
(Mio articolo in uscita per Il Giornale dell’Arte di febbraio 2021 sulla riapertura di alcuni ambienti dell’harem di Topkapı, per ovvie ragioni – il fascino del proibito, le meravigliose decorazioni – uno dei luoghi più amati dai turisti. I lavori iniziati nel 2014 però proseguono al suo interno, da quello che sono riuscito a sapere ci vorranno almeno un altro paio di anni prima della conclusione definitiva. Sul blog non trovate tutto l’articolo, ma solo una parte: quella in cui descrivo i tre ambienti riaperti al pubblico.)
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Il cortile della Regina madre (o Valide), la Sala del caminetto, la Sala della fontana sono tra gli ambienti più rappresentativi anche in termini architettonici e decorativi del periodo tra il XVI e il XIX secolo.
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Il cortile è il punto centrale di tutto l’harem: è dotato di colonnato, è circondato da edifici a due piani che richiamano le tipiche abitazioni anatoliche; le pareti in pietra sono rivestite di maioliche di varie epoche. Il cortile conduce, dal lato verso il Corno d’oro, all’appartamento della Valide e all’hamam del Sultano. I restauri hanno interessato sia le strutture – comprese le cupole e le volte – sia i rivestimenti.
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La Sala del caminetto prende il nome da quello più grande dell’harem, in bronzo; risale al XVII secolo, è coperta da una cupola, è decorata con maioliche colorate e disegni geometrici, ha porte con intarsi di madreperla e avorio. Da qui si passava per l’appartamento del Sultano, attraverso la Sala della fontana: una sorta di anticamera – dotata per l’appunto di una splendida fontana a parete, in marmo – dove aspettavano, prima di essere ammessi al cospetto del sovrano, sia i principi reali sia le concubine; è interamente rivestita di maioliche.
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