Il SALT non è solo un museo: è uno spazio espositivo, un centro culturale e di ricerca, un luogo di piacevole ritrovo. Anzi, devo parlare al plurale: perché il SALT ha due sedi aperte in rapida successione nel 2009 e 2010, il progetto più innovativo e di successo della Istanbul contemporanea. SALT Beyoğlu è su Istiklal Caddesi, il corso principale della città europea affollato di istituzioni analoghe: contiene uno spazio espositivo che offre una programmazione d’avanguardia e un cinema “aperto” – senza porte e senza biglietti – per proiezioni di ogni tipo, documentari compresi. Io sinceramente ci sono stato solo un paio di volte, le mostre non mi hanno mai entusiasmato (ma rassegne cinematografiche interessanti ce ne sono state eccome, sono io che le ho mancate).
SALT Galata è invece il mio preferito: non tra i due SALT, proprio in assoluto qui a Istanbul. Innanzitutto, il contesto: l’edificio già sede della banca ottomana costruito dal celebre architetto levantino Alexandre Vallaury, su Bankalar Caddesi dove erano ospitati i più importanti istituti di credito di fine ‘800 (c’erano fino a pochissimo tempo fa anche le Assicurazioni Generali, che però hanno venduto: il loro magnifico palazzo verrà trasformato in hotel di lusso); a Galata, per l’appunto: immerso in un quartiere degradato, i cui edifici storici – genovesi, in alcuni casi – meriterrebbero un completo recupero. Il SALT Galata racchiude di tutto. Due piani e mezzo sono dedicati alle mostre temporanee, la programmazione è particolarmente ricca e per tutti i gusti, con un taglio spesso storico: dall’architettura all’archeologia, dalla pittura agli archivi privati di fotografie.
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L’altro mezzo piano è invece un museo, il museo della banca ottomana per l’appunto: con cimeli e documenti originali che permettono di ripercorrere la sua espansione in tutto l’impero e poi la sua fine graduale con l’avvento della Repubblica (fino a essere assorbita dalla banca Garanti, vero mecenate che ha realizzato e gestisce SALT); io ad esempio adoro sfogliare e consultare i fascicoli del personale, con foto allegate, scritti rigorosamente in francese: è uno spaccato della società multi-culturale e multi-religiosa ottomana, si incrociano uomini e donne vestite nelle fogge più disparate e appartenti – lo si capisce già dai nomi – a ogni tipo di etnia e di religione.
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SALT Galata è anche un centro di ricerca: con una biblioteca specializzata sugli studi urbani e un archivio che contiene un numero spropositato di documenti, consultabili in versione elettronica. C’è anche un piccolo auditorium, per concerti e conferenze; una libreria, con testi su Istanbul e sulla Turchia (turchi e internazionali) e libri d’arte; un caffé e ristorante con vista sul Corno d’oro. Notizia importante: tutte le attività di SALT, nelle due sedi, sono completamente gratuite; il caffé/bar con vista è invece piuttosto caro, ma ne vale la pena: ed è frequentato da artisti e gente che conta. Altra chicca, la postazione-studio all’interno della biblioteca che dà su Bankalar Caddesi e sulle scale Camondo, fatte costruire dalla ricca famiglia di banchieri – che poi si trasferì a Parigi – chiamati “i Rothschild d’Oriente” e immortalate da Cartier-Bresson in una celebre foto. Un pezzo di storia che SALT contribuisce a far rivivere ogni giorno.
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