I quartieri di Istanbul, Eminönü tra bazar e moschee

Tornando oggi pomeriggio a casa – ovviamente via mare – da una conferenza al di là del Bosforo, ho finalmente finito di leggere un libro particolarmente illuminante: Honored by the Glory of Islam. Conversion and Conquest in Ottoman Europe, di Marc David Baer (Oxford University Press, 2008). Parla di un periodo non particolarmente conosciuto della storia ottomana, del regno di Mehmet IV: un periodo in cui la religione islamica è stata sul serio istrumentum regni, in cui le conversioni all’Islam – proposte o imposte – erano pratica quotidiana, in cui gli ottomani arrivarono – nel 1683 – ad assediare Vienna per conquistare e convertire (un autentico scontro di civiltà ante litteram).

Vabbè, la sto prendendo troppo alla lontana. Nel libro si parla anche della politica di islamizzazione forzata di alcuni quartieri di Istanbul: specificamente di Eminönü, la zona portuale nella penisola storica, in cui transitano il tram verso Sultanahmet e ogni giorno migliaia e migliaia di turisti.

I fatti sono questi: alla fine del XVI secolo un precedente sultano aveva iniziato a costruire una grande moschea imperiale, ma i lavori erano rimasti incompiuti a causa della sua morte; il grande incendio del 1660 – che rase al suolo gran parte della “città vecchia” e anche le strutture già edificate della moschea incompiuta di Eminönü – diede l’occasione alla madre di Mehmet IV, la Valide sultan Turhan Hadice, per finanziare la costruzione di quella che oggi è conosciuta come “moschea nuova”, che al di là del ponte di Galata aveva una moschea gemella poi smantellata negli anni ’30. L’islamizzazione consistette nell’espulsione da Eminönü di tutti i numerosi ebrei che vivevano nel quartiere: così, dall’oggi al domani!

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Vicende storiche a parte, una visita al quartiere di Eminönü può iniziare proprio dalla Yeni Valide Camii e da ciò che resta del suo grande complesso fatto di spazi per il commercio e di servizi per la cittadinanza (un ospedale, una scuola, due fontane e altro ancora): il famoso bazar egiziano o bazar delle spezie lì a fianco nella piazza davanti all’ingresso – che oggi è una vera e propria attrazione turistica, con tanto di piccioni – era infatti il mercato della fondazione che lo gestiva, mentre sul retro c’è la maestosa tomba (türbe) della valide, di Mehmet IV e di altri 5 sultani (attualmente in fase di restauro. So bene che più o meno tutti si fermano qui: moschea e bazar, con una puntatina sul molo per qualche foto panoramica; io vi consiglio invece di proseguire nella strada sul retro (Hamidiye caddesi) – dove c’è la türbe – parallela al lungomare.

V’imbatterete innanzitutto in un mercato alquanto bizzarro: in cui si vendono piante e soprattutto mangimi per ogni tipo di animale, oltre a gabbie e tutto l’occorrente per gli amici alati o a quattro zampe; io l’altro giorno ho visto persino – in vendita – delle sanguisughe per uso “medico”! Proseguendo, a destra il complesso funerario e subito dopo la vecchia sede – oggi museo – della Türkiye İş Bankası, la prima banca nazionale turca fondata nel 1924: la visita è gratuita, rapida e arricchente, fin dentro il caveau. Più oltre, la deliziosa pasticceria Hacı Bekir: dove far acquisti seriali, soprattutto lokum che sono la loro specialità; poi, una serie infinita di altri esercizi commerciali di ogni tipo e di punti ristoro diversificati: entrate magari nella türbe del sultano settecentesco Abdülhamid I, per poi imboccare la stradina verso sinistra e trovarvi di fronte all’imponente palazzo di inizio novecento delle poste ottomane con annesso museo (ma confesso di non averlo ancora visitato).

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Proseguite, attraversate la strada con le rotaie nei pressi della stazione di Sirkeci: e vi troverete da Namlı Rumeli Köftecisi, ideale per un pasto veloce a base – ovviamente – di köfte (l’equivalente turco delle polpette, ma cotte alla griglia e preparate in un’infinità di modi diversi: tema di uno dei prossimi post culinari). Altro indirizzo gastromico utile, il celebre Konyalı – attivo dal 1897 – con un menù decisamente più ricco: per arrivarci, imboccare la strada principale (Ankara caddesi) dirigendovi verso il mare, poi entrate nella stradina a sinistra quasi in fondo (Mimar Kemalettin caddesi). Buon appetito, afiyet olsun.

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