Adile era una principessa ottomana, figlia del sultano Mahmud II e sorella dei suoi successori Abdülmecid I e Abdülaziz; è nata nel 1825 ed è morta nel 1898. Il palazzo dov’è vissuta si trova in uno dei luoghi più spettacolari del Bosforo: a Kandilli sulla sponda asiatica, su di uno sperone di roccia che entra nello stretto e lo domina da una parte e dall’altra fino quasi al mare di Marmara e al mar Nero, al centro tra i due ponti che congiungono due continenti. Luogo ideale per foto da cartolina e non solo.
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Dopo la morte di Adile è passato allo Stato, il ministero competente vi ha creato una scuola femminile che è rimasta in funzione fino agli anni ’80: quando un pauroso incendio lo ha incenerito; esattamente dopo venti anni, ricostruito grazie a sovvenzioni pubbliche e soprattutto private (il ricchissimo filantropo Sakıp Sabancı), ha riaperto come centro culturale e d’intrattenimento. Un piccolo museo, al suo interno, racconta la storia dell’edificio, della scuola, dei personaggi che lo hanno fatto vivere e rivivere.
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Ci sono stato due volte: la scorsa estate per puro diletto domenicale, qualche settimana fa per il vertice dell’Organizzazione di cooperazione economica del mar Nero a conclusione del semestre di presidenza turco; una scelta, quella di tenere lì l’incontro tra diplomatici, fatta per impressionare: le finestre sono enormi e – su tre lati – sembrano schermi giganteschi su cui viene proiettato l’inesorabile incedere delle petroliere o delle navi da crociera, il giardino è stato assaltato non solo per concedersi una pausa-sigaretta ma anche per gustarsi un sole decembrino dalla calda carezza. L’estate scorsa c’eravamo invece solo noi e gl’infiniti invitati a un matrimonio: le sale sono immense, i banchetti vengono organizzati anche all’aperto in una zona riparata dal vento; la vista è forse la più suggestiva di tutta Istanbul: toglie il fiato, libera la mente, invita alla pace interiore.
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Ci si arriva in nave o comodamente in automobile/autobus/dolmuş/taxi, direttamente da Kadıköy o da Üsküdar: il taxi e l’automobile consentono di spingersi fino all’ingresso del palazzo, i mezzi pubblici lasciano proprio ai suoi piedi; la salita è breve ma ripida e impegnativa: in compenso, ci si può lentamente addentrare nel piccolo villaggio di Kandilli, con qualche casa ottomana in legno ancora in piedi e l’osservatorio che ospita anche il centro di ricerche sui terremoti (a Istanbul, d’importanza vitale).
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Nel piccolo porto, ci sono ristoranti di pesce abbastanza noti: ma non c’ho mai mangiato e non conosco i prezzi; non ho mai mangiato neanche nel ristorante del palazzo, il Borsa: so solo che l’impressione è di grande raffinatezza e il menu estremamente ricercato (i prezzi possono essere elevati, i prezzi dei vini sono in Turchia costantemente indecenti).
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Un consiglio: abbinate la passegiata a Kandilli con quella nel quartiere di Kuzguncuk, senza la frenesia di dover visitare monumenti e musei, ma per un’esperienza di puro relax (si può mangiare anche nei caffé e nei ristorantini senza troppe pretese, lungo la strada); ma magari prossimamente scrivo un post per tracciare un itinerario completo sulla sponda asiatica del Bosforo.
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[…] on 13 gennaio 2013 by Istanbul, Avrupa (sono immagini del luogo di cui ho parlato ieri, l’Adile Sultan Sarayı) 40.980141 29.082270 Share this:EmailFacebookDiggTwitterRedditStampaMoreGoogle +1Like this:Mi […]