In questo clima di dilagante islamofobia, certe notizie vengono soffocate sul nascere: perché in contrasto con la tesi del “muSsulmano islamico” cattivo e anti-cristiano che imperverserebbe anche in Turchia. Una tesi che, in effetti, è ampiamente in contrasto coi fatti: anche se molti giornalisti – per ignoranza o malafede – sembrano non accorgersene. Già sul blog, ho parlato di come una chiesa armena di Istanbul – Surp Vortvots Vorodman – è stata restaurata pochi anni fa, con fondi pubblici: e non si tratta di un caso isolato, ma di uno dei tanti tasselli di una strategia mirata al recupero e alla valorizzazione del patrimonio e artistico non-musulmano, cristiano e ebraico.
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rrivo alla notizia: il premio che Europa Nostra ha dato per il restauro della chiesa di Surp Giragos (San Ciriaco) a Diyarbakır, una delle chiese più grandi – si trova nel sud-est della Turchia – di tutto il Medio oriente. In questo caso, i fondi utilizzati sono in gran parte privati (degli armeni di Turchia e della diaspora armena), con un contributo significativo dato dalle autorità locali. anzi, più che di restauro dovremmo parlare di quasi totale ricostruzione, visto che le condizioni del complesso – dopo decenni di abbandono – erano quelle di un post-bombardamento: ma la cosa fondamentale, riconoscimento a parte, è che la chiesa sia stata riaperta al culto e attragga visitatori di tutto il mondo.
Il punto è: ma perché degli accadimenti che ci fanno capire meglio cosa accade da queste parti se ne parla pochissimo? Perché c’è questo ignobile sforzo di disinformare, piuttosto che di informare?