Gli archeologi italiani di Hierapolis

Già in passato ho parlato sul blog di Pamukkale e Hierapolis, un sito archeologico e un sito naturalistico di rilevanza mondiale finemente intrecciati: uno dei posti più belli dove sia mai stato in assoluto, anche se violentato dal turismo di massa.

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Per il numero di ottobre de Il Giornale dell’Arte ho scritto un breve articolo sulla missione archeologica italiana, con intervista al professor D’Andria che l’ha diretta per una quindicina d’anni prima della pensione (con lui ho parlato sia di archeologia, sia di valorizzazione del sito). Eccovene un assaggio, per la versione integrale dovete procurarvi la rivista cartacea.

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Quest’anno, col sostegno del gruppo industriale Koç, le opzioni si sono ulteriormente ampliate. E’ ormai accessibile – a distanza di sicurezza – il Ploutonion scoperto da D’Andria, eretto sulla grotta considerata l’ingresso agli Inferi da cui sgorga acqua termale e da cui si sprigionano esalazioni di anidride carbonica, dove verrà collocata una versione sempre in marmo – integralmente ricostruita con tecnologie all’avanguardia – della statua colossale di Plutone ritrovata monca di testa e gambe.

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