Penso che ormai si stia esagerando, in modo poco professionale e politicamente miope (direi pure suicida). Nella campagna di delegittimazione – o demonizzazione? – del governo turco, in corso in effetti dal lontano 2002 (e per quanto riguarda il movimento politico d’ispirazione islamica, da ancor prima), certi organi di stampa utilizzano ogni più banale pretesto: ingigandento e distorcendo i fatti.
L’ultimo episodio? Un articolo del quotidiano di opposizione Hürriyet (di seconda mano), che riferisce di un’operazione anti-terrorismo contro una cinquantina di aspiranti jihadisti tagichi e uzbechi – o presunti tali – nelle estreme periferie di Istanbul. Il bello è che gli appartementi (immagino fatiscenti, viste le zone) in cui dei bambini venivano apparentemente introdotti ai principi dello “stato islamico” sono stati trasformati da alcuni organi di stampa italiani – ma il riferimento c’è anche nell’articolo originario, in effetti – in “campi di addestramento”: con tanto di foto a corredo, che fa presagire scenari apocalittici.
Non è il momento di darsi una regolata? Di sostenere la Turchia in questo momento di difficoltà, invece di fare terrorismo mediatico?
Và a ciapà i rat invece de lecar ed dedrio del sultan per i colori dei suoi sghei.
E ocio che tagiki e uzbechi li va a rompere i maroni a l’ORSACHION RUSO che se se rabia ancha solo un pocheto il tuo sultano del caso lo fa a fetine come el cosideto kebab che tradoto coretamente suona CHE BABION!.
Buleghin