Ormai sulla Turchia si è scatenato il festival della disinformazione. Il fenomeno non è nuovo, parte da lontano: e trova il suo brodo di coltura nei pregiudizi turcofobi e islamofobi vecchi di secoli. Negli ultimi anni, anche alimentata da fonti interne (interne alla Turchia), ha giocato prima insistentemente sullo spauracchio di un fenomeno chiamato “islamizzazione”, poi sul cosiddetto “autoritarismo”. Per finire, dopo che si è scatenato il caos generalizzato nella guerra civile siriana, lo slogan è diventato – senza il minimo riscontro concreto – “la Turchia finanzia e sostiene l’Isis” (insieme, per la verità, all’evergreen delle operazioni anti-terrorismo contro il Pkk presentate come “massacri di curdi”).
Ma a volte la disinformazione scade nella bufala e nel ridicolo. E’ il caso delle affermazioni che un sito web – di disinformazione, per l’appunto – attribuisce al capo dei servizi segreti turchi Hakan Fidan, citando un dispaccio inesistente – inventato di sana pianta, cioè – dell’agenzia ufficiale turca Anadolu. Cos’hanno fatto dire a Fidan? Beh, non solo avrebbe ammesso che la Turchia protegge l’Isis, ma che ha intenzione di consentire all’organizzazione terroristica di aprire un consolato – sì, un consolato! – o almeno un ufficio politico a Istanbul.
Come? No, dico: ma davvero una persona dotata di un minimo di spirito critico può credere che il capo dei servizi segreti turco abbia dichiarato pubblicamente – ripeto: PUBBLICAMENTE! – che la Turchia vuole un consolato (consolato, in che senso?) dell’Isis a Istanbul? Ma si può essere così fessacchiotti da credere a questa bufala colossale? Essù!