marcucci ha preso le difese una giornalista de L’Espresso, Rita Rapisardi: che la presenta come “nuova partigiana“, che su twitter parla di “Un processo alle intenzioni in cui sono giudicate la persona e le sue idee, non i fatti. Un paradosso e un pericoloso precedente per chi vuole manifestare il dissenso“.

Eh? Ma la sua esperienza di “combattente” in Siria non è un fatto? L’ideologia estremista che professa non è un altro fatto? E cosa diavolo c’entra la “manifestazione del dissenso” – in un paese democratico, poi – con la lotta armata?

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Ma a questo siamo arrivati, nel 2020? Che l’estremismo militante e la lotta armata sono ammissibili, quando vengono “da sinistra” (dalla sinistra più estrema e pericolosa)? L’esperienza del terrorismo in Italia – rosso e nero – non ha insegnato niente?

Soprattutto: è ammissibile che, in nome della cosiddetta “libertà di stampa”, vengano esaltati comportamenti anti-democratici, oggettivamente pericolosi, potenzialmente eversivi? Va bene tutto? Non dovrebbe essere compito di tutte le testate e di tutti i giornalisti difendere la democrazia dall’estremismo, dall’eversione, dal terrorismo?

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Una risposta a “Eddi Marcucci, Rita Rapisardi e la lotta armata”

  1. “Non dovrebbe essere compito di tutte le testate e di tutti i giornalisti difendere la democrazia dall’estremismo, dall’eversione, dal terrorismo?” Si…. E no….. Dipende.
    Buone Feste.

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