E’ finalmente uscita la traduzione italiana dell’ultimo libro di Orhan Pamuk, L’innocenza degli oggetti (Einaudi). E’ un libro molto particolare: non un romanzo come quelli – Il mio nome è Rosso su tutti – che hanno dato il premio Nobel allo scrittore turco; non un’autobiografia come Istanbul, che è anche la biografia della città. L’innocenza degli oggetti è il catalogo del Museo dell’innocenza (sul sito web trovate tutte le informazioni utili: indirizzo, orari, costo), il museo aperto lo scorso anno che è la versione solida dell’omonimo romanzo: la più grande opera artistica – e non solo letteraria – dello scrittore. Io ne ho parlato qualche mese fa, preferisco non dilungarmi nel descriverlo e vi invito a leggere il mio articolo; e non faccio neanche la recensione del libro, che comunque presenta la storia del museo e descrive minuziosamente tutte le vetrine che racchiude.
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Vi parlo invece di qualche novità, che a me sembra molto interessante. Ieri infatti sono andato a parlare con la direttrice del museo – Esra Aysun – per un altro articolo che sto preparando. Sono tutti contentissimi per come stanno andando le cose: la media di 150 visitatori al giorno è straordinaria, anche se la popolarità di Pamuk ovviamente ha aiutato. C’è al momento un equilibrio tra turchi e stranieri, moltissimi sono i fan dell’autore che hanno letto tutti i libri e che sfruttano il biglietto omaggio inserito nel romanzo (il costo del biglietto è di circa 12 euro per gli stranieri, i cittadini turchi pagano meno); qualcuno però è convinto che la casa che ospita il museo è davvero quella abitata da Füsun, l’eroina del romanzo: quando scoprono che non è così, ci rimangono un po’ male.
La notizia in anteprima è che Pamuk, oltre che ad altre otto vetrine, sta lavorando a un’ulteriore aggiunta: un’audioguida con la sua voce che racconta il museo, in turco e in inglese. Così il cerchio si chiude: il romanzo, il museo, il catalogo del museo, i commenti dell’autore di tutto. Io però mi permetto un consiglio: il museo è straordinario, ma ovviamente non è il Louvre; non spiega, ma allude: e ha senso visitarlo solo dopo aver letto il romanzo, altrimenti si rischia di rimanere disorientati e delusi. Ma una volta che siete lì, esplorate anche il quartiere pieno di negozietti di antiquariato che si trova a pochi passi da İstiklâl Caddesi – in discesa – all’altezza del liceo Galatasaray: ne vale davvero la pena!
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[…] in qualcosa di materiale, di fisico, uno spazio da esplorare con tutti i nostri sensi: ha costruito il Museo dell’innocenza. Un luogo unico al mondo, un tesoro nel cuore incantato di Istanbul: la celebrazione […]
[…] dopo la visita al Museo dell’Innocenza di Orhan Pamuk, sono andato a una duplice inaugurazione: all’inaugurazione in pompa magna – con […]
mi è piaciuto tanto quel libro… per non parlare del museo… davvero un piccolo gioiello! Io ci sono stata due mesi dopo l’apertura, ed è stato davvero emozionante. mi piacerebbe tornarci dopo aver letto anche il catalogo… quanto all’audioguida, è veramente una buona idea. potrebbe diventare ancora più suggestivo…
ciao, benvenuta: meriteresti un premio per il primo commento del ‘nuovo corso’ del blog 🙂
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Concordo,
museo da vedere, ma solo per chi ha già letto il libro. Ottimo il fatto che si possa usufruire di un ingresso gratuito con l’invito che si trova in una delle pagine dell’ultimo capitolo del “Museo dell’innocenza”.
Comunque “L’innocenza degli oggetti” non è più l’ultimo libro di Orhan Pamuk, nel frattempo ha pubblicato: “Kafamda bir tuhaflık”, dicembre 2014. Lo sto leggendo, molto bello.
Mariella