Efeso e Diyarbakır all’Unesco

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Come ogni anno, l’Unesco ha incluso nuovi siti – culturali e naturalistici – nella Lista del patrimonio dell’umanità: e la Turchia ha portato a casa una doppietta, con la città antica di Efeso e la cittadella, le mura e i givrdini verso il Tigri di Diyarbakır. Non sono stato né nell’uno né nell’altro sito, perciò non ho né foto né racconti particolari da condividere con voi: ma il materiale pubblicato sul sito dell’Unesco è molto utile per capire “di cosa si tratta”.

Mi limito quindi a due brevi considerazioni. La prima: la Turchia sta raccogliendo i frutti dell’ottimo lavoro svolto dall’ex ministro Ertuğrul Günay, che ha dato un grande impulso per migliorare la presenza – fino ad oggi, un po’ scarna: solo 15 in totale – nella prestigiosissima lista: 6 nuovi siti negli ultimi 5 anni, una lista di aspiranti con una sessantina di siti (molti di nuova inclusione). La seconda: Diyarbakır ha anche una forte valenza politica, è la città più importante del sud-est a maggioranza curda e la sua scelta è un simbolo della “nuova Turchia”, che è per l’appunto più aperta e rispettosa delle diverse culture e minoranze della sua ricchissima storia (e non più “autoritaria”, come dei miei sprovveduti colleghi – accecati dall’odio islamofobo – vorrebbero farvi credere).

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